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Immigrati, una lezione sconsolante per tutti

di Marcello Foa - 13/04/2011

Chi ha torto nella polemica sugli immigrati? Semplice: tutti. E il quadro che emerge è desolante per la nostra democrazia. Sia chiaro: il problema è molto complesso ma tutti i Paesi europei, inclusa la stessa Ue, hanno scelto la via peggiore per affrontarlo.
Siamo di fronte a una classe politica che ormai sembra incapace di affrontare (e risolvere) i problemi con personalità e perseguendo politiche di alto profilo, non necessariamente popolari nel breve ma premianti nel lungo.
Negli ultimi giorni invece tutti i leader politici – sottolineo tutti – hanno agito sempre considerando solo i contraccolpi elettorali con manovre di piccolo cabotaggio. Di Sarkozy ho già scritto più volte di recente, fa la guerra “umanitaria” in Libia ma poi chiude le frontiere con l’Italia per scongiurare un nuovo flusso di immigrati che farebbe il gioco di Le Pen.
La Merkel ci prende in giro quando annuncia aiuti straordinari alla povera Malta (e concede asilo a ben 100 profughi) e nega che l’Italia stia affrontando un’emergenza umanitaria. E’ la stessa Merkel che fino a un mese fa difedenva il nucleare, ma che, sull’onda dell’incidente in Giappone ha ribaltato improvvisamente la propria posizione, senza peraltro riuscire ad evitare la sconfitta alle elezioni regionali e dunque risultando sconfitta due volte.
La Commissione europea ha balbettato per giorni, salvo poi cedere alle pressioni di Francia e Germania e il ministro degli esteri Ashton non ha rilasciato una dichiarazione (dicasi una) sulla crisi dei rifugiati.
La Spagna ha fatto finta di nulla nell’illusione bastasse chiudere gli occhi per scampare alla bufera migratoria. Della serie finchè arrivano in Italia a noi che importa?
E l’Italia? Non ha certo brillato. Bossi prima ha annunciato “tutti fuori dalle balle”, poi ha adottato la proposta dei permessi temporanei, cara alla sinistra, annunciando ai media che in questo modo avrebbe spedito tutti gli immigrati in Francia e in Germania. Ma così il Senatùr ha ottenuto il risultato opposto a quello voluto. Questa operazione, di per sè audace, per avere successo andava condotta con discrezione, ottenendo il tacito assenso di Bruxelles e rassicurando gli alleati. Insomma, giocando d’astuzia e di diplomazia. In questo modo però non avrebbe sortito alcun effetto elettorale e dunque Bossi non l’ha considerata, mettendosi nella condizione di perdere due volte: i clandestini restano in Italia regolarizzati, mentre la Lega rischia di venir punita alle amministrative. E Berlusconi? Non ha certo dato il meglio di sè e ha lasciato per troppo tempo la questione in mano alla Lega,  diminuendo così il potere negoziale dell’Italia in Europa.
La verità è che gli attuali leader europei non hanno nemmeno più l’ambizione di passare alla storia come statisti, perché le legislature sono troppo brevi, perché sono troppo condizionati dai sondaggi e dalla moderna propaganda (spin) che loro stessi alimentano freneticamente, perché l’interesse strategico non è premiato da un elettorato impulsivo e dalla memoria cortissima, nè da media che assecondano ed enfatizzano gli umori prevalenti.
Insomma, questa crisi ha fatto emergere i mali della nostra democrazia. O no?