Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il tappo sul vulcano

Il tappo sul vulcano

di Ugo Gaudenzi - 22/12/2010

http://fisiciaroundtheworld.files.wordpress.com/2009/03/482f206e206af_normal.jpg?w=497&h=349


Il ‘68, nelle università, nacque contro le baronie dei professori, contro le loro clientele, contro il cumulo dei loro incarichi, contro la riforma Gui.
Nel 2010 non è cambiato nulla, anzi è tutto peggio di allora. Persa definitivamente la conquista degli appelli di esame mensili, che aiutavano gli studenti-lavoratori a non perdere anni di studio, con gli atenei ridotti a parcheggi di giovani precari,  senza lavoro, senza futuro, imperano i cortigiani e i loro clan, imperano le retto-crazie.
Tra gli arruolati dalla casta delle docenze, ottenute sempre non per merito, ma per scodinzolamenti ai potenti di turno, è tutto marcio. Dal vertice alla base.  Non si salva nessuno.
E’ emblematico come in queste ore di vigilia dell’approvazione della riforma Gelmini si sia scatenato l’assalto alle cattedre dei nuovi baroni. A Roma, alla Sapienza e a Tor Vergata i protagonisti di parentopoli sono di tutto - si fa per dire - rispetto: Giacomo Frati, trentaseienne figlio del rettore della prima università italiana, Luigi, ha bruciato le tappe per passare da prof associato ad ordinario di Medicina battendo 25 concorrenti più anziani e blasonati di lui. Una facoltà “fratesca” per antonomasia, visto che qui insegnava la madre Luciana (laureata in Lettere)  e insegna tuttora la sorella Paola (laureata in Giurisprudenza). Parentopoli anche a Tor Vergata, con l’assunzione della nuora del rettore Renato Lauro, Paola Rogliani, che andrà a far compagnia a Davide Lauro, figlio del rettore e ordinario di endocrinologia.
“Cose” che accadono in tutte le università italiane.
D’altra parte come potrebbe essere virtuoso un sistema che vede lo stesso iperelogiato capo dello Stato, Napolitano il Buono, concorrere al malcostume, facendosi mentore del proprio figlio nella conquista di un vertice di Ateneo?
Tratteggiato in breve quanto sopra, ci chiediamo allora - e chiediamo a tutti i nostri lettori - se i ragazzi che protestano per le strade siano o meno dei “terroristi”. Se siano dei figli di papà - “fascisti”, diceva Pasolini ai tempi di Valle Giulia - che meritano la repressione preventiva.
Quando un regime  si arrocca a difesa di se stesso, si autopremia e inventa regolamenti e leggi per impedire ai giovani di essere tali, nega loro un avvenire negli studi o nel lavoro; quando ogni spazio di libertà viene conchiuso, dagli stadi alle scuole, dal mondo della creatività al mondo della produzione; quando si soffoca il merito e il valore... cosa mai accade?
Accade quello che la storia e il buon senso comune insegna: se si cerca di mettere un tappo a un vulcano che fuma e che mormora, l’eruzione non potrà che essere ancor più devastante.