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Immigrati, gli arrivi calati del 40 per cento. La crisi economica rallenta i flussi

di A. Cop. - 14/12/2010


Il rapporto Ismu Diminuiscono gli irregolari -16 mila e i reati -13,9%. Boom di minori

Immigrati, gli arrivi calati del 40 per cento

La crisi economica rallenta i flussi: in Italia entrano 100 mila stranieri in meno

Immigrati in fila per chiedere l'asiolo politico (Emblema)
Immigrati in fila per chiedere l'asiolo politico (Emblema)
Era un sospetto, adesso è ufficiale: la crisi, tra i più deboli, ha colpito gli immigrati.
Lo dicevano sindacalisti, operatori sociali, rappresentanti delle comunità straniere. Si avvertiva alle file per il rinnovo del permesso di soggiorno come alle mense popolari. Lo fissa ora il nuovo Rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu, il XVI, ormai punto di riferimento nazionale per cifre e analisi sul fenomeno: «Il 2010 registra un notevole rallentamento dei flussi netti di immigrati in arrivo in Italia». Il saldo dei nuovi iscritti all'anagrafe nel primo semestre di quest'anno è di 100 mila persone in meno una sottrazione del 40 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007.


Diminuisce la quota di chi sceglie l'Italia, aumenta il numero di quelli che se ne vanno. Una tendenza che inizia nella primavera del 2008, con i primi effetti della «difficile congiuntura economica» il rapporto la chiama apertamente in causa. E che per la prima volta viene concretamente misurata. In prospettiva, di qui al 2030: potrebbe continuare la flessione degli arrivi dall'Europa dell'Est, ma a compensarla potrebbero subentrare i flussi dall'Africa subsahariana come segnala anche l'Onu. Che potrebbero innescare una nuova crescita.
Già adesso, non si può parlare di un calo assoluto degli immigrati nel nostro Paese. L'Ismu li stima comunque in 5,3 milioni, di cui gli irregolari sarebbero 544 mila, 16 mila in meno rispetto al primo agosto 2009: «Uno dei livelli più bassi nella storia delle migrazioni». Di tutti gli stranieri, uno su cinque è romeno, mezzo milione sono albanesi, altrettanti marocchini.
Chi rimane è anche più radicato, meglio inserito, e ha portato in Italia coniuge e figli. Aumentano i nuclei familiari: 5 per cento in più tra 2005 e 2009. Diminuiscono gli alloggi stipati di connazionali senza legami di parentela.


Ma il dato di maggiore «vivacità» riguarda i minori. Il dossier parla di «un vero e proprio boom»: mai così tanti i bambini stranieri in Italia, la stima al 31 dicembre 2010 è che superino il milione di 24 mila unità. Cifra triplicata rispetto al 2003 erano 353 mila. Con un aspetto rilevante - e un nuovo impulso al dibattito sulla riforma della cittadinanza, che ancora non riconosce lo ius solis -: il 60 per cento è nato in Italia. Un punto su cui insistono i ragazzi della Rete G2 - Seconde generazioni, premiati ieri dall'Ismu con il Riconoscimento 2010 perché «contribuiscono alla modernizzazione del nostro Paese e alla costruzione di una società più equa e quindi più democratica».
Con loro a ricevere la targa annuale, l'imprenditrice di origini filippine Noemi Manalo, 52 anni, che ha fondato la free-press da 50 mila copie Kabayan Times e inventato il concorso di Miss Filippine in Italia. Rappresentante di successo di un mondo del lavoro, che a sorpresa, nel complesso, per gli immigrati non registra solo dati negativi: sono il 10 per cento in più gli occupati stranieri, soprattutto donne. Per contro, la crescita dell'offerta fa lievitare la disoccupazione: più 40 per cento in un anno.
Restano maggiori le possibilità di impiego al Nord, che assorbe il 60 per cento dei lavoratori. Nelle regioni settentrionali - Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte - si concentra anche la maggior parte degli studenti stranieri e il 65,5 per cento delle scuole che superano la soglia del 30 per cento degli alunni senza passaporto italiano.

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La giovinezza degli immigrati risulta salutare per il momento per il sistema del welfare degli anziani italiani. Il calcolo tra quanto ricevuto e quanto pagato al settore pubblico per i residenti non comunitari è negativo: meno 3000 euro annui rispetto agli «autoctoni».
Infine, il dato più delicato e suscettibile di polemiche: la devianza. Nel 2009 sono diminuiti gli stranieri denunciati dalle forze di polizia meno 13,9 per cento, che restano però un terzo del totale dei denunciati. Così come un terzo dei detenuti nelle celle italiane è immigrato. I ricercatori dell'Ismu, però, lo scrivono chiaramente, a evitare equivoci: «Irregolari non significa criminali, più immigrati non significa più delinquenza».