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Una sfida globale fino all’ultima fonte

di Emanuele Bompan - 04/01/2011




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Petrolio estratto sempre più in profondità. E poi carbone, gas, sabbie bituminose e nucleare. Nel prossimo decennio sarà guerra aperta tra le superpotenze economiche. E aumenteranno i rischi ambientali.
Auto guidate da sensori, vestiti dotati di chip, laser per riparare cellule neurali, wireless diffuso. Dal trasporto teleguidato all’ubiquitous computing tutto ruoterà intorno a una sempre maggiore domanda di energia elettrica. Nelle proiezioni di ricercatori e think tank economici, ovunque si svela questa enorme sete di pura energia, che non accantonerà, come sperano molti ambientalisti, i combustibili fossili, gli intramontabili carbone e petrolio, ma al contrario risveglierà brame ed appetiti. Si spingerà più lontano, fuori dalle rotte tracciate, la frontiera della ricerca di nuovi carburanti e nuovi fonti energetiche, in ogni direzione. Aumenteranno i rischi, con esplorazioni in aree sempre più remote della Terra e tecnologie sempre più sofisticate, per estrarre petrolio da pozzi ultra profondi e gas da formazioni rocciose sedimentarie.
 
Allo stesso tempo, secondo l’ambientalista Bill mcKibben «vedremo nuove tecnologie sempre più avanzate per estrarre energia dal sole, dalle onde, dal vento. Perché la corsa delle energie rinnovabili è iniziata, con Cina ed Europa in testa, e gli altri che seguono, e non si fermerà». Nonostante si parli di decrescita e di negawatt, ovvero l’energia risparmiata tramite riduzione dei consumi, qualsiasi statistica, si prenda (l’OCSE o l’Agenzia internazionale per l’Energia) indica aumenti vertiginosi dei consumi, almeno del 20% rispetto a quelli attuali, gran parte (84%) legati ai paesi in via di sviluppo. L’etica green, difficilmente sostituirà nella prossima decade l’etica protestante e lo spirito del capitalismo energivoro, per parafrasare Weber. Per il momento rimane la dura lotta per carbone, gas e petrolio, nel Grande Gioco geopolitico.
 
«Qualsiasi fonte energetica è importante per la Cina», spiega un funzionario dell’Agenzia per l’energia di Pechino. «Senza nessuna distinzione tra rinnovabili e non rinnovabili», che venga dalla Cina o si trovi in Africa. L’Europa non è da meno. Secondo il piano strategico energetico dei 27 paesi dell’Unione pubblicato in dicembre «nei prossimi 10 anni è necessario investire almeno mille miliardi di euro nel settore energetico», in qualsiasi direzione. La conferma giunge anche da Washington. Rinnovabili convenzionali e non, nucleare, carbone, gas e petrolio offshore: il portafoglio energetico Usa si fonda sulla mixitè, a patto di essere indipendente dall’estero. Nel nuovo mondo multipolare l’indipendenza energetica è prerequisito di stabilità.


Petrolio
I viali del tramonto sono ancora lontani per il petrolio. «Oggi le esplorazioni si stanno espandendo ovunque». spiega il geologo Davide Carè. «La corsa all’oro nero in aree inesplorate e nei fondali oceanici condizionerà l’industria petrolifera nei prossimi 10 anni. I costi di trivellazione una volta erano proibitivi. Oggi, con il crollo dei costi d’estrazione in acque ultraprofonde, è possibile pompare petrolio a ogni profondità». Senza escludere le sabbie bituminose, super inquinanti, abbondanti in Canada ed in Africa centrale, che per l’associazione ambientalista Sierra Club «insieme all’estrazione del carbone segneranno la distruzione di migliaia di ettari di boschi e foreste». Date le fluttuazioni dei prezzi del barile, oscillanti tra i 30 e i 160 dollari, determinare il prezzo sembra un esercizio da indovini. Secondo gli analisti di Bloomberg il pezzo desiderato dovrebbe stabilizzarsi intorno ai 110 dollari al barile entro il 2020, ma secondo Howard Gruenspecht, amministratore della EIA «potrebbe arrivare fino a 215 dollari ma anche 350». Per il climatologo James Hansen, «questa potrebbe essere una buona notizia. Un prezzo elevato sul petrolio, dovuto anche a forti tassazioni, è la chiave per la transizione verso un mondo carbon-free e per fermare il riscaldamento globale». Dipende da quanto veloce sarà questa transizione, altrimenti il prossimo decennio verrà ricordato come quello delle guerre per la benzina. A 2,5 euro al litro, si profila uno scenario da incubo.
 
Nucleare
Nonostante il fronte anti-nucleare si stia battendo strenuamente, la cruda verità degli investimenti attivati in questi mesi mostra come la via dell’atomo rimanga maestra in molti paesi, in particolare in Asia. Solo in Cina sono stati pianificati 300 nuovi reattori nucleari, mentre in Usa quest’anno il Dipartimento per l’Energia ha ricevuto 20 proposte per nuove centrali. Secondo Tyson Slocum, dell’associazione Public Citizen «l’industria nucleare sta spingendo per un rinascimento globale dell’atomo». E fermarlo diventerà complicato. Potrebbero venire in soccorso  i costi sempre crescenti e il problema dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi, ancora irrisolto.
 
Energie rinnovabili
Sebbene a una velocità ridotta, rispetto quanto previsto, il prossimo decennio vedrà l’espansione a larga scala delle energie rinnovabili. A guidare la rivoluzione sarà la Cina, intenzionata a installare solo nell’eolico 150Gwatt entro i 2020, di cui 30 da pale offshore. Seguiranno altri paesi asiatici, mentre l’Europa cercherà di perseguire l’obbiettivo di generare almeno il 20% da fonti rinnovabili. L’Africa rimarrà il fanalino di coda e a poco serviranno i fondi che si è deciso di stanziare a Cancún. Per gli Usa sarà fondamentale il passaggio di una riforma del mercato energetico per sbloccare definitivamente il mercato delle rinnovabili, in ogni caso in crescita. Investire in pale eoliche e pannelli solari sarà sicuro per vari anni anche se a Wall street si prefigura una probabile bolla verde legate alle speculazioni nel nuovo mercato della green economy e all’emission trading.
 
Negawatt
Mentre le corporation energetiche si accingono a saccheggiare ulteriormente la Terra, aumentando l’impronta ecologica di ognuno di noi, cittadini e imprese coraggiose si stanno adoperando per aumentare i negawatt, cioè l’energia non consumata. Secondo il guru ambientalista americano Lester Brown «la seconda rivoluzione energetica che il mondo deve affrontare è quella del risparmio energetico. Dobbiamo abbandonare vecchie tecnologie d’illuminazione e cambiare le nostre automobili. E puntare sull’edilizia efficiente.» Nanotecnologie e bioingegneria lavoreranno sempre di più su materiali autoriparanti e durevoli. La durata di un materiale o di un oggetto sarà la chiave per preservare materie prime. Il riuso sarà la chiave del futuro, insieme alla condivisione, senza per forza sacrificare la qualità della nostra vita. Anzi sarà soprattutto il nostro benessere a trarne vantaggio.