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Fuori dai denti

di Claudio Martini - 03/03/2011

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è mia abitudine, il lunedì sera, auto-punirmi guardando "l'infedele" di Gad Lerner. Non so perché mi ostini a farlo. Di solito la conduzione è disgustosa, turpe, ripugnante (cit), e l'insieme del programma appare come un vero e proprio postribolo televisivo (ari-cit). Credevo che il peggio, da quelle parti, fosse stato raggiunto con l'interminabile serie di puntate scandalistico-giaculatorie su quanto il berlusconismo offenda il genere femminile, in genere rappresentato in studio da facoltose giornaliste, attrici, intellettuali con poco intelletto; mi sbagliavo, e di grosso.

La puntata del 28 febbraio, dedicata alla Libia, ha scalato le vette dell'abiezione. Non che si chiedesse a Lerner di fare del giornalismo: mai ci saremmo sognati di pretendere che smacherasse le bufale finora ammansiteci, o che fra gli invitati libici a fare da tapezzeria multi-etnica ci fossero dei sostenitori di Qaddafi (ma che dico? Non esistono, non sono mai esistiti), neppure ci saremmo mai aspettati una qualche analisi, un qualche ragionamento, qualcosa che andasse oltre "il vento della libertà che rovescia i dittatori". Noi volevamo soltanto sederci in poltrona, e sentirci superiori, noi che sappiamo, alla coltre di banalità e menzogne che immancabilmente ci sarebbe stata propinata.

E invece. Ad un certo punto uno dei presenti in studio ha osato dire la verità. Si trattava di una ragazza eritrea, la quale ha denunciato quel che qualsiasi internettaro sa ormai da tempo: nella Libia "liberata", a partire da Bengasi, i ribelli mettono in pratica veri e propri pogrom contro i lavoratori africani, fra cui molti connazionali della giovane. Questo fatto, in tutta la sua crudezza (si parla di decine, se non centinaia, di persone ammazzate, spesso fatte letteralmente a pezzi), è ampiamente noto, e in quanto tale perlopiù sconosciuto. Di sicuro non si ammette che vanga detto in tv; poteva fare eccezione il salotto di Lerner? Il nostro conduttore, visibilmente imbarazzato, non poté fare altro che togliere la parola alla ragazza, che non sarebbe più riuscita a intervenire nel corso di tutta la serata, per darla ad una pasionaria libica dei senussiti in rivolta. Fioccano le giustificazioni: gli eventi si erano effettivamente verificati, ma si è trattato di "legittima difesa" contro "mercenari africani". Lerner conferma: i ribelli credevano di aver a che fare con mercenari (strano, visto che le povere vittime venivano cercate casa per casa); il sottosegretario agli Esteri Mantica sposta il discorso su quanto sia orribile Isaias Afewerki, presidente dell'Eritrea, mentre qualcun'altro sottolinea come, probabilmente, tra le vittime ci fossero  dei "clandestini respinti da Maroni". Insomma, colpa di tutti, di Qaddafi, del governo eritreo, di Maroni, tranne che degli assassini. Perlomeno adesso sappiamo a cosa sono finalizzate le varie balle: mentre quella dei bombardamenti aerei sui manifestanti (bum!) serve a imporre no fly zones sul cielo libico, quella dei mercenari africani è utile per coprire le stragi di neri.

Cari giornalisti: voi mi fate schifo. Voi siete la razza più perfida e insidiosa che abbia mai strisciato su questa povera terra. Voi siete certo potenti: riuscite a manipolare i cuori della gente, facendole amare gli oppressori e odiare gli oppressi (cit). Eppure non valete l'inchiostro che sprecate. Qui non si tratta più di raccontare fesserie al pubblico dei "oi polloi". Voi state nascondendo degli eccidi, così come giustificherete l'attacco NATO prossimo venturo, così come siete stati, sempre e senza rischiare nulla, in prima linea nel rendere possibili crimini, catastrofi e genocidi (nell'ordine: Jugoslavia, Afghanistan, iraq). Avete tentato di convincermi che nella guerra tra Qaddafi e i reazionari nostalgici di Malik Idris fosse mio dovere prendere parte, ovviamente per quest'ultimi.  Non ci siete riusciti. E ora lasciate che mi rivolga a dei veri esseri umani, quindi non a voi.

Concittadini! L'Italia è priva di governo. L'Italia non ha un ministro degli esteri (a meno che non crediate che lo sia Frattini: in quel caso, siete irrecuperabili), e non ha una linea politica autonoma sui fatti libici. è una vergogna per il nostro popolo. Ogni destabilizzazione della Libia è un attacco al nostro paese. Se avessimo un governo, noi dovremmo chiederegli questo: di imporre sul teatro libico la legalità internazionale. La nostra marina, la nostra aviazione, dovrebbero vigilare affinché l'embargo ONU sulle armi venga rispettato, che le sanzioni vengano effettivamente poste in essere, ma soprattutto che venga rispettato il principio cardine del diritto internazionale: il principio di non ingerenza. In sostanza, si tratterebbe di impedire, con ogni mezzo, che potenze avventuriste cerchino di approfittare del conflitto per sottrarre alla Libia le sue risorse e la sua sovranità.

Ma , come dicevo, l'Itailia non ha un governo. Ciò non ci impedisce di sognare: ecco la dichiarazione rilasciata dal ministro degli esteri cubano, Rodolfo Reyes. Fingete che sia il nostro.

“Seguiamo con alta attenzione i fatti di ordine interno che avvengono in Libia e la loro ripercussione internazionale. Sono molto numerose e non poche volte contraddittorie le notizie che si stanno diffondendo. Alcuni politici e mezzi di comunicazione nordamericani stanno incitando alla violenza, all’aggressione militare e ad un intervento straniero. Gli animi sono esaltati in ogni parte e temo che possano condurre a gravi errori internazionali e interni.

Desideriamo che il popolo libico trovi una rapida soluzione pacifica e sovrana alla situazione l’a creata, senza alcun tipo d’ingerenza e senza interventi stranieri, con la garanzia dell’integrità della nazione libica.

La situazione continua ad essere confusa e si sviluppa rapidamente. Le informazioni giungono in modo frammentario, e in molti casi divergente e si nota anche uno sforzo per usarle con l’animo d’incitare una maggior destabilizzazione per provocare maggiori danni e la perdita di altre vite”.

Le preoccupazioni riflesse in questa dichiarazione, purtroppo sono divenute realtà e questo paese è già coinvolto in una guerra civile, nell’ambito d’una crisi economica mondiale di grandi dimensioni, che porta i popoli di questa regione e del mondo alla disperazione.

Preoccupa tutti la perdita di vite umane, come i danni provocati alla popolazione civile dal conflitto che avviene oggi in Libia. Nessuno, se agisce con onestà, può essere d’accordo con la morte di civili innocenti, fatto che condanniamo in maniera assoluta in qualsiasi luogo del mondo succeda, è un aspetto del quale condividiamo interamente l’opinione mondiale.

Ma non possiamo accettare il rischio che ci si approfitti in modo opportunista di questa tragica situazione per soddisfare appetiti d’interventismo, per strappare al popolo della Libia la sua sovranità e impadronirsi delle sue risorse.

Si sapeva già di un intervento umanitario al quale ci opponiamo, perchè invece di risolvere la situazione, la complicherebbe ulteriormente e potrebbe avere altre gravi implicazioni. Cuba ha denunciato dal primo momento i piani sull’occupazione della Libia, e condanna categoricamente qualsiasi manovra che favorisca questi propositi.

Sicuramente il popolo libico si oppone ad ogni tipo d’intervento militare straniero.