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Chi semina vento, raccoglie sognatori

di Davide Stasi - 10/01/2011

Riguardo alla strage in Arizona sbaglia sia chi parla di terrorismo, sia chi riduce tutto alla follia individuale. Ignorando, in questo modo, la crescente violenza del Potere


Gli investigatori americani hanno dato quasi subito per scontato che l’atto omicida di Jared Lee Loughner avesse una matrice politica. Il giovane, com’è noto, ha fatto irruzione in un incontro-comizio che la deputata democratica Gabrielle Giffords stava tenendo a Tucson, Arizona, sparando contro la stessa Giffords, membri del suo staff e altri sostenitori presenti. Bilancio: 6 morti e 13 feriti. La Giffords, data tra le vittime sulle prime, attualmente sta lottando per la vita. È miracolosamente cosciente, benché il proiettile le abbia trapassato il cervello.

La natura politica del crimine, immediatamente bollato come terroristico, mano a mano che emergono informazioni sull’omicida, perde rilevanza, configurandosi più come una questione contestuale che non come un movente vero e proprio. Loughner viene descritto come instabileanche se un’analisi dei video da lui caricati sul suo canale Youtube potrebbe indurre a una diagnosi più netta di pazzia conclamata. Il giovane ha certamente un ampio numero di frustrazioni e ossessioni, probabilmente radicalizzate da alcune esperienze negative vissute a scuola, da cui è stato allontanato, e nell’esercito, che gli ha respinto la domanda di arruolamento.

I suoi messaggi sono angoscianti, si muovono su delle specie di sillogismi da cui emergono l’ossessione per una«nuova moneta» e per la manipolazione della grammatica inglese con cui «l’attuale governo fa il lavaggio del cervello» alla popolazione. Un intero video è dedicato a fare i pezzi il sistema dell’istruzione USA, giudicato incostituzionale, e altrove si dileggiano le procedure di ammissione all’esercito, alludendo ancora a forme di persuasione occulta.

Una particolarità decisamente insolita è il riferimento ricorrente al conscience dreaming, traducibile come “sogno cosciente”. Attività che Loughner definisce come la sua preferita. Altrove afferma di essere «un sonnambulo che ha tolto l’allarme alla sveglia». Ma soprattutto, il 15 dicembre, annuncia profeticamente: «tra pochi giorni avrete la prova che sono un sognatore cosciente». Le sue parole sono un guazzabuglio di lucidità e delirio, che mescolano ripetizioni ossessive volutamente sgrammaticate a un uso appropriato di espressioni latine e a riflessioni sul debito pubblico americano. Una psiche oscillante tra consapevolezza e instabilità.

Ma cosa ha armato la mano di un giovane con questi presupposti psichiatrici? I media si sono concentrati sul suo ultimo video dove, travestito, brucia una bandiera americana, e su alcune sue letture, tra cui il Mein Kampf, assunto con bieco conformismo come segnale di deviazione politico-sociale. Pochi hanno segnalato che tra le sue letture favorite c’è anche il Manifesto del Partito Comunista, nonché il Siddharta di Hermann Hesse. La verità è che Loughner è vissuto in un contesto politico che si è imbarbarito. Alle ultime elezioni, i repubblicani, e soprattutto la loro avanguardia del Tea Party, si sono distinti per eccessi verbali e comportamenti che possono ispirare persone rese fragili dal sistema a comportarsi coerentemente con le predicazioni ascoltate. E proprio dal Tea Party erano venuti ferocissimi attacchi al progressismo della democratica Giffords. Se, quindi, nell’atto di Loughner prevalgono gli aspetti psichiatrici, è innegabile che quelli politici abbiano avuto un loro peso. Di fatto, costituiscono il contesto nel quale la devianza del giovane ha trovato la sua espressione. Folle per un verso. Coerente per l’altro.

I toni del confronto politico si stanno esacerbando ovunque, non solo negliUSA. Anche in Italia abbiamo molti esempi: dall’astuzia viscida e mediatica di un Sallusti, alle predicazioni becere di Radio Padania (ora ascoltabili, per la loro gioia, anche dai cittadini del Salento), passando per le finte ingenuità, in realtà complici, di un’opposizione fantasma. Accade sempre così quando le fondamenta di un sistema economico entrano in una crisi gravissima come quella attuale. I vari poteri e i loro rappresentanti hanno abbandonato da tempo la via della sobrietà o della contrapposizione corretta tra avversari. Oggi, con sempre più ferocia si contendono la poca carne rimasta attaccata all’osso, o tentano di scaricare altrove le proprie responsabilità. Uno dei mezzi preferiti è la retorica violenta e semplificata, dotata di un tale appeal da mettere facilmente radici nel disagio popolare, per fiorire magari sotto forma di qualche “sognatore cosciente”, che prima o poi finisce per decidere di mettere in pratica ciò che i suoi leader vanno predicando.