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OGM: il frutto di apprendisti stregoni ignoranti

di Livio Giuliani - 13/02/2011

 

La produzione di OGM nasce negli anni 70-80, come prima applicazione della scoperta del genoma e del riconoscimento del DNA come codice della vita.
Si riteneva anzi che il DNA contenesse l'unico codice della vita e che pertanto una modifica di tale codice potesse portare alla costituzione di nuovi organismi, capaci di incorporare nel soma caratteristiche peculiari, utili all'uomo, programmate dal codice genetico modificato.
Una concezione ingenua di quegli anni, che però appare dura a morire e che viene ancora coltivata dai media, che hanno dato, ad esempio, tanta importanza alla pretesa scoperta di Craig Venter della cosiddetta vita artificiale. Così come, in quella occasione, si è trascurato di considerare che l'innesto di una sequenza genica, sia pure articolata in laboratorio, dentro una cellula preesistente di batterio appositamente enucleata, non costituisce l'apparizione di alcuna vita artificiale - perché la vita naturale nell'esperimento era presente in parte determinante proprio nella cellula enucleata - così si è sottovalutata, a cavallo dell'ultimo quarto del secolo scorso, l'importanza dello sviluppo nell'espressione somatica dei geni e dunque, a maggior ragione, dei geni modificati. L'idea era di ottenere l'espressione di caratteristiche somatiche desiderate, attraverso l'attivazione di un processo - lo sviluppo - di cui non si sapeva quasi nulla e dai possibili esiti indesiderati. Ciò, mediante un intervento sul codice della vita che avrebbe reso permanenti le modifiche somatiche e mediante una diffusione delle coltivazioni che avrebbe reso irreversibili le modifiche della specie dalle alterate caratteristiche somatiche.
Ignoravano quei genetisti, come l'apprendista stregone immortalato dalla musica di Paul Dukas, sia l'importanza dello sviluppo nell'evoluzione, sia il fatto che il DNA non era e non è l'unico codice della vita e che gli esiti somatici dei programmi in esso trascritti dipendono dalla interazione con altri codici vitali. Ignoravano che il DNA è, per così dire, il firmware  - e neanche tutto - presente in un organismo (molto altro firmware è presente nelle cellule, ad esempio, nei mitocondri).
Ma soprattutto ignoravano che esiste un software - quello sì puro software - fatto di interazioni elettromagnetiche, che interviene in ogni istante nello sviluppo della specie e nello sviluppo individuale, grazie alla interazione di altre specie.
Questo fatto, che poteva già dedursi dagli esperimenti di Zhadin e Novikov negli anni 90, è risultato evidente dalla recente scoperta di Luc Montagnier, Premio Nobel della Medicina 2008,  e collaboratori: questo gruppo di ricerca ha messo in evidenza che, durante un'infezione batterica di una cellula, compaiono segnali elettromagnetici, il cui risultato apparente è quello di condizionare il DNA della cellula stessa finalizzandone l'attività allo sviluppo infettivo.
Questa scoperta rende obsoleti gli Organismi Geneticamente Modificati.
Sarà sufficiente infatti un appropriato trattamento elettromagnetico delle  colture, come già sperimentato da un decennio, in Polonia da Pietruszewski e  Wójcik, e in molti altri Paesi.
Sono trattamenti i cui effetti non si trasmettono geneticamente e dunque non sono in grado di alterare le specie, ma che consentiranno non di meno, quando la ricerca in materia sarà sufficientemente sviluppata, di ottenere l'espressione delle caratteristiche somatiche desiderate, senza la creazione di specie chimeriche e senza l'alterazione dell'ecosistema locale, né dell'ecosistema globale della Terra.