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La guerra dei droni

di Enrico Piovesana - 05/01/2011


Nel 2010 Obama ha autorizzato oltre 120 raid aerei sulle Aree Tribali pachistane: i morti sono stati almeno mille, tra cui centinaia di civili

Centoventi bombardamenti aerei in un anno - una media di dieci al mese - costatimille-milleduecento morti: ufficialmente tutti talebani e terroristi, in realtà civili per buona parte.

E' il pesantissimo bilancio 2010 della 'guerra dei droni' che il Nobel per la pace Barack Obama conduce in Pakistan con sempre maggiore intensità: nel 2009 i raid erano stati meno della metà - nel 2008, con Bush ancora al potere, furono una trentina.

Una guerra che ufficialmente non esiste, in quanto operazione segreta Cia e del Comando operazioni speciali del Pentagono, e di cui perciò i mass media occidentali, ligi alle direttive di Washington, non parlano quasi mai.

Ora però, con l'intensificarsi dei raid e il crescente numero di vittime, la campagna aerea condotta con i velivoli senza pilota 'Predator' e 'Reaper' ha assunto dimensioni non più ignorabili. Non tanto per il governo di Islamabad - profumatamente pagato da Washington per tollerare questa violazione della propria sovranità territoriale - quanto per la stampa e l'opinione pubblica locali.

Nell'ultimo anno, secondo fonti giornalistiche pachistane, l'incessante pioggia di missili americani 'Hellfire' (fuoco dell'inferno) ha carbonizzato oltre settecento pachistani innocenti: anziani, donne, bambini, semplici pastori e contadini che hanno la sfortuna di vivere nei villaggi in cui si nascondono e si riuniscono i militanti talebani.

Questa percentuale di vittime civili, pari a circa il 60 per cento del totale, è inferiore ad alcune stime 'made in Usa' - per la Brookings Institution, che sostiene i bombardamenti Cia, essa è addirittura pari al 90 per cento - e superiore ad altre - secondo la New America Foundation, che ha mappato tutti i raid (vedi mappa interattiva), gli anni passati le vittime civili erano il 25-30 per cento, ma nel 2010 si sono notevolmente ridotte.

Su una cosa, però, sono tutti d'accordo: la 'guerra dei droni' di Obama in Pakistan non è affatto 'chirurgica' come l'amministrazione Usa vuol far credere, né strategicamente efficacecome propagandato dalla stessa Cia, visto che nel 2010 gli obiettivi dei raid - gli 'high value target' - effettivamente colpiti ed eliminati sono stati solo diciotto: un po' pochi per giustificare oltre mille morti.