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Fotovoltaico, crescono i gruppi d’acquisto

di Rossella Anitori - 26/01/2011





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 Mentre il governo punta sull’atomo i cittadini si organizzano per rendersi autonomi dalla rete autofinanziando il proprio impianto alternativo. Al via un progetto a Torino.

Insieme per una nuova idea di energia: i gruppi di acquisto per la realizzazione di impianti di produzione a basso impatto ambientale conquistano l’Italia. Mentre il governo punta sul nucleare i cittadini si organizzano per rendersi autonomi dalla rete nazionale finanziando direttamente la costruzione di piccoli impianti fotovoltaici sul territorio.
 
Dopo Milano, Asti, Padova, Bologna Reggio Emilia, Cuneo e tanti altri piccoli Comuni dello Stivale, anche a Torino parte un’iniziativa energetica dal basso. Dietro il progetto stavolta c’è Retenergie, una cooperativa elettrica di produttori e utilizzatori di energia da fonti rinnovabili, che promuove la realizzazione di impianti attraverso la forma dell’azionariato popolare. Nata nel Dicembre 2008 da un nucleo di persone provenienti da varie esperienze professionali e da diverse regioni d’Italia, Retenergie punta ad allargare e potenziare l’esperienza di democratizzazione energetica “Adotta un kilowatt” promossa dall’associazione Solare collettivo onlus e culminata nel corso del 2008 nella costruzione di un impianto fotovoltaico da 20 Kilowatt sul tetto della cooperativa sociale Proteo di Mondovì, in provincia di Cuneo.
 
«Se vogliamo essere sicuri di cosa mangiamo e spendere meno, ci facciamo l’orto in giardino. Allo stesso modo, per essere certi che la nostra casa sia illuminata da energia pulita ed economica, la soluzione migliore è quella di auto-produrla». Il motto di questa cooperativa non lascia spazio a dubbi. Ma una gestione partecipata della produzione energetica non presenta esclusivamente vantaggi ideali (la provenienza dell’elettricità è certificata) ma anche materiali: il risparmio sulle spese complessive rispetto ai prezzi normalmente disponibili sul mercato è infatti tangibile. L’obiettivo di questa come di altre iniziative simili è quindi quello di produrre in proprio l’energia di cui si ha bisogno, contrastando di fatto le scelte nazionali in materia di politiche energetiche.
 
Chiunque può aderire partecipando con una piccola quota alla realizzazione di un progetto in cui i concetti di partecipazione, autogestione, solidarietà siano le colonne portanti. Un altro modello energetico è possibile e in Italia, a dispetto di cio che il mainstream passa, sono tante le esperienze che possono dimostrarlo.