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L'affare Wikileaks

di Osvaldo Pesce - 16/12/2010

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Leggendo i documenti pubblicati da Wikileaks e commenti relativi, viene in mente l'affare “Gola profonda” dei tempi del Vietnam dopo la battaglia del Têt.”Gola profonda” era il nome in codice usato da una fonte segreta di altissimo livello che aveva portato due famosi giornalisti americani ad indagare sulle intercettazioni illecite da parte dell'allora presidente Nixon sui suoi avversari politici e che qualcuno aveva trafugato dagli uffici del Partito Democratico nel Watergate Hotel di Washington .Si scoprì in seguito che “ gola profonda “ era il numero due dell'FBI.

Lo scandalo del Watergate durò dal 1972 al 1974 e portò alle dimissioni di Nixon. Allora  la pubblicazione di documenti riservati da parte di “Gola profonda” aveva il senso d’indicare l’inutilità della guerra del Vietnam e la necessità di rivedere tutta la strategia americana. Così fu. La guerra del Vietnam finì e il Medio Oriente divenne il contesto di una nuova strategia legata al petrolio.

Wikileaks, che si mantiene con piccolissime donazioni proveniente da più parti nel mondo, probabilmente per evitare le accuse che ci siano grandi finanziatori alle spalle, è un sistema che raccoglie notizie non del tutto riservate, le archivia, le analizza, ne fa dei dossier.

Oggi  ha deciso di pubblicare quelle del corpo diplomatico statunitense.

La loro pubblicazione, per la complessità della crisi economica e i giochi politici in corso, non è semplicemente uno scoop, ma assume un significato politico. In tutti i casi l’origine di queste pubblicazioni ci fa ricercare la causa all’interno degli Stati Uniti.

Queste rientrano nello scontro tra una destra internazionalista d’origine Democratica  che difende la visone dell’impero e di una destra, per lo più Repubblicana, che ha cominciato a criticare la presenza militare USA  in Iraq, in Afganistan e verso l’Iran tenendo maggior conto delle esigenze della situazione interna del paese (delle case, del lavoro, delle famiglie dei militari e delle aspettative dei contribuenti).Il fatto che Hillary Clinton non parli più di una sua corsa per la Casa Bianca è la spia delle contraddizioni aperte nel partito di Obama.

 In queste pubblicazioni  c’è derisione dei governanti oppure  affermazioni che pongono in serie difficoltà  i governanti stessi ad esempio  quelli dei paesi Arabi, dell’Europa Orientale e dell’Asia. Per quanto concerne i documenti di Wikileaks sull’Italia, che sono per ora in numero inferiore a quelli di altri paesi ,  ne vien fuori che l’attuale governo Berlusconi fa politica estera non sempre in sintonia con gli USA , in particolare per la politica energetica e quindi per i rapporti con la Russia

  e che  è più rivolto a salvaguardare gli interessi italiani. Inoltre viene fuori che industrie chiave del  nostro paese sono considerate dagli USA come elementi strategici da difendere senza che di ciò i governanti  italiani siano informati.

In ogni modo l’operazione di Wikileaks agisce in funzione di una destabilizzazione dell’assetto mondiale attuale. Forse rientra in un piano che ha l’obbiettivo  di spostare la strategia USA  non più focalizzata in Medio Oriente ma più attenta all’Oceano Pacifico?

Osserviamo e cerchiamo d’analizzare la cosa perché è solo questo che possiamo fare sulla base della realtà oggettiva e delle conoscenze attuali.

Back Obama è diventato  nel 2009 presidente degli Stati Uniti soprattutto grazie a un programma rivolto al ceto medio americano (operai). Un ceto medio travolto dalla crisi, di una tale portata che pone fine al “Sogno americano”.

La causa di questa crisi molti l’hanno imputata alle banche, ai banchieri, alle mani libere lasciate alla finanza internazionale. Cosa vera, ma non decisiva. Nella realtà, la delocalizzazione delle industrie ha avuto un peso determinante, perché ha tolto il lavoro a milioni di persone. E così   il deteriorasi delle aspettative e le reali difficoltà di moltissimi americani  a soddisfare le esigenze di vita hanno sgonfiato le bolle speculative a seguito della mancanza del pagamento dei  mutui e della diminuzione dei consumi.

 In sintesi  la globalizzazione ha aumentato i profitti dei grandi gruppi finanziari e delle multinazionali ma ha significato per l'Occidente esportare ricchezza ed importare povertà.  Da questo ragionamento  nasce l’idea di pensare prima alla propria casa.  Quando la storia compie una delle sue grandi svolte, quasi sempre ci troviamo di fronte all’imprevedibile: i salari dei lavoratori occidentali tendono  a livellarsi verso i salari orientali, l’occupazione diminuisce, la povertà entra nelle nostre case e l’economia rischia il collasso.

Ma ritorniamo alla storia: con la fine delle tensioni nel Sud Est Asiatico negli anni ’70 queste si spostano più ad occidente nel Medio Oriente, in Iraq, nell’Afganistan, nell’Iran e nel Pakistan,nelle zone del petrolio.

Dal 1978 sono state aperte le porte alla “Globalizzazione”, cioè  è iniziata la delocalizzazione delle industrie con la divisione del lavoro in determinate aree mondiali e il trasferimento delle tecnologie occidentali. Non si deve dimenticare che la rivolta di  Seattle nel 1999 contro la globalizzazione non era altro che la protesta del ceto medio americano contro la delocalizzazione delle industrie.

La caduta dell’URSS non è solo dovuta  alle “Guerre stellari” di Regan,  a Giovanni Paolo Secondo, ma anche a questo inizio della delocalizzazione che anticipa  l’implosione dell’URSS.

Barack Obama  spinto dalle pressioni popolari e anche dal desiderio di essere rieletto presidente, ha cercato di dare a una parte dei cittadini  l’assistenza sanitaria pubblica, mantenere in piedi l’industria dell’auto concedendo 6 miliardi di dollari alla FIAT per rinnovare quest’industria e preservarne i brevetti per i prossimi  venti anni. Impedire così  che il mercato dell’auto passi alla Cina. La stessa scelta d’acquisto dell’Alfa Romeo serve a questo scopo in maniera da fornire all’utilizzatore americano un’auto di prestigio da sostituire alle grandi auto americane  per passare in un secondo tempo alle utilitarie considerando il fatto che la velocità massima consentita in tutto il territorio nazionale è di 70 miglia orarie , cioè circa 112  chilometri .Ovviamente la questione Alfa Romeo chiama in causa gli interessi dell'Italia e dei lavoratori italiani della FIAT..

Da ultimo per cercare di recuperare lavoro la legge delega al governo americano sui dazi che permette di stabilire  quali merci d’importazione  sono tassabili (anche 99 repubblicani hanno votato a favore di questa legge).

La conclusione di questo ragionamento potrebbe indicare non solo una volontà di guadagnare in popolarità nelle prossime elezioni presidenziali, ma rischia di aprire guerre commerciali sulla componentistica elettronica ed in altri settori. Non solo, potrebbe mettere in discussione  la questione dei buoni del tesoro statunitense.

Il viaggio in India e in altri paesi asiatici, la tensione con la Corea del Nord,  nel momento in cui si discute il rinnovo del trattato militare con il Giappone e l’apertura di una nuova base USA ad Okinawa , sono sintomi di una attenzione maggiore al Pacifico.

Nella storia gli Stati Uniti hanno sempre avuto un nemico da combattere. Gli Stati Uniti mantengono più di 700 basi  militari sparse in quaranta paesi e il loro budget nell’era Obama raggiunge i 680 miliardi di dollari superando in questo modo anche gli ultimi stanziamenti militari di Bush.  Questo tipo di ragionamento  fa comprendere che il valore del dollaro  si basa sulla potenza militare degli USA.  Nel 1971 Nixon annunciò che i dollari non erano più convertibili in oro e inaugurò l’avvento del dollaro come riserva mondiale. Questo spianò la strada all’egemonia della valuta statunitense e diede un grande potere agli Usa in quanto sono loro a stampare  questa moneta. Ma non è possibile rendere permanente l’accettazione  di una moneta che attualmente non ha nessuna contropartita considerando il disavanzo commerciale ed il pesante indebitamento verso l'estero degli USA. Nel campo petrolifero Iraq, Iran e Venezuela sfidano il dollaro con la possibilità d’accettare altre monete, l'euro resiste  e prima o poi si evidenzierà anche il problema  delle valute dei paesi emergenti. Questi sono aspetti seri,  questo vale per tutti, in primo luogo ognuno deve essere padrone in casa propria.  Obama è debole, non è riuscito a chiudere Guantanamo, non è riuscito a concludere la guerra nell’Iraq dove permangono 50 mila militari  e questo sembra valere anche per l’Afghanistan. Non si è mai visto nella storia che una grande potenza rinunci spontaneamente alla propria egemonia. Non più di venti anni fa abbiamo visto che la crisi economica, aggravata dalle enormi spese militari, portò alla dissoluzione dell'altra grande superpotenza , l'URSS. La possibilità che questo accada anche per gli Stati Uniti  non può essere scartata .