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Concluso il vertice di Parigi: Sarkozy vuole la guerra totale

di Claudio Moffa - 19/03/2011

Fonte: Claudio Moffa

E’ durato pochissimo il vertice di Parigi,  al massimo un paio di ore, con una ventina almeno di rappresentanti dei paesi partecipanti. Già prima della conclusione, o quanto meno prima del discorso di Sarkozy alla TV – da solo, senza Ban Ki Moon, senza alcuna rappresentante della Lega araba, senza nemmeno la Clinton o qualsiasi altro delegato europeo  - il TG1 in edizione straordinaria ha dato notizia dell’inizio dei raid francesi. Nel suo discorso Sarkozy ha ricordato la risoluzione ONU 1793. finalizzata alla “protezione dei civili” con una azione attiva di blocco dei voli aerei libici, ma è andato ben al di là dei paletti del Consiglio di Sicurezza, parlando di interventi contro i carri armati libici, cioè non contro l’aviazione di Gheddafi e dunque  contro i bombardamenti aerei sui ribelli, ma contro obbiettivi terrestri. Guerra totale, questo è l’obbiettivo della Francia di Sarkozy.

A questa minaccia di banditismo internazionale, Sarkozy ha abbinato il risultato per ora più significativo del vertice: lo scippo di ogni ruolo a Berlusconi e all’Italia, che pagherà più di ogni altro paese il prezzo di una guerra alle porte di casa. Il comando dell’operazione no fly zone - cosiddetta no fly zone  se passa la linea di guerra totale di Sarkozy - è stato dato agli USA secondo le informazioni del TG1, non si è capito se tratte dal discorso di Sarkozy (alcune frasi non si capivano perché i volumi della voce del Presidente francese e di quello dello speaker italiano si sovrapponevano) o da altre fonti. Gli aerei francesi si appoggiano sulle portaerei americane. Come dire, delle basi italiane possiamo fare a meno

Pare poter dedurre, in attesa di ricostruzioni puntuali, che quella del presidente francese è stata una dura risposta “decisionista” a Berlusconi, che si era candidato secondo il tempo di Roma alla guida dell’operazione no fly zone: bisognerà vedere se dal punto di vista tecnico le portaerei USA basteranno in caso di guerra prolungataì; se Obama – assente a Parigi - avallerà la posizione di aggressione totale di Sarkozy; se ci saranno reazioni da parte dei paesi astenutisi sulla 1793.

Ma due cose sembrano certe: la prima che Sarkozy ha nuovamente forzato la mano, in modo anche scenograficamente solitario (il discorso solitario davanti al microfono, conclusosi con la dichiarazione che “la Francia si assume” le proprie responsabilità “davanti alla storia”) trascinando l’intero pianeta verso una guerra disastrosa; la seconda che Berlusconi si trova di fronte a un bivio. Incasserà il colpo subito o reagirà? Le basi verranno concesse per la guerra totale di Sarkozy e della Total francese? Farà il presidente i suoi calcoli elettorali, con riferimento alla sua immagine oltre che alla fronda “belgradiana” della Lega, a cominciare da Maroni, il suo migliore ministro assieme alla Gelmini? 

Un corollario di certezza: se Berlusconi reagirà all’affronto di Sarkozy, guadagnerà milionate di voti nelle prossime elezioni.