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La saga di OBAMA-OSAMA

di Giulietto Chiesa - 04/05/2011



orwell_1984_filmea4Tanti lettori scrivono in queste ore a Giulietto Chiesa, intanto che si rincorrono una dopo l'altra tante versioni ufficiali contrastanti sulla morte di Osama bin Laden, tutte prese per buone dalla stampa mainstream in un clima orwelliano, ma più veloce e sincopato rispetto al libro "1984". Vi proponiamo qui alcune di queste lettere e la risposta di Giulietto Chiesa, che pone in modo drammatico la questione della possibile guerra: una guerra futura, ma già presente nella testa del sistema della comunicazione.

Caro Giulietto,

Io resto incredibilmente stupito di come tutti gli organi di stampa e informazione stanno trattando la notizia dell'uccisione di Osama Bin Laden. Ma è possibile che tutti credano alla versione degli americani senza porsi qualche dubbio? Perchè non c'è ancora una foto del cadavere? Perché il cadavere del tesrrorista ricercato n. 1 al mondo è stato gettato in fretta e furia in mare? A parte Giulietto Chiesa, io non sento nessuno che solleva queste questioni di una stranezza imbarazzante.

Caro Giulietto, meno male esisti. Parlare dell'uccisione di un uomo che è già stato indicato morto , è difficile accetarlo. Come al solito le Forze speciali degli Usa costruiscono quello che vogliono.

Ciao. Paolo Bernardini

Gentile Giulietto Chiesa,
mi sono sempre chiesto come sarebbe stata presentata la morte di Bin Laden, perché ero certo che prima o poi 'l'avrebbero preso' e in queste modalità, ossia fucilandolo seduta stante; o meglio, ero sicuro che primo o poi ci avrebbero detto che ciò era successo e che finalmente eravamo 'liberi'. Fin qui tutto nulla di sconvolgente, a mio parere.
Quello che sinceramente mi turba è la reazione dei 'liberal', americani ed europei, di fronte a questo 'evento'. Penso che l'entusiasmo di Repubblica qui da noi,ad esempio, sia paradigmatico dell'assurdo in cui siamo piombati. Parlare di 'vittoria della democrazia' di fronte a un'esecuzione con un colpo alla testa trascende persino la neolingua orwelliana, e se a ciò aggiungiamo tutto il retroscena fatto di diffusione planetaria di foto false e rapido occultamento di cadavere attraverso tumulazione con inediti riti islamici marittimi, viene seriamente da chiedersi se certa gente che sarebbe pagata per diffondere notizie vere e smentire le menzogne 'ci è o ci fa'. Quando però il sito Web di quel giornale ospita un blog dove l'intelletuale di turno non si capacità del perché i cristiani "non dovrebbero rallegrasi della morte di Satana" forse ho capito tutto.
In realtà quello che è successo rappresenta la più grande sconfitta della democrazia, se questa parola ancora vuol dire qualcosa. Nel 1960, lo stato di Israele, attraverso il Mossad (e parliamo di due entità che non vanno molto per il sottile e che spesso non si fanno troppi scrupoli sul rispetto della garanzie legali), rapì Adolf Eichmann, la cui responsabilità nell'Olocausto era sicuramente molto più evidente di quella di Bin Laden nei fatti dell'undici settembre: eppure fu condannato a morte dopo un processo. Forse Israele non aveva timore di quello che poteva sapere o dire Eichmann, mentre nel caso degli USA e di Osama non era così.
Ma forse dovremmo smetterla con questa dietrologia e pensare che adesso "il mondo è più sicuro" (ignorando quindi gli allarmismi della CIA su prossime vendette) grazie a questa "vittoria di Obama su Osama".

Igor Giussani

Cari amici,

rispondo a tutti insieme, appena emerso da una vera e propria aggressione squadristico-radiofonica organizzata contro di me da Radio 24-Il sole 24 ore. Siamo sul filo della caccia alle streghe contro tutti coloro che non credono agli asini che volano.
In realtà questa vicenda mostra molto bene lo stato delle coscienze in occidente. Sono tutti pronti, i giornalisti, a organizzare la guerra, le guerre future. La cecità è davvero impressionante, segno che la lobotomizzazione dei cervelli è già arrivata oltre il livello di guardia.

E i cani da guardia del potere diventano ringhiosi e aggressivi.

Feste per la morte del nemico. Feste tribali. Orwell che domina.

Nessuno che prova imbarazzo a dire cose che non stanno né in cielo né in terra.

Non sappiamo quando è avvenuto, come è avvenuto un evento, ma tutti lo raccontano come chi l'ha inventato ha deciso che debbano farlo.

Giornali raccontano episodi (come quello della donna usata come scudo umano) di cui non hanno alcuna prova, come fossero verità rivelate. Il cadavere scompare e tutti si arrampicano sugli specchi cercando di trovare una spiegazione che non c'è.

Una foto falsificata fa il giro del mondo, intanto che la più grande potenza, mentre uccide, non è capace di dare una foto vera. S'inventa il rifiuto di paesi arabi di accogliere la salma senza che vi sia una sola prova che il governo USA ha fatto questa proposta a qualcuno. Non c'è uno straccio di dichiarazione.

Si dicono cose che vengono smentite dopo qualche ora, ma giornali e tv, che avevano già preso per oro colato la prima versione, accettano subito la seconda versione, giustapponendola alla precedente, anche se sono in contrasto tra loro.

L'hanno ucciso "perchè si era difeso"? L'hanno ucciso per un incidente? Non volevano ucciderlo? Evviva l'hanno ucciso perchè si doveva fare giustizia sommaria (come inneggiano le folle degli iloti nelle piazze d'America e negli studi televisivi di tutto il mondo?
E il cadavere dov'è? L'hanno buttato in mare per rispetto alle norme islamiche? Ma quali norme islamiche? E hanno dovuto fargli fare 1600 chilometri prima di raggiungere il mare?
E i pakistani hanno partecipato? Ma no, non hanno partecipato. Vera la prima, vera la seconda. Tutti applaudono alla prima e alla seconda verità.

Sì, cari amici, tutti questi sono già pronti a fare la guerra.

Nelle strade le cose sono un pò diverse, per ora, ma quando la paura comincerà a salire e il nemico sarà stato preparato per benino, ecco che tutti correranno davanti ai teleschermi per applaudire l'esecrazione del nemico che verrà scelto al momento opportuno.

Prepariamoci a difenderci. E' il miliardo d'oro che scende in guerra contro gli altri cinque miliardi. Noi facciamo parte dei cinque miliardi.

Giulietto Chiesa