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Voci da Beirut: Hezbollah vince mentre Hariri viene tradito

di Erminia Calabrese - 01/02/2011






 



Mentre il Libano aspetta la formazione di un nuovo governo che molto probabilmente l'ex premier Saad Hariri boicotterà , nella roccaforte sciita dei movimenti Amal e Hezbollah si assapora, tra narghile e bicchieri di the, il gusto della vittoria. Per molti qui in effetti la nomina del premier incaricato Najib Miqati, rappresenta già in se stessa una rivincita.

"Abbiamo vinto di nuovo", dice sorridendo Ahmad, "responsabile del movimento Amal a Shiyyah, municipalità della periferia sud di Beirut, la nostra è una vittoria contro la coalizione di Saad Hariri che ora è minoranza e contro il progetto statunitense che favorisce gli interessi israeliani nella regione".
 
"Hezbollah da tempo aveva avvertito Saad Hariri che un mancato compromesso circa il Tribunale internazionale avrebbe fatto saltare il governo ma Saad per servire gli interessi statunitensi è voluto andare avanti a tutti i costi senza pensare alla discordia che l'atto di accusa del Tribunale potrebbe seminare tra i libanesi", aggiunge Zeinab, una donna sui cinquant'anni.
Quello del Tribunale Internazionale, che dovrebbe giudicare i presunti responsabili dell'assassinio dell'ex premier Rafiq Hariri nel 2005 assieme al dossier delle armi del Partito di Dio sono i due temi che  vengono fuori quotidianamente nelle conversazioni qui a Dahyye.

"Le armi della Resistenza non si toccano", ripete un responsabile del Partito di Dio, che chiede di restare anonimo, "la nostra priorità non è quella di governare ma quella di difendere il nostro Paese da un probabile attacco da parte di Israele".
Intanto nei corridoi degli uffici a Beirut del partito al Mustaqbal, capeggiato da Saad Hariri, crescono sempre di più le voci che accuserebbero alcuni amici e personalità politiche dell'ex premier e la stessa Arabia Saudita di aver tradito il figlio di Rafiq Hariri e di aver favorito, in accordo con Hezbollah, Siria e Iran la nomina di Miqati, anche lui come Hariri milionario.

"C'è stato un cambiamento di posizione dell'Arabia Saudita circa la nomina di Saad Hariri. Lo sappiamo benissimo che senza l'appoggio saudita Miqati non avrebbe mai accettato la carica propostagli da Hezbollah", dichiara un consigliere politico di Saad Hariri.

Secondo alcune indiscrezioni trapelate in questi giorni alcuni ministri del movimento 14 marzo, che fa riferimento ad Hariri, potrebbero accettare, nonostante Saad Hariri abbia più volte espresso il rifiuto di partecipare al nuovo governo, le cariche che la nuova maggioranza potrà proporgli, mettendo così in dubbio la formazione di un governo tecnico che potrebbe anche essere di unità nazionale come Hezbollah ha chiesto già nei giorni scorsi. Ancora una volta Beirut aspetta.