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Nell’ecofattoria anche l’energia è fatta in casa

di Alessandro De Pascale - 02/03/2011

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Presentato in provincia di Pisa il progetto di un’azienda di allevamento che produce biogas solo da letame e sansa di olive a km zero. Un investimento da 9 milioni di euro.

L'azienda è una delle realtà più importanti dell’allevamento di bovini in Toscana, con 2.500 capi, da sempre impegnata in produzioni di qualità. Il territorio che la ospita, in provincia di Pisa, ha un alto valore paesaggistico e ambientale. Da ieri le Fattorie Toscane di Santa Luce possono contare su un’altra caratteristica: l’energia consumata sarà tutta “verde”, grazie ai 2,6 megawatt di potenza installata, sia elettrica che termica, da biogas e fotovoltaico, con un taglio di circa 7000 tonnellate di CO2 l’anno. Ma la novità è che il biogas, in prevalenza metano, sarà estratto solo utilizzando gli scarti aziendali come il letame, a differenza di altri impianti che usano cereali. In più sarà impiegato un nuovo prototipo di essiccatore che trasformerà una parte degli scarti in concime ad alto valore biologico.
 
Il biogas delle FattorieToscane sarà estratto da un mix di biomassa di origine zootecnica, il letame composto in massima parte da stalliere permanenti su paglia per circa il 95% del totale, e sansa di olive di provenienza aziendale. Dopo un processo di fermentazione di circa 30-40 giorni, si svilupperà una grande quantità di gas, in prevalenza metano, che sarà poi utilizzato in un cogeneratore per produrre energie elettrica e termica. In totale la potenza sarà pari ad un megawatt, per una produzione di circa 8000 Mwh di energia elettrica l’anno (in grado di soddisfare il consumo per più di 1200 famiglie), che verrà ceduta alla rete pubblica. In più sarà prodotto un megawatt di energia termica, acqua calda di recupero, che sarà utilizzata per l’essiccazione di quella parte di biomasse che non saranno trasformate in biogas.
 
Si tratta del cosiddetto “digestato”, il substrato residuo del processo di fermentazione che diventerà concime biologico ricco di elementi organici e di elevato valore agronomico; caratteristiche che ne rendono indicato l’uso come fertilizzante in alternativa ai tradizionali concimi chimici. La produzione di energia in un impianto di biogas prodotto da digestione di biomasse agricole, è un processo a bilancio zero di CO2 e quindi rientra nel pieno rispetto del Protocollo di Kyoto. Insieme alla centrale di biogas sarà riqualificata tutta la stalla già esistente con il conseguente miglioramento del benessere animale. Saranno realizzate opere di mitigazione e fasce alberate per ridurre l’impatto visivo degli impianti ed è prevista anche l’installazione di una copertura sul tetto con pannelli fotovoltaici, per una potenza nominale di 600 kW e una produzione di energia elettrica immessa in rete pari a 753 Mwh annui.
 
Il progetto nel suo complesso avrà un costo complessivo di circa 9 milioni di euro. «Pensiamo di ammortizzare i costi del biogas in tre anni - spiega Gianni Pesce titolare di Fattorie Toscane - sia grazie alla vendita dell’energia ma anche abbattendo i costi come quelli dei trasporti del 90 per cento e quelli per lo smaltimento del letame. In più, saremo autosufficienti per quanto riguarda l’utilizzo dei concimi, miglioreremo tutta la qualità ambientale dell’area e abbiamo in programma l’assunzione di 5 nuovi dipendenti». La green economy, insomma, crea lavoro. Anche in agricoltura.