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L’Italia? Un deposito nucleare

di Ugo Gaudenzi - 17/02/2011

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E’ una storia nota, ma la ripetiamo, anche a costo di sembrare monomaniaci: sono centinaia gli ordigni nucleari occultati in Italia da oltre mezzo secolo e pronti ad essere utilizzati contro altre nazioni su semplice ordine Usa.
E dire che appena dieci giorni fa, il 7 febbraio, il governo e la Duma di Mosca sono tornati a chiedere agli Stati Uniti di “rimuovere le proprie armi nucleari e smantellare le infrastrutture costruite per loro nelle basi insediate in territorii straniero”. Come d’obbligo in Occidente, la notizia è stata rimossa dalle “informazioni” graziosamente donate dagli “autorevoli” media italiani, molto più interessati ad amplificare le gesta delle varie Ruby o Brenda. Una tale “rimozione” è utile a chi comanda davvero l’Italia: oltre il 70 per cento dei nostri concittadini, infatti, ignora l’esistenza del potenziale bellico nucleare sparso sul territorio italiano. E che secondo gli stessi rapporti del Pentagono è pari a “un impatto esplosivo di distruzione di oltre il 50 per cento del territorio” nazionale.
Basi di occupazione che, si badi bene, non sono soltanto quelle “tre o quattro” - Aviano, Ederle, Ghedi Torre, Napoli.. - che più o meno anche i più distratti conoscono dai tempi dell’Allied Force in Italy, ma un centinaio di più.
Come è noto - anche grazie ad una deliziosa, si fa per dire, “circolare Trabucchi” che rimuove ogni ostacolo al movimento di uomini e mezzi militari “alleati” sul nostro territorio - i piloti statunitensi possono decollare da un momento all’altro con armamenti atomici capaci di regalare agli obiettivi “ostili” decisi da Washington una forza distruttiva che moltiplicherebbe per 900 volte l’effetto prodotto, a Giappone già sconfitto, dagli Usa su Hiroshima e Nagasaki.
Si sa. Gli americani hanno il dovere di portare la democrazia, costi quel che costi. Il placet a simili “operazioni”, peraltro, è stato già scritto e ben definito dal Nuclear Posture Review del Pentagono: gli Usa non escludono la possibilità di impiegare preventivamente armi nucleari contro gli Stati da loro definiti “canaglia”. Un possibile obiettivo? Naturalmente l’Iran: un “potenziale”... Nemico Nucleare.
Ma come mai l’Italia, allora, anche per difendere la sua pace, la sua sicurezza, e non diventare a sua volta obiettivo di ritorsioni, non “restituisce agli Usa” le testate atomiche, come già fatto da Canada, Grecia, Danimarca e Islanda?
Ma perché abbiamo perso la guerra, nel 1945, e siamo tuttora loro prigionieri, siamo in cattività controllata. Elementare.