Urbanistica e altre catastrofi
di Stefano Serafini - 21/03/2011
Fonte: biourbanistica
Di nuovo, si torna a parlare di catastrofi naturali ed emergenze: in Italia il patrimonio artistico e archeologico si sfalda sotto i nostri occhi, il sistema idrogeologico è in costante sofferenza, fino a intaccare la resilienza dei trasporti e della vita urbana; in Giappone l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima stende un'ombra terribile sulla nazione e sull'intero pianeta. In che misura, tuttavia, tali eventi si debbono alla sola forza della natura, e non a una pianificazione del territorio intrinsecamente assurda, arrogante, indifferente al futuro? Non basta analizzare la mera cattiva gestione del territorio, ma la stessa validità del pianificare come modello di controllo illuminista, dal quale inevitabili derivano economia del rischio e consumo di passato e futuro in favore di un presente divoratore ed estatico. La presunta "carenza di controllo" del territorio, o delle norme di sicurezza, o dei rischi e delle probabilità, puntualmente lamentata dai critici interni al sistema della pianificazione, rappresenta allora, forse, parte integrante di un sistema da rivedere nelle sue fondamenta ideologiche e intellettuali.
Il prossimo numero di “Rassegna di biourbanistica” vuole proporre delle riflessioni su pianificazione e catastrofi naturali, sul ruolo e la responsabilità dell’urbanistica, sulla città resiliente, e sulla necessità di un nuovo approccio biofilico alla pianificazione.
Invitiamo chiunque volesse contribuire con articoli e riflessioni a inviare il materiale entro il 30 APRILE 2011 a questo indirizzo:
info@biourbanism.org
I file dovranno essere in formato word, lunghezza max 6 pagine, le immagini in formato .jpg, dimensione minima 1200 pixel lato minore.
Per informazioni:
Società Internazionale di Biourbanistica
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