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Iran: il terrorismo colpisce nel Balucistan

di Ferdinando Calda - 16/12/2010

 

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Un altro sanguinoso attentato ha scosso ieri mattina la turbolenta regione iraniana del Balucistan, nel sud-est del Paese. Un attentatore suicida si è fatto esplodere in una moschea di Chahbahar, città portuale non lontano dal confine con il Pakistan, dove centinaia di pellegrini si stavano preparando a festeggiare la ricorrenza della Ashura, una delle più importanti del calendario religioso sciita. Il bilancio provvisorio è di almeno una cinquantina di morti e decine di feriti. Sembra inoltre che altri due attentatori fossero pronti a farsi esplodere, ma sono stati bloccati dalla polizia. Secondo alcune testimonianze, le forze di sicurezza erano già in stato di allerta a causa di alcune non meglio identificate minacce giunte nei giorni scorsi. Quello di ieri è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza che si sono verificati nel Balucistan negli ultimi mesi e anni. Nella regione, infatti, oltre ad operare bande di contrabbandieri e narcotrafficanti (che trasportano soprattutto l’oppio proveniente dal vicino Afghanistan), vive una forte comunità sunnita, minoritaria a livello nazionale, della quale fanno parte anche movimenti separatisti e terroristici. Come il famigerato Jundallah (soldati di Dio), che nella tarda mattinata di ieri ha fatto giungere la rivendicazione dell’attentato alla televisione al Arabya, ultimo di una lunga serie che di recente è tornata a insanguinare in risposta all’esecuzione, avvenuta a giugno scorso, del loro leader Abdolmalek Rigi. A neanche un mese dall’esecuzione, per esempio, avevano rivendicato due attacchi suicidi contro fedeli sciiti e membri delle Guardie Rivoluzionarie nella città a maggioranza sunnita di Zahedan, al confine con il Pakistan. Ma l’attentato più sanguinoso di Jundallah – che gli Stati Uniti hanno inserito solo a novembre scorso nella lista nera delle organizzazioni terroristiche – risale all’ottobre del 2009, quando venne colpito un vertice delle Guardie Rivoluzionarie nella città di confine di Pishin. Ci furono 42 morti, tra cui diversi ufficiali dei Pasdaran. Per l’attentato di ieri sarebbe già stato arrestato uno dei responsabili. Lo ha reso noto l’agenzia Irna citando il governatore e capo del consiglio di sicurezza di Chahbahar, Alì Bateni, che ha anche smentito la notizia che gli attentatori suicidi fossero tre. Da anni l’Iran accusa gli Stati Uniti e il Regno Unito di sostenere i Soldati di Dio e gli altri gruppi separatisti per indebolire la Repubblica Islamica, ma Washington e Londra hanno sempre smentito ogni coinvolgimento. Di fatto i rapporti tra gli Usa e Jundallah sono già emersi in passato, anche grazie a un rapporto del 2007 della ABC news. Lo stesso Rigi sembra si trovasse in una base militare Usa in Afghanistan 24 ore prima della sua cattura, avvenuta dopo il dirottamento di un volo internazionale a bordo del quale si recava dagli Emirati Arabi Uniti in Kirghizistan. Al suo arresto è stato trovato in possesso di un passaporto afgano fornitogli dagli statunitensi. Inoltre, ad aprile del 2008, il giovane leader del gruppo terroristico incontrò, sempre in Afghanistan, alcuni rappresentanti della Nato. Mentre l’anno prima fece un viaggio negli Stati Uniti dove, grazie a un’intervista a Voice of America, poté perorare la causa del suo movimento e della minoranza balucia in Iran.