Capita molto spesso che amici stranieri mi chiedano spiegazioni su quello che considerano il mistero italiano. Arrivano qui pensando a un Paese in crisi, tormentato dal debito pubblico e dalla malavita, ma si accorgono rapidamente che il tenore di vita medio è alto, l’esibizione degli status simbolo ostentata e strabuzzano gli occhi quando apprendono che quasi nove italiani su dieci sono proprietari di case e che la maggior parte di loro con il mutuo già estinto, contrariamente a quanto accade negli altri Paesi europei.

Capire l’Italia è difficile, eppure esiste una spiegazione logica: gli italiani sono da sempre grandi risparmiatori e per una cinquantina d’anni sono stati dei grandi creatori di ricchezza, magari in nero, con un bassissima propensione all’indebitamento personale. Disastrosi nella gestione del bene pubblico, estremamente efficaci nell’accumulare risorse per sè. Per questo, quando arrivano le bufere finanziarie, gli italiani di solito se la cavano meglio degli altri. Il segreto è tutto qui.

L’altro giorno, però sono uscite delle statistiche che dovrebbero farci riflettere. Questa (cito l’Ansa):

La ’tenaglià della bassa crescita e della stagnazione dei redditi negli ultimi venti anni in Italia, unita a un invecchiamento della popolazione, ha prodotto un vero e proprio crollo del risparmio delle famiglie, considerato da sempre uno dei fattori di maggiore solidità del Paese. La Confcommercio, elaborando i dati Istat, stima che si è più che dimezzata dal 1990 la propensione al risparmio, da circa 4.000 a 1.700 euro l’anno. In pratica se prima per ogni 100 euro di reddito se ne riuscivano a mettere da parte 23, oggi non si arriva a 10.

Sia chiaro: nonostante tutto, gli italiani riescono ancora a risparmiare (americani e inglesi non possono dire altrettanto), però la tendenza è chiara. E preoccupante: significa che il Paese produce e accumula meno ricchezza e che in un futuro non troppo lontano il giubbotto salvagente, che finora ha protetto la maggior parte delle famiglie, diventerà sempre più esiguo, con effetti a catena.

La ricchezza accumulata in mezzo secolo non basterà a proteggere per sempre gli italiani, anche perché, nella storia, nessun popolo è riuscito a vivere di rendita in eterno. E dunque non resta che una soluzione: ritrovare la via della crescita. Ma come? E’ possibile in un Paese che ha perso gran parte della propria sovranità e in un’Europa che pensa solo al rigore finanziario?