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Cronache del nulla. Berlusconi resta lì

di Valerio Lo Monaco - 16/12/2010

 

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Riflettori puntati sulla telenovela di Palazzo: per distrarre tutti, ancora una volta, dai problemi reali. Dalla cinesizzazione del lavoro al debito pubblico ormai prossimo al default.

L'agenda setting del nostro ridicolo Paese vorrebbe che si parlasse diffusamente, con articoli, controarticoli, editoriali e retroscena, di quanto accaduto ieri al Senato e alla Camera. Trovate puntualmente di tutto, di più e di inutile su tutti i media. Nei telegiornali, sui giornali, e nei talk show da ora sino almeno a Natale. Tranne che qui, dove ce la caviamo, per preservare la nostra sanità mentale, con un paio di commenti.

Il tutto si risolve in pochissime righe, così possiamo passare altrove il più rapidamente possibile, ovvero a ciò che è veramente importante.

Berlusconi ha superato la prova e il Governo va avanti. Governo si fa per dire, naturalmente. E non solo per la risicata maggioranza che si ritrova, ma proprio per la capacità di governare, resa manifesta già prima di ieri, dove la maggioranza, dalle ultime tornate elettorali, era "forte" di percentuali bulgare per via della porca legge elettorale che ci troviamo.

Staccando assegni e promesse, come si mormora (e come si sa da almeno cinque lustri) come sta indagando la Magistratura e come è facile evincere per chiunque abbia un minimo di capacità di lettura delle cose, ha convinto i soli che gli bastavano all'impresa. E ovviamente non si è trattato di folgorazioni sulla via di Damasco, di sentimenti di responsabilità o altro – figuriamoci: responsabilità da parte di una classe politica che più irresponsabile è difficile trovare – ma di mero opportunismo, come è costume in Parlamento e come sanno anche i sassi. Del resto, cooptati ed eletti su chiamata, era facile che molti cedessero al richiamo del dio denaro. O potere, che è la stessa cosa.

Il punto è che Gianfranco Fini ha incassato una sonora batosta e ora dovrà riciclarsi in qualche modo, ancora una volta, con buona pace degli ex Msi, poi An, poi Popolo della Libertà, quindi Fli e ora vedremo. Il centrosinistra si è evitato, per ora, una campagna elettorale per la quale (da decenni) non è preparato, e ci si è scrollati di dosso il bluff dell'Italia dei Valori, prima fucina di ammutinati, altro che "valori". E Berlusconi, alla fine, ha intascato un paio di voti per tirare a campare, ovvero per rimanere nel posto dove può evitare di essere processato, e soprattutto per riprendere a fare, oltre che gli affari suoi, la riforma della quale alla grande maggioranza degli italiani non importa proprio nulla: quella della giustizia.

Dall'Estate a oggi, dopo Fini, Tulliani, Montecarlo, Antigua, nipoti di Mubarak e Bocchino in ogni anfratto mediatico, il risultato è chiaro: il nulla.

Certo, un governo così potrebbe non durare molto, il che significa interminabili momenti "di nulla" a ogni respiro. Così come il nulla avremo se, allo stesso identico modo, il governo andrà avanti ancora per molto. Tra le due opzioni, il risultato non cambia, con buona pace di quanti ancora credono che scegliere l'uno o l'altro, o l'altro ancora - tra chi è possibile scegliere - possa cambiare le cose.

Tutto questo mentre il Paese (e l'Europa, e il mondo) è allo sbando, la cassa integrazione aumenta, Fiat & co. proseguono la cinesizzazione del lavoro e il nostro debito pubblico, notizia di ieri, è arrivato a quasi 1900 miliardi di Euro. Le agenzie di rating e gli speculatori si iniziano a leccare i baffi e siamo a un passo dal default. Bankitalia scopre che le entrate fiscali sono in calo e che il debito pubblico aumenta: parrebbe che dalle parti di via Nazionale studino scienziati di grosso calibro, data la portata della scoperta. Succede infatti ciò che anche un ragazzino avrebbe capito. Il lavoro cala, la gente consuma meno, le entrate scendono, e il debito aumenta. I classici effetti che accadono quando questo sistema di sviluppo entra in crisi. Ovvero ciò che accade in Grecia e in altri Paesi dell'area Ue (e non). Inutile insistere sui tanti problemi del nostro paese. E sul fatto, che tutti sanno ma che i politici, per terrore elettorale, tacciono: non c'è un euro da spendere in nessun campo. Di più: ogni minuto che passa spendiamo più di ciò che incassiamo e andiamo ad alimentare il debito pubblico, ultima bolla da gonfiare fino allo scoppio finale. Questi i problemi, queste le cose che il nostro governo non risolve. Questo ciò che dovrebbe interessare gli italiani.

Ma oggi, domani e dopodomani, e poi ancora dopo, si continuerà a parlare di Berlusconi. A parlare del nulla.