Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Bombe e carta straccia

Bombe e carta straccia

di Alessia Lai - 06/04/2011


   
http://www.rinascita.eu/mktumb640.php?image=1302027857.jpg


La crisi ivoriana è iniziata a novembre. Si attendevano i risultati ufficiali del ballottaggio tra Gbagbo e Ouattara, i candidati alla presidenza del Paese, in seguito alle denunce di brogli che sarebbero dovute passare al vaglio della Commissione elettorale indipendente. Invece l’ambasciatore francese preleva dalla sua sede il presidente della Commissione e lo porta all’Hotel del Golfo, dove Ouattara ha sistemato il suo quartier generale e in cui poi avrà sede il suo governo parallelo, e proclama vincitore il “suo” candidato.
L’annuncio viene fatto alla tv France 24 invece che alla tv di Stato ivoriana, come prevede la Costituzione.
Di fronte a ingerenze che rischiano di gettare il Paese in una guerra civile, poi puntualmente arrivata, a dicembre Gbagbo inizia a prendere in considerazione la possibilità di battere moneta, ipotesi avanzata da molti economisti e intellettuali ivoriani già anni prima che si arrivasse al confronto truccato tra i due presidenti. Da allora le cose sono precipitate, l’intervento francese è stato sempre più deciso, appoggiato da Onu e Stati Uniti.
Il rischio era quello di perdere una preziosa fonte di risorse e… denaro: la Costa d’Avorio infatti non batte una moneta propria ma – come altri 13 Paesi africani (ex) colonie francesi - utilizza il Cfa, di fatto la “moneta coloniale” imposta al momento della ratifica da parte di Parigi degli accordi di Bretton Woods. Una moneta che tiene la Costa d’Avorio, e non solo, sotto tutela straniera, suscettibile delle decisioni prese a riguardo dalla Francia. Non poteva tollerare, Sarkozy, che Abidjian decidesse di battere moneta e affrancarsi dalla dipendenza che le impone di versare tutta la valuta straniera, ottenuta dalle esportazioni delle sue materie prime, su un conto del tesoro francese per ottenerne in cambio la carta moneta coloniale. Soprattutto perché il prezzo di questo “servizio” prevede che la Costa d’Avorio lasci nelle casse di Parigi la metà di quanto guadagnato. In cambio Parigi stampa a Chamalières, la città di Valérie Giscard D’Estaing, creatore del Sistema monetario europeo, banconote che in Francia non hanno alcun valore.
Ecco cosa importa da Parigi la Costa d’Avorio: bombe e carta straccia.