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Nel tiro alla fune delle monete, il dollaro Usa ha la peggio

di Brandon Smith - 21/06/2011

   
     

Mi immagino in uno dei miei momenti più ottimistici che un giorno vivrò finalmente in un’economia del libero mercato, quando il dipanarsi del commercio e degli investimenti, il flusso e riflusso degli scambi saranno davvero una bella cosa. Un mercato senza una manipolazione centralizzata, dove la vera domanda e offerta saranno incoraggiate invece che oscurate, e dove agli strumenti finanziari tossici, alle disoneste multinazionali e persino alle divise imperfette verrà finalmente permesso di trovare la meritata fine perché non saranno più utili ai bisogni nella nostra nazione e della nostra cultura. Mi immagino un’economia che non cambia continuamente pelle e che si rinnova quando la nostra società cresce, ma una il cui proposito fondamentale sia quello di coltivare e facilitare proprio quella crescita. Mi immagino un’economia che sia utile PER le persone, che non sia contro di loro. Come ho detto, “ottimistici”.

Nell’economia odierna, abbiamo qualcosa di un po’ diverso. Siamo imprigionati in una trappola labirintica di un sistema massificato, che spinge continuamente una moneta di formaldeide nelle vene incrostate di un’infrastruttura da lungo tempo cadaverica; un golem economico, uno spettro finanziario, una cosa che striscia lungo gli oscuri orizzonti del futuro della nostra nazione, aspettando il momento giusto per liberare una specie evoluta di dannazione. Una cosa che non dovrebbe mai esistere.

Viviamo in un’economia mostruosa e innaturale. Una creazione di Frankenstein…

Questa creatura deve la sua vita infelice agli sforzi di un relativamente piccolo numero di banchieri internazionali, di uomini della finanza delle multinazionali e, naturalmente, della privata Federal Reserve; gli scienziati pazzi della nostra epoca, divorati dalla smania per il potere su ogni cosa. Un giorno, in un futuro distante, capiremo e finalmente apprezzeremo la loro “brillantezza”, oppure questa cosa se la diranno da soli. Il “progetto” è semplicemente troppo complesso e mirabile per essere dai noi compreso, spaventati villici dalla vista corta.

In fondo, il progetto è molto facile da capire e non è guidato dalla brillantezza, ma dall’arroganza (e una cosa non porta necessariamente all’altra). La chiave per arraffare lo storpio funzionamento della nostra economia sta proprio nella linfa vitale del nostro commercio, nel dollaro. Se lo conosci, saprai già tutto il resto. Ignora il dollaro, o cerca di averne una comprensione senza studiarci un po’ sopra e ti troverai completamente perso nelle nebbie e nel caos dei mercati.

Questa patina di confusione è molto evidente nella maggioranza degli investitori, che sembrano disorientati dalle performance altalenanti degli indicatori globali, delle emissioni del Tesoro e dei cambi delle divise, e più specificamente dal tiro alla fune tra il dollaro e l’euro. Perché l’instabilità del debito colpisce ciclicamente l’Unione Europea come un tornado? Come possono le materie prime scollegarsi dalle monete e muoversi indipendentemente dai “normali” indicatori di mercato? Come può l’economia USA essere ancora sull’orlo di un collasso dopo tre anni di salvataggi e di alleggerimenti quantitativi? Dove ci porterà tutto questo?

A molte di queste domande si può rispondere esaminando la battaglia in corso tra le nazioni sviluppate e quelle in via di sviluppo, considerando anche le loro politiche monetarie che sembrano cozzare l’una con l’altra. Comunque, c’è davvero uno sforzo concertato nel nascondere tutte le “coglionerie” e catastrofi che sono intorno a noi, e queste iniziative non sono realizzate per il nostro bene…

Il gioco della patata bollente tra USA e UE

Ogni tre mesi, settimana più settimana meno, le notizie si focalizzano sugli ulteriori sviluppi che arrivano dall’Unione Europea, ultimamente dalla Grecia. Questo trimestre non è stato un’eccezione, visto che S&P ha annunciato un abbassamento del rating del debito greco per arrivare alla fine a CCC, avvertendo che il paese è pericolosamente vicino al default.

La Grecia ora ha un rating peggiore dell’Ecuador, che ha fatto default nel 2009. L’Unione Europea avvisa della eventualità di una “diffusione sistemica” della crisi del debito se la situazione della Grecia non verrà contenuta. Se questo sia vero o no è di secondaria importanza. L’argomento fondamentale è la relazione tra l’instabilità dell’Unione Europea e il dollaro USA.

Ma non è d’aiuto ma è interessante notare, nel caso si seguissero i mercati delle divise e delle commodity, che ogni volta che negli Stati Uniti le pressioni inflazionistiche oltrepassano un altro livello o il dollar index si avvicina pericolosamente alla soglia limite di 72, le notizie diffuse dai media mainstream e da numerosi analisti ben inseriti improvvisamente spostano la loro attenzione sulla Grecia, l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, eccetera. La verità è che i problemi nell’Unione Europea non si esauriranno mai. Non saranno mai risolti e non c’è neppure alcuna seria intenzione per risolverli. L’approfondimento e la trasparenza di questi problemi vengono totalmente taciuti. Il risultato è solamente un breve ma forte cambiamento nella psicologia del mercato.

L’euro scende. La quotazione del dollaro riguadagna parte della propria perdita, perché la convinzione tra gli investitori disinformati è che il dollaro diventerà un “porto sicuro” sulla scia della destabilizzazione dell’Euro. L’oro e l’argento volano, salendo ogni volta tra il 5% e il 10%. Il petrolio ha una perdita molto inferiore, ma la sua forte risalita è almeno ostacolata per almeno un po’ di settimane. E le quotazioni delle azioni in tutto il mondo perdono colpi. Quello che è importante capire, comunque, è che ogni volta che si gioca a passarsi la “patata bollente” il dollaro poi precipita ancora di più, seguìto da una nuova esplosione dei prezzi delle materie prime e dell’inflazione. Quello a cui stiamo assistendo è un tentativo delle banche centrali globali di creare un declino controllato sia del dollaro che dell’euro, passando dall’uno all’altro, deviando le misurazioni degli indici per nascondere le vere entità dei danni inflitti sulle due divise.

Le più recenti altalene sono state complicate ancora di più dal dibattito sul tetto del debito tenuto al Congresso degli Stati Uniti. In altre parole, mentre le circostanze stavano peggiorando qui in America e il dollaro continua a sciogliersi in un brodo primordiale, le banche centrali globali hanno bisogno di una tempesta ancora più grande in Europa per portare gli investitori nella braccia del dollaro per rallentare il suo declino. Hanno certamente una tempesta di fuoco nelle loro mani nell’Unione Europea ora, proprio nel momento in ci un rafforzamento delle proteste sta sconvolgendo la Grecia in risposta alle misure di austerity e ai tagli alla spesa sociale richiesti dal FMI.

Ci si potrebbe chiedere: come finirà questo tiro alla fune tra il dollaro e l’euro? Potrebbe continuare all’infinito, specialmente se entrambe continueranno a deprezzarsi. Chi riuscirà a spuntarla nei termini di fiducia sul mercato?

È innegabile, il dollaro avrà la peggio.../font>

C’è un fattore che rende la cosa inevitabile, ed è il livello di creazione della moneta che si è accumulato negli Stati Uniti. Noi sbaragliamo ogni altra nazione per la stampa di moneta, per non parlare della spesa. Ma c’è un arcano; il dollaro non è indebolito solamente per il sostegno al nostro sistema sulla via del fallimento, è anche indebolito dal sostegno dato all’Unione Europea!

Dopo che la Federal Reserve è stata costretta a rivelare in giudizio i beneficiari dei una vasta porzione dei fondi di salvataggi distribuiti nel 2008, è diventato chiaro che una grossa parte delle emissioni di moneta (che è diventata un debito accollato sui contribuenti degli Stati Uniti) non andava nelle tasche degli Americani, ma in quella delle banche europee.

Un altro argomento importante da prendere in considerazione è che gli Stati Uniti contribuiscono per almeno il 20% del totale dei finanziamenti del FMI. Questo significa che ogni volta che il FMI concede un altro salvataggio a una nazione europea, NOI paghiamo almeno il 20% del conto di tutti i capitali che mandiamo oltre oceano. Il FMI sta al momento assemblando un nuovo bailout per la Grecia, appena un anno dopo l’ultima debacle costata 150 miliardi di dollari. E, ancora, Barack Obama sta promettendo l’”aiuto” degli Stati Uniti (ad es. un sacco dei vostri soldi) per contribuire a rallentare la crisi in Europa.

Questa è la ragione per cui, alla fine, l’America sbatterà per terra con ancora più violenza. Stiamo in fondo pagando le spese dei collassi su entrambe le sponde dell’Atlantico. Di conseguenza, stiamo svalutando la nostra moneta a un tasso molto più rapido di quanto non faccia l’UE. Se l’UE fosse stata obbligata a stampare per salvare le economie dei suoi stati membri, la storia sarebbe potuta essere un po’ differente, ma la realtà è che il dollaro è stato abbattuto per sostenere nazioni straniere, per fare in modo di on distruggere l’Euro.

Perché l’amministrazione Obama, la Federal Reserve, il FMI dovrebbero perseguire una tale politica? Bene, non ha granché senso se il tuo obbiettivo non fosse quello di implodere deliberatamente il dollaro, distruggere il suo status di moneta di riserva mondiale e sostituirlo con qualcos’altro (quel qualcos’altro potrebbero essere i DSP del Fondo Monetario Internazionale). Avrebbe senso se volesse trascinare l’Europea in uno stato di incertezza, ma non nell’anarchia totale.

Se all’euro verrà permesso di collassare, allora l’idea di un’unione centralizzata di nazioni, e in special modo un’unione globale di nazioni, diventerà una barzelletta finanziaria. Ma, se l’Unione Europea è solamente ferita e se l’euro appena acciaccato, le banche globali potranno sostenere che il sistema “potrebbe ancora funzionare” se solo fosse “più centralizzato”. In altre parole, i globalisti chiederanno alle nazioni dell’UE di cancellare tutte le divisioni politiche, non solo quelle economiche, e di accettare il comando di una singola organizzazione di governo. Affermeranno che la debolezza dell’UE era causata dal fatto che gli stati membri erano “abbarbicati alla loro sovranità” invece di lavorare insieme come un tutt’uno. Infatti, il consiglio di dissolvere le sovranità europee e di dare maggior potere a un singolo ente al comando è stato proprio ora pubblicato dalla stampa:

“[…] Barnier ha detto che l’UE dovrebbe tentare di unificare le sue funzioni politiche in materia di economia e finanza nello stesso modo riesce a farlo in politica estera. La realizzazione di queste politiche dovrà essere combinata con una capacità politica di prendere le decisioni opportune. Ha anche detto che può immaginarsi un giorno in cui i paesi membri si accorderanno per fondere le direzioni delle istituzioni chiave dell’UE ‘per avere così un vero presidente dell’Unione Europea.’”

“[…] Ha suggerito che i membri dell’UE devono alla fine permettere ancora una maggiore centralizzazione delle autorità di governo per meglio implementare le politiche economiche della regione.”

Il processo di centralizzazione è già in moto in Europa e gli AMERICANI stanno pagando per questo. In un futuro molto prossimo, arriverà un punto nel quale gli Stati Uniti non potranno più stampare moneta dal nulla senza provocare una perdita della consistenza delle riserve mondiali. Il risultato sarà un’implosione del dollaro molto più veloce di quella dell’euro. E allora i ruoli si invertiranno e saranno gli Stati Uniti a chiedere aiuto al FMI, e persino all’Europa, per evitare un default completo.

La preminenza del dollaro è la sua debolezza

Sento spesso dire che, siccome il dollaro diffuso e il suo uso così globale, non ci sarà alcuna possibilità che passi mai di moda. Non sono sicuro del perché molte ritengano quest’assunto logico ma, se ripeti a pappagallo i punti di vista del mainstream abbastanza spesso, può darsi che tu possa anche crederci. Io invece dico, al contrario, che la l’importanza del dollaro in tutto il mondo è davvero la sua prima debolezza. Il fatto che abbiamo accumulato così tanto debito e che ci siano trilioni di dollari di debito del Tesoro che se ne vanno oltre oceano, non dovrebbe essere una cosa tranquillizzante per nessuno. Il fatto che centinaia di paesi e milioni di investitori si aspettano ciecamente che saremo in grado di rimborsare questi debiti dovrebbe essere una cosa terrificante anche per il più convinto degli economisti.

Tutta questa “richiesta” di dollari e di emissioni del Tesoro USA si basa sull’illusione che questi strumenti continueranno a mantenere il proprio valore malgrado l’erosione del mercato statunitense e che alla fine un loro recupero spazzerà via tutti i rischi. Ma allora perché il Dow Jones precipita in una spirale al ribasso alla più piccola menzione del fatto che la Fed non potrà più continuare con gli alleggerimenti quantitativi? I mercati stanno già arretrando di fronte a questa minaccia. La teoria del recupero sarà sicuramente mal riposta. Cosa accadrà se la Federal Reserve annunciasse un QE3 per "sollevare preoccupazioni", solo per provocare sospetti sulla salute del dollaro? Cosa succederà se il tetto del debito verrà di nuovo innalzato? E cosa succederà se non verrà innalzato?

È il Comma-22. Indipendentemente dalla decisioni prese, la “popolarità” della banconota è un’aspettativa che non saremo più in grado di soddisfare.

Immaginatevi di essere un usuraio (per alcuni, potrebbe anche essere una cosa divertente). Ora, immaginatevi di aver prestato notevoli somme di denaro a uno scommettitore cronico che pretende di essere un miliardario. Tu pensi, dai, è ricco, se lo potrà permettere. Improvvisamente, scopri che NON è ricco. Ha i debiti fin sopra i capelli. La sua casa lussuosa, le auto costose, lo yacht stravagante; tutto un’illusione, una fantasia costruita sul denaro e il tempo avuto in prestito. I suoi debiti non valgono la carta su cui sono stampati.

Capirai, arrabbiandoti, che questo tizio non potrà mai ripagarvi. E allora, cosa fai? Bene, gli spacchi le gambe, naturalmente! E, forse, con ancora più gusto rispetto a qualche fesso su cui avevi sospetti dall’inizio.

L’analogia è semplicistica, ma credo di essermi spiegato. Gli Stati Uniti sono il falso miliardario, il resto del mondo l’usuraio (credetemi, gli investitori sul Tesoro possono diventare spietati quando scopriranno di non poter avere indietro il valore delle proprie obbligazioni). Molto presto, gli acquirenti del debito USA si sveglieranno e capiranno che l’America non sarà capace di onorare i debiti che ha accumulato e che la base che ci ha permesso di rimanere in piedi è stata la stampa di moneta senza interruzione della nostra banca centrale. Arrivato quel momento, “paralizzeranno” la nostra struttura economica inondando il nostro sistema con le stesse obbligazioni e gli stessi dollari che sono accreditati in quelle riserve che ci hanno permesso di diventare così preminenti. Iperstagflazione, eccola che arriva…

Per ora, siamo stati salvati dalle distrazioni dei default del debito europeo e dalla contemporanea svalutazione dell’euro, tra le altre cose. La ghigliottina scenderà, in ogni caso, quando l’illecita creazione di moneta degli Stati Uniti per sé e per l’Europa eclisserà l’instabilità del debito dell’UE, e i mercati mondiali finalmente capiranno in quale direzione tira il vento. Ovviamente, non si può vincere un tiro alla fune se stai tirando per l’altra squadra.

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Fonte: http://www.alt-market.com/articles/152-in-a-currency-tug-of-war-the-us-dollar-loses


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE