Da tempo conduco una battaglia giornalistica, quasi solitaria e che talvolta pago con accuse pesanti, contro la scarsa e inquietante trasparenza dei mercati finanziari.

La mia tesi é che sia possibile manipolarli, a dispetto delle loro dimensioni, e che il mondo dei derivati non sia retto da una vera concorrenza, ma operi in regime di monopolio. Ricordo, al riguardo, due post usciti in maggio (qui e qui).

Ora apprendo con piacere che anche la stampa “mainstream” della sinistra moderata si accorge che qualcosa non va. Il New York Times ha appena pubblicato una grande inchiesta in cui svela l’esistenza di un Club segreto composto da 9 banchieri che domina Wall Street e condiziona il mondo. Articolo che é stato ripreso anche in Italia.

Il merito é dell’Amministrazione Obama, che in passato ho molto criticato, ma che in questo caso va elogiata; anche se non bisogna farsi illusioni. Lo stesso New York Times che, forse, dando notizia dell’inchiesta in corso l’ha un po’ bruciata, avverte che sarà molto difficile trovare le prove della congiura, che è sistematica e si basa su accordi verbali.

Il rischio é che finisca tutto in nulla, come al solito. Vedremo, la vicenda, però, dovrebbe insegnare qualcosa ai giornalisti (e forse anche agli operatori finanziari intellettualmente onesti).

Non possiamo più presupporre la buona fede e la correttezza dei mercati e dei loro principali protagonisti. Al contrario, dobbiamo essere esigenti, dobbiamo scavare, indagare, confidando sull’intuito, sulla comparazione, sulla deduzione e su un buon archivio.
Dobbiamo imparare a non accontentarci dell’apparenza ed esercitare una critica durissima e all’occorrenza spietata. In difesa del vero capitalismo liberale, i cui principi vengono troppo spesso violati, e della democrazia, le cui fondamenta sono minate, da crisi che nascono nel mondo finanziario e da errori colossali, impuniti, ma i cui costi vengono scaricati sulla collettività, come ben sappiamo.

Insomma, bisogna battersi al di là delle etichettature politiche, ormai obsolete, e di facili strumentalizzazioni.

Capire o non capire. Aprire lo spirito o rifugiarsi nei luoghi comuni. Voler vedere la realtà o preferire illudersi. Questi sono i criteri che contano. O no?