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Osama Bin Laden è morto. Un’altra volta?

di miro renzaglia - 03/05/2011


E vai col tango: di finzione in finzione, al peggio non c’è mai fine. Non bastava la sceneggiata dell’11 settembre. Non bastavano le armi di distruzione di massa per insanguinare l’Iraq. Non bastava la missione di pace per esportare la democrazia in Afghanistan. Non bastava il giusto anelito a dirimere la guerra tribale fra cirenaici e tripolitani libici. Macché? Signore e signori, rullino i tamburi e fate un bell’applauso, ecco a voi nientepopodimenoche la morte annunciata del  Nemico Pubblico Numero Uno: Osama Bin Laden.

Va bene tutto. Va bene che lo spettacolo nella “società dello spettacolo” (Guy Debord) debba essere continuo. Vanno bene le bugie. Vanno bene gli slogan utili a sostenere l’insostenibile. Però, via, a tutto deve pur esserci un limite. Mica per niente: ma così, i registi del “bene assoluto” si fanno male da soli.

Ma su. Di cosa stiamo parlando? Del signore che, ancora in vita, era socio d’affari con la nota compagnia petrolifera “Bush Father and Son”?  Di quel signore morto probabilmente addirittura prima dell’11 Settembre, data dell’attentato alle Twin Tower, a cui fu accollata l’impresa terroristica? L’uomo che riuscì ad eludere (in quanto morto) i sistemi di ricerca più sofisticati del mondo, ai quali non è in grado di sfuggire nemmeno un ago nel pagliaio? E beh? È di costui  che adesso ci vengono a cantar che è stato finalmente ucciso?

Le avete viste le foto del presunto cadavere? Roba che farebbe ridere un dilettante ritoccatore d’immagini con Photoshop. E, se non bastasse il tarocco, pare che sia una foto già pubblicata  nel 2006 per sostenere ipotesi di tortura (non si sa bene da parte di chi) al personaggio mefistofelico che Bin Laden rappresentava così bene. Ci sarebbe – è vero – l’incontestabile prova delle prove: quella del Dna. Ma chi l’ha fatto questo esame? Sempre gli stessi taroccatori della foto, pare. Vi fidate, voi? Io, no. E poi, perché il cadavere sarebbe stato così prontamente (dicono…) seppellito in mare? Da quando in qua i civilizzatori dell’Occidente si premurano – come hanno detto – di rispettare le usanze islamiche (a parte il fatto che a me non risulta che i mussulmani usino la sepoltura marina)?

Anche al più ingenuo degli sprovveduti la cosa appare, insomma, per quella che è: una bufala. Come tante altre che hanno preteso servirci a tavola senza nemmeno il marchio di garanzia delle mozzarelle campane. Ma, questa ultima, è talmente mal congegnata che le uniche domande che sorgono fatali sono: perché l’hanno fatto e perché ora?

Provare a rispondere è una sfida all’intelligenza. Potremmo ipotizzare la necessità di piazzare il colpo mediatico per sviare l’attenzione dalla macelleria aperta di recente in Libia, per esempio. Potrebbe essere un monito a Gheddafi che lo avverta sul tipo di fine che fanno i nemici dell’Impero del Bene (ma se gli hanno appena ammazzato il figlio, che bisogno c’era?). Potrebbe essere un messaggio di ottimismo al mondo in trepida attesa che il “Bene Assoluto” vinca definitvamente (ancora una volta?) sul “Male Assoluto” (da chiunque incarnato). Però, diciamolo francamente: nessuna di queste ipotesi esaurisce le domande. E allora?

Bah! Così, ad occhio e croce, sorge il sospetto che stiano provando a verificare fino a dove è possibile tirare la corda in fatto di falsità. Un po’ come se si fossero detti: “Se si bevono pure questa, allora possiamo davvero fargli credere che Cristo è morto di freddo pur essendo il padrone della legna; che gli asini volano; che il sole gira intorno alla terra e che Barack Obama è il presidente degli Stati Uniti d’America e Premio Nobel per la pace”.

Come dite? Barack Obama è davvero il presidente degli Usa e Premio Nobel per la pace?

Ahahahhahhahhhah! Ma allora credete proprio a tutto, eh?