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L'Iraq: niente ingerenze straniere nella crisi in Libia

di Ornella Sangiovanni - 03/03/2011


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La crisi in Libia è un affare interno arabo, in cui non devono esserci ingerenze straniere di nessun tipo.

Questa la posizione ufficiale dell'Iraq, affidata al ministro degli Esteri Hosyar Zebari, nel corso di un incontro della Lega Araba, che ha sospeso la membership del governo di Tripoli.

Parlando oggi al Cairo, dove si teneva una riunione dei ministri degli Esteri arabi, Zebari ha detto che la leadership libica deve prendere decisioni coraggiose per fermare la violenza nel Paese e rispettare i "diritti legittimi" del popolo.

Nel discorso di apertura dell'incontro, il capo della diplomazia di Baghdad ha invitato i colleghi a osservare un minuto di silenzio in memoria degli arabi uccisi nell'ondata di proteste che hanno portato alla caduta dei leader di Egitto e Tunisia, e che stanno mettendo in discussione la natura del potere in Bahrain e nello Yemen, oltre che in Libia.


"Speriamo che il popolo libico possa superare queste condizioni difficili, e che i leader libici prendano posizioni coraggiose per fermare lo spargimento di sangue e rispettare i desideri legittimi e i diritti del loro popolo a vivere in una nazione libera e democratica", ha detto Zebari, sottolineando che gli arabi confermano il loro "desiderio che non ci sia alcun intervento straniero" in Libia.

La Lega Araba: no a qualunque intervento militare straniero in Libia

Posizione confermata dalla bozza di risoluzione messa a punto ieri dai rappresentanti della Lega Araba, in cui si afferma il rifiuto di "qualunque intervento militare straniero in Libia", e si sottolinea "l'unità e l'integrità del suolo libico".

Alla riunione di oggi c'era una sedia vuota: quella della Libia, che è stata sospesa dalla Lega Araba, in attesa dello sviluppo degli eventi.

Il ministro degli Esteri di Tripoli, Musa Kusa, è ancora tra i fedelissimi del leader libico, Muammar al Gheddafi, nonostante le numerose defezioni nelle fila dei suoi diplomatici, inclusa quella dell'ambasciatore presso le Nazioni Unite Abdel Rahman al Shalgham.

Amr Moussa, il Segretario Generale della Lega Araba, nel suo intervento in apertura dell'incontro di oggi al Cairo non ha menzionato la prospettiva di un intervento straniero in Libia.

Navi da guerra Usa verso la Libia

Questo mentre gli Stati Uniti hanno inviato navi da guerra verso la zona, e il Segretario di Stato Hillary Clinton ha detto che Washington e i suoi alleati della NATO stanno tuttora prendendo in considerazione l'ipotesi di una "no-fly zone" [zona di interdizione aerea NdR] sulla Libia. Ipotesi che però vede titubanti diversi Stati occidentali.

"La situazione in Libia è dolorosa e non è giusto accettarla o rassegnarsi", ha detto oggi Moussa, che è egiziano e ha intenzione di candidarsi alle elezioni presidenziali che decideranno il successore di Hosni Mubarak, costretto ad andarsene dalle proteste popolari di massa l'11 febbraio.

Il Segretario Generale della Lega Araba (che sta per lasciare il suo mandato) ha sottolineato le "grandi sofferenze" della popolazione libica, che si trova ad affrontare "violazioni e tentativi di assassinare il suo desiderio di libertà".

Desiderio di libertà apparentemente condiviso dal rappresentante di Tripoli presso la Lega, che è uno dei diplomatici che si sono schierati contro il leader libico Gheddafi. Così come ha fatto la delegazione libica, che ha annunciato di rappresentare da ora in poi la volontà del popolo, e ha condannato "i crimini efferati contro cittadini inermi".

Ma la condanna è un conto, l'intervento militare straniero un altro.

Su questo la Lega Araba sembra compatta.

Libia: questione interna araba

Quello che sta succedendo in Libia è una questione interna araba, è la posizione comune.

Ribadita oggi dal ministro degli Esteri del Sultanato di Oman, un altro Paese dove l'atmosfera sta iniziando a riscaldarsi.

Ciò nonostante, Youssef bin Alawi bin Abdullah ha parlato di un "nuovo rinascimento arabo": un risveglio della nazione nei cui affari – ha detto – "nessuno dovrebbe interferire".

Fonte: Reuters