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Le controrivoluzioni emergenti in Tunisia ed Egitto

di Mahdi Darius Nazemroaya - 27/02/2011

   
   

“Il Presidente Hosni Mubarak ha deciso di lasciare la carica di Presidente dell'Egitto e ha assegnato il compito di gestire gli affari del paese al consiglio superiore delle forze armate”, ha dichiarato Suleiman in un breve discorso televisivo. “Che Dio aiuti tutti”.

I festeggiamenti si potevano sentire nelle strade del Cairo e anche prima che Suleiman terminasse il suo discorso. E anche se non c'era modo di sapere se l'esercito avesse garantito elezioni democratiche, la folla era euforica perche' 30 anni del governo autoritario di Mubarak erano terminati.

"L'Egitto e' libero! L'Egitto e' libero!" hanno gridato in piazza Tahrir. "Il regime e' caduto!"
-The Washington Post (11 Febbraio 2011)


Un faraone arrogante e' caduto. Gli Egiziani possono credere che il loro paese e' libero, ma la loro lotta e' tutt’altro che finita. La Repubblica Araba Unita dell’Egitto non e’ ancora libera.

Il vecchio regime e i suoi appartenenti sono ancora ai posti di comando, e aspettano che si calmino le acque. L’esercito ha ufficialmente il controllo dell’Egitto e la controrivoluzione sta emergendo. E’ iniziata una nuova fase della lotta per la liberta’.

“La fase di transizione” che il regime desiderava in Tunisia e in Egitto e’ stata usata per prendere tempo allo scopo di fare 3 cose. Il primo obiettivo e’ di erodere, e infine spezzare le rivendicazioni popolari della gente. Il secondo obiettivo e’ di lavorare per preservare la legislazione economica neoliberista, che sara’ usata per sovvertire il sistema politico, e per stringere la camicia di forza del debito estero. Ultima, la terza motivazione e obiettivo e’ la preparazione della contro-rivoluzione.

I “saggi” egiziani auto-selezionati

Emergono figure non qualificate, che affermano di parlare o di guidare il popolo Arabo. Questo include il cosiddetto comitato di “uomini saggi” in Egitto. Queste figure non elette stanno negoziando con il regime di Mubarak per conto del popolo Egiziano, ma non sono legittimati a rappresentare il popolo. Il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, e’ tra questi. Il Segretario Generale Moussa ha anche detto che e’ interessato a diventare un ministro del futuro governo del Cairo. Tutte queste figure sono dentro al regime, o sono agenti dello status quo.

Tra questi individui che si sono autoscelti c’e’ anche il capo di Orascom Telecom Holdings (O.T.H) S.A.E il billionario egiziano Naguib Sawiris. Il canale Bloomberg ha detto questo di Sawiris: “La maggiore parte degli uomini di affari egiziani stanno tenendo un profilo basso in questi giorni. Le proteste dei manifestanti in piazza Tahrir danno la colpa a loro per le malattie dell’Egitto, e le folle hanno anche distrutto alcune delle loro proprieta’. Eppure il maggiore magnate egiziano, Naguib Sawiris, presidente di Orascom Telecom Holding, la maggiore compagnia telefonica del Medio Oriente e’ al Cairo, usa il cellulare, appare in TV e (come membro di un comitato informale di “uomini saggi”) sta negoziando con l’appena nominato vice Presidente Omar Suleiman il graduale trasferimento del potere del Presidente Hosni Mubarak. Senza scoraggiarsi, il miliardario pensa che una economia piu’ vivace possa emergere da questi tumulti.”(1)

I cosi’ definiti “uomini-saggi” in Egitto sono coinvolti in bravate. A chi sara’ “gradualmente” trasferito il potere? Un’altra figura non eletta, come Suleiman?

Che cosa si negozia? La divisione del potere tra un regime non eletto e una nuova squadra? Non c’e’ nulla da negoziare con dei despoti non eletti. Il ruolo degli “uomini saggi” nel gioco e’ quello di “una opposizione costruita” che non manchera’ di appoggiare gli interessi del regime di Mubarak, e diluira’ i movimenti di opposizione in Egitto.

Al Mebazaa ottiene poteri dittatoriali mentre i riservisti militari sono stati mobilitati

In Tunisia, i riservisti militari sono stati convocati per gestire le proteste. (2). La mobilitazione dei militari tunisini e’ stata giustificata con il pretesto della lotta alla violenza e alla illegalita’. Lo stesso regime tunisino e’ dietro a queste illegalita’ e violenze.

Di pari passo con la mobilitazione dei riservisti tunisini, Fouad Al-Mebazaa, il presidente ad interim della Tunisia, ha ottenuto poteri dittatoriali. (3) Al-Mebazza e’ l’uomo che Ben Ali aveva selezionato come presidente del Parlamento della Tunisia ed e’ una figura di spicco del partito di Costituzione Democratica (CDP) di Ben Ali. I manifestanti hanno pacificamente cercato di fermare i membri del parlamento della Tunisia che votavano per garantire i poteri dittatoriali a Al-Mebazaa bloccando l’entrata al Parlamento Tunisino.

I membri del Parlamento Tunisino sono tutti membri del “vecchio regime”. Tra le proteste, il parlamento Tunisino riesce ancora ad andare avanti con un piano: “I parlamentari alla fine hanno scavalcato i manifestanti accedendo alla sala per il voto attraverso una porta di servizio, come riportato dall’agenzia di stampa TAP. 177 voti a favore, 16 contrari, la camera bassa ha approvato un piano per dare al presidente ad interim Fouad Mebazaa poteri temporanei per scavalcare per decreto le leggi.”(4). Il giorno dopo, il senato tunisino avrebbe approvato anche questo. (5)

Al-Mebaaza puo’ ora selezionare i governatori e i funzionari a piacimento, cambiare la legge elettorale, dare l’amnistia a chi gli pare, e scavalcare tutte le istituzioni tunisine con i suoi decreti. Il passaggio della mozione che ha dato ad Al-Mebazza cio’ che equivale al potere dittatoriale dimostra gli aspetti di “democrazia cosmetica”. Questo atto compiuto dal Parlamento Tunisino e’ stato spacciato come un atto di voto democratico, ma per la verita’ tutti i suoi membri sono stati selezionati in modo non democratico dal regime di Ben Ali.

I generali dell’esercito egiziano e il vice presidente Suleiman sono una continuazione di Mubarak.

In Egitto i comandanti dell’esercito hanno detto che non permettaranno ai manifestanti di continuare ancora per molto. La leadership militare dell’Egitto e’ pesantemente investita nel cleptocratico status quo del regime di Mubarak. I generali e gli ufficiali di bandiera sono tutti ricchi membri della classe capitalista Egiziana. Senza distinzioni, la leadership dell’esercito Egiziano e del regime di Mubarak e’ una ed e’ la stessa. Tutte le figure chiave del regime di Mubarak vengono dai ranghi delle forze armate.

Omar Suleiman, recentemente nominato vice-presidente dell’Egitto è stato anche il generale a capo dei servizi segreti in Egitto, ha iniziato a fare marcia indietro sulle promesse fatte dal regime di Mubarak e da se stesso. Il New York Times riporta che “Oman Suleiman (vice presidente) dell’Egitto dice che non pensa sia tempo di sollevare la legge di emergenza che da 30 anni e’ usata per sopprimere ed imprigionare i leaders dell’opposizione.”(6) Un paio di giorni prima delle dimissioni di Mubarak, Suleiman ha anche detto: “Non penso che il Presidente Hosni Mubarak debba dare le dimissioni prima della scadenza del suo mandato in Settembre (2011). E non penso che l’Egitto sia pronto per la democrazia.”(7)

Le battaglie sono state vinte, ma la lotta continua….

La posta in gioco e’ sempre piu’ elevata. Il popolo della Tunisia e dell’Egitto dovrebbe essere consapevole che il governo Americano e l’unione europea offrono una copertura politica alle loro scommesse. Sostengono la controrivoluzione dei vecchi regimi, ma stanno anche lavorando per cooptare e controllare i movimenti di protesta. In un’altro sviluppo, gli Stati Uniti e la Nato stanno dislocando le flotte nel Mediterraneo Orientale. In particolare, tenendo a mente l’Egitto, anche questo potrebbe avere lo scopo di aiutare la controrivoluzione, ma potrebbe anche essere usato per intervenire contro una rivoluzione riuscita.

Gli eventi in Tunisia ed Egitto hanno dimostrato che erano state fatte ipotesi sbagliate sul popolo arabo. La gente della Tunisia e dell’Egitto ha agito in modo pacifico ed intelligente. Hanno anche dimostrato che l'assunzione di una cultura politica avanzata dell’ovest dell’Europa, del nord America, o dell’Australia non è altro che un nonsenso usato per giustificare la repressione di altri popoli.

Mahdi Darius Nazemroaya e’ un ricercatore aggiunto del Centre for Research on Globalization (CRG).

NOTE

[1] Stanley Reed, "Egypt's Telecom Mogul Embraces Uprising," Bloomberg Businessweek, February 10, 2011.
[2] "Tunisia calls up reserve troops amid unrest," Associated Press (AP), February 7, 2011.
[3] Ibid.
[4] Ibid.
[5] Kaouther Larbi, "Tunisia Senate grants leader wide powers," Agence France-Presse (AFP), February 10, 2011.
[6] Helene Cooper and David E. Sanger, "In Egypt, US Weighs Push For Change With Stability," The New York Times, February 8, 2011, A1.
[7] Ibid.

Titolo originale: "The Emerging Counter-Revolutions in Tunisia and Egypt"

Fonte: http://www.globalresearch.ca


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di JACKALOPE