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Che peccato: una De André all’Isola dei Famosi

di Federico Zamboni - 23/02/2011


L’edizione 2011 del programma si sdoppia e dà il via a una gara parallela, riservata ai parenti di personaggi più o meno noti. Ed ecco che nel cast, purtroppo, finisce anche la nipote 21enne del grandissimo Fabrizio


Va da sé: di quello che accade all’interno dei reality show non ce ne importa nulla. I “minima immoralia” di queste combriccole da quattro soldi, inzeppate di sconosciuti semi analfabeti o di ex conosciuti in cerca di rilancio, ci interessano meno di zero. E quanto all’Isola dei famosi, in particolare, basta dire che a gestire il traffico c’è Simona Ventura per tenersi alla larga. Sia dai teleschermi che dai commenti. 

Al di sotto di certi limiti, infatti, persino la stroncatura più feroce diventa incongrua. Non è che la Guida Michelin faccia visita ai fast-food e ne parli male. Non ne parla e basta. Se uno va a mangiare al McDonald’s, non può mica illudersi di essere entrato in un ristorante degno di tal nome. E se invece si illude, allora si merita quel che lo aspetta: quegli squisiti Big-Mac-Boh, quelle appetitose patatine fritte da divorare in un batter d’occhio (prima che diventino assai meno appetitose) e quelle irresistibili Coca-Cola in formato maxi, generosamente servite con un sacco di ghiaccio; non già come riempitivo a costo zero (ci mancherebbe) bensì per conservarle fresche più a lungo.

In questo caso, però, la notizia risulta comunque interessante, anche se sgradevole. Alla nuova edizione dell’Isola dei Famosi, infatti, prende parte anche Francesca De André, che purtroppo non ha soltanto lo stesso cognome del grandissimo Fabrizio ma è proprio sua nipote, essendo una delle figlie di suo figlio Cristiano. La “grande novità” di quest’anno, infatti, è che le combriccole in gara sono due invece che una. E se la prima è composta, come al solito, di persone che almeno un po’ famose lo sono, o lo sono state, la seconda è invece formata da gente che è stata scelta solo perché è parente di qualche personaggio più o meno noto. Ad esempio: la madre di Valeria Marini, il fratello di Marco Materazzi, la sorella di Mario Balotelli. Per altre candidature illustri (il cugino di Mago Zurlì, il bisnipote di Zorro, e lo zio di Batman) bisognerà attendere: ma le ricerche, c’è da presumere, sono già state avviate. 

Se la decisione di Francesca è a dir poco opinabile, e a scusarla del tutto non basta il fatto che abbia appena 21 anni, le giustificazioni di sua sorella Fabrizia sono invece del tutto sballate: «La scelta di partecipare all'Isola dei famosi non è per Francesca una scorciatoia ma una vera e propria esperienza avventurosa. Le sue doti di cantante le coltiva, ma in sala prove e non certo sulle spiagge dell'Honduras. Questa rimane veramente per lei un'occasione per provarsi in situazioni estreme. Francesca si sente coinvolta in un divertente gioco».

Ma per favore. Ma quali «situazioni estreme»? Mica si è iscritta al Camel Trophy, o alla traversata dell’Atlantico in barca a vela, o a un trekking nel Deserto del Gobi. Si è “lasciata iscrivere”, da quei furbacchioni del casting, a una messinscena all’insegna del pettegolezzo reciproco e del battibecco obbligatorio,  a scartamento ridotto ma a ciclo continuo. L’avventura è solo apparente. Non è affatto un incentivo a essere migliori ma ad accattivarsi il consenso dell’audience e il relativo, instabile, fatidico televoto. I disagi non servono a stimolare una competizione onorevole ma solo ad alzare i livelli dello stress, in modo da attenuare i normali freni inibitori, o schiantarli del tutto, e a far emergere il peggio di ciascuno.

Dice ancora Fabrizia: «Il nonno avrebbe sospeso il giudizio. Si sarebbe forse preoccupato, ma non avrebbe ostacolato le scelte di nessuno di noi nipoti almeno per come l'ho conosciuto io». Se l’affermazione è probabilmente vera in se stessa – figuriamoci se un libertario come De André si sarebbe messo a ostacolare una quisquilia di questo tipo – diventa però capziosa nel significato che le si vorrebbe dare. Non ostacolare non significa certo avallare. E anche riguardo al giudizio «sospeso» non è lecito confondere il silenzio di chi si limita a non voler interferire nelle decisioni altrui, specie se di persone tanto più giovani e immature, con quello di chi è semplicemente cauto e si riserva di dare la propria approvazione in un secondo momento.

Possibile che non ce lo si ricordi? Fabrizio De André non andava in televisione neanche a fare il protagonista assoluto, forte di tutta la sua fama più che meritata, di tutta la sua arte in perenne evoluzione, e di tutta la sua integrità esistenziale. Non era solo la ritrosia istintiva di un uomo schivo. Era la consapevolezza della differenza abissale tra esprimersi ed esibirsi. Tra la finzione “sincera” dell’artista, che rifugge da qualsiasi trucco e non fa nulla per blandire il pubblico, e la “verità” fittizia degli imbonitori, che promettono a gran voce che «non c’è trucco e non c’è inganno». I Barnum di un tempo. I reality show di oggi. 

Libertari sì, ma mica coglioni.  

Federico Zamboni