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Gli hacker cancellano dal web "Il Fondo": era troppo scomodo

di Roberto Alfatti Appetiti - 22/12/2010



Cancellato. Il termine esatto: hackerato. Dalla sera del 16 dicembre il Fondo, il magazine online diretto da Miro Renzaglia, è sparito dal web. La notizia è stata resa nota dallo stesso Renzaglia, fondatore e direttore di uno degli spazi di informazione più liberi della rete, direttamente sulla sua frequentatissima bacheca di facebook: «L’operazione di sabotaggio – riferisce – è stata rivendicata dal gruppo “Hacked Xugurx” e non sono in grado di dire se, quando e come potremo tornare online».

A distanza ormai di cinque giorni dall’attacco, infatti, non ci sono schiarite all’orizzonte e i gestori del server, al momento, non sono neanche certi di poter recuperare il backup, la copia di tre anni di un lavoro portato avanti con passione e senza alcun fine di lucro: centinaia di articoli (sui temi più diversi) dei tanti collaboratori del settimanale e discussioni approfondite quanto animate che ne hanno fatto un punto di riferimento per migliaia di visitatori quotidiani. L’anomala “rivendicazione” è comparsa nella tarda serata del 16 dicembre e attribuirebbe il gesto al gruppo turco, già tristemente noto per aver colpito e affondato diverse testate “occidentali”. Una firma, tuttavia, che crea non poche perplessità, vista la “collocazione” culturale del Fondo, da sempre aperta anche al confronto con la realtà islamica, posizione che – come sottolinea Renzaglia – «è stata accolta con un certo fastidio soprattutto da quegli ambienti della destra radicale ancora sensibili alla retorica dello scontro di civiltà». Che il Fondo sia un sito scomodo e allergico a comode tesi preconfezionate, del resto, è cosa nota e più di qualcuno – non avendo gli argomenti per confrontarsi e tantomeno il coraggio per manifestarsi – potrebbe averne desiderato la chiusura. Uno degli ultimi editoriali consisteva, peraltro, in un j’accuse del direttore nei confronti del ministro Bondi, indisponibile alle dimissioni (strumento assai poco praticato in un paese, il nostro, in cui l’assunzione di responsabilità sembra non avere cittadinanza). Una coincidenza, certamente, ma che sottolinea quanto vasto possa essere l’elenco di coloro che di certo non si stanno strappando le vesti per il venir meno di una testata libera, irriverente nei confronti di ogni potere e soprattutto non irreggimentata. Il nostro auspicio e quello dei tanti amici che hanno espresso la loro solidarietà sul social network – dove il Fondo ha un “agguerrito” gruppo di lettori/sostenitori – è di poter presto ritrovarne online l’edizione settimanale del lunedì e gli editoriali quotidiani.