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Obama in Asia con un missile, la Nord Corea risponde.

di Lorenzo Adorni - 10/01/2011

Fonte: aldogiannuli



Fra il 6 e il 14 Novembre scorsi Barack Obama è stato impegnato in una delicata visita in Asia.
Lo scopo era quello di consolidare i rapporti con i propri alleati a partecipare al summit del G20 a Seul.
L’ 8 Novembre, durante questo viaggio, un missile intercontinentale è stato lanciato dalla costa ovest degli Stati Uniti; governo, agenzie di difesa e funzionari militari non hanno fornito spiegazioni riguardo questa vicenda.Il 23 Novembre, pochi giorni dopo la conclusione del summit APEC e del viaggio di Obama, si sono verificati gli ennesimi scontri di confine fra le due Coree. Fino a qui ci siamo limitati a mettere in ordine i fatti, come è giusto fare quando apparentemente non vi è nessun rapporto fra di essi. Ora vediamo di considerarli singolarmente.

Il lancio del missile, in data 8 Novembre, sembrerebbe essere stato effettuato da una zona di mare antistante Los Angeles. Se così fosse si tratterebbe certamente di un lancio realizzato da un sottomarino, quindi con ogni probabilità si tratterebbe di un missile SLBM. Una particolare tipologia di missili strategici intercontinentali che possono essere lanciati da sottomarini, anche senza emergere in superficie.

In via definitiva non è del tutto possibile escludere che il missile sia stato lanciato dalla terra ferma,da una zona costiera ove sono presenti numerosi silo ma, anche in questo caso, non ci sarebbero comunque dubbi sulla tipologia: si tratterebbe di un missile strategico intercontinentale, della tipologia ICBM. Risulta evidente dalla particolare traiettoria assunta dal missile alcuni istanti dopo il lancio.

Questo genere di missili, che possono trasportare al loro interno numerose testate nucleari indipendenti, sono fra le armi strategiche più importanti. Nel caso di missili SLBM, il deterrente nucleare, e con esso la minaccia di farvi ricorso, può essere spostato nei mari, in maniera da garantire o controbilanciare le forze strategiche presenti in specifici teatri operativi, ovunque ve ne sia bisogno. L’ora in cui è stato effettuato il lancio non è stata scelta a caso. Al tramonto, per via dei raggi del sole e del cielo ricco di colori caldi, non è possibile identificare il missile con chiarezza.

In particolar modo non è visibile il colore del gas prodotto dalla combustione, dal quale è possibile ipotizzare il tipo di propellente, conseguentemente, la tipologia di missile e il relativo paese di fabbricazione.
La coincidenza fra la visita di Obama in Asia e questo lancio non è casuale. Nel suo viaggio in Asia Obama ha visitato diversi paesi percorrendo quella che geograficamente può essere definita un “cintura di contenimento” della Cina. India, Indonesia, Corea del Sud e Giappone.

Inoltre ha avuto modo di incontrare anche i leader cinesi e russi. Con ogni probabilità, con questo lancio, si è voluto dare una dimostrazione di forza piuttosto chiara, rivolta in particolar modo agli alleati, dimostrando che la presenza militare degli Stati Uniti è costante e capace di intervenire ovunque si renda necessario. Non stupisce quindi che il governo statunitense non abbia voluto fornire spiegazioni.

A conferma che il lancio sia comunque stato voluto, restano gli avvisi di chiusura dello spazio aereo, nonché il fatto che la zona di mare in questione rientra fra quelle normalmente utilizzate per esercitazioni militari. Inoltre nel momento in cui i media hanno iniziato a diffondere fantasiose notizie, sostenendo che il lancio fosse stato effettuato da un sottomarino cinese, le agenzie di sicurezza sono intervenute con un comunicato rassicurante, confermando l’assenza di pericoli per la sicurezza nazionale e che il lancio in questione non è stato realizzato da forze appartenenti ad eserciti stranieri.

Non effettuando un’esercitazione ufficiale, l’interesse dei media su quella zona era pressoché assente.
Se le esercitazioni e il lancio del missile fossero stati ripresi dai media internazionali, queste attività militari sarebbero apparse come un’aperta azione provocatoria nei confronti di potenze “ostili” come la Cina e la Corea del Nord, proprio durante la visita di Obama in Asia e il G20. Obama ha potuto così sedersi ai tavoli degli incontri bilaterali, ben sapendo che quel missile era apparso su tutti i radar militari in Asia, ma non sui giornali.

La provocazione è stata velata. La risposta non altrettanto. Infatti gli scontri del 23 Novembre, con il bombardamento dell’isola di Yeonpyeong da parte della Corea del Nord, al di là delle dichiarazioni ufficiali della Cina, andrebbero visti più come la risposta alla dimostrazione di forza statunitense, che come l’ennesima provocazione nord coreana.