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La prima volta non si scorda mai

di Francesco Gizdic - 30/06/2011

Fonte: konradnews




“Occhi d’argento”, di Fabio Calabrese (Perseo Libri 2005)

 

9.gifNon è la prima volta per Sheila, che ha avuto la sua prima esperienza nel lontano 1978, né per degli strani tipi dagli occhi d’argento, né per gli axolotl; per gli altri invece è proprio così. E soprattutto è la prima volta che un triestino si propone di sedurre il pubblico con un’antologia dei propri racconti di fantascienza.

L’autore in questione è Fabio Calabrese, che dopo varie opere di saggistica e narrativa torna in libreria con questo volume, “Occhi d’argento”.

Scienza e fantasia intrecciate assieme in venti storie irreali-ma-non-troppo, visto che la maggior parte di quelle che ritroviamo in questa raccolta traggono ispirazione da tematiche scientifiche, ma anche etiche e sociali che ci riguardano da vicino.

Ormai la scienza ci fa credere che ogni prodigio sia possibile, e da un certo punto di vista il campo di gioco di un onesto scrittore del fantastico si fa sempre più ristretto. Per fortuna, come lasciano intravvedere i tre mondi, quelli dell’immaginazione, della realtà e del possibile, esistono infiniti universi ad un passo da quello in cui ci troviamo, alcuni dei quali molto diversi, altri invece quasi indistinguibili dal nostro; ad ogni modo tutti quanti folli e affascinanti.

Se, per ipotesi, un’astronave in viaggio nello spazio e nel tempo deviasse l’asteroide che 65 milioni di anni fa avrebbe dovuto sterminare i dinosauri, ora ci ritroveremmo con una Terra popolata da orribili rettili bipedi e intelligenti.

Oppure potrebbe accadere che i bizzarri abitanti di un programma di computer creato da noi stessi inizino a penetrare nel nostro mondo, utilizzando la corrente elettrica e sfruttando la ben nota formula E=mc2 per materializzarsi.

E come vi sono infiniti mondi, così vi sono infinite forme di vita possibili, sia in senso alieno che nel senso di mutazioni di noi stessi. Se vi trovate in Amazzonia, ad esempio, evitate di infastidire gli axolotl. Sono degli esseri anfibi semiumani, dall’aspetto eternamente bambino, che vivono nelle grotte e all’ombra del fogliame. Sono innocui, a patto che non andiate a toccargli il loro habitat. Oppure potreste perdere il senno innamorandovi di un’ “aviana”, su uno strano pianeta popolato di grandi uccelli intelligenti.

Ma per incontrare i diversi, gli alieni, i mostri, non occorre andare su lontane galassie, teletrasportandosi o viaggiando nel tempo.

Basta frugare nella nostra mente, per trovare la meraviglia e l’inquietudine.

Sono sufficienti poche ore di permanenza in un ambiente buio e privo di stimoli perché il cervello cominci a lavorare in modo anomalo. Non indulgete quindi in strani esperimenti… potrebbe accadervi di regredire sempre più nel passato, e di confondere le allucinazioni con la realtà, in modo anche drammatico e violento… potreste persino giungere a scoprire la verità suprema…

E a dimostrazione dell’unione indissolubile tra la vita e la morte e il bene e il male, proprio le tecniche che ci fanno sognare l’immortalità, come la clonazione, l’ingegneria genetica e l’uso di organi artificiali possono rivelarsi pericolose armi a doppio taglio e non di certo la soluzione di ogni nostro problema. Rischiamo di non riconoscerci più, di divenire stranieri a noi stessi, come le “orme” di uno di questi racconti, individui prigionieri di corpi divenuti lentamente qualcosa di non più umano. Bisogna fare attenzione, che magari si comincia con un dente finto, un pace-maker, una protesi di plastica, poi ci si lascia prendere la mano e si diviene dei robot…

Gli extraterrestri sono sempre in agguato, così come i draghi, se pensiamo che serpenti, coccodrilli e iguane ce li portiamo tutti i giorni appresso, nel cosiddetto “cervello rettile”. E secondo l’ipotesi della panspermia, avanzata qualche decennio fa da Fred Hoyle, grande scienziato e anche lui scrittore di fantascienza, la stessa vita sulla Terra proverrebbe dagli spazi siderali, seminata dalle comete.

Forse a volte gli scienziati invadono i terreni che apparterrebbero agli scrittori, e viceversa. In questo modo si possono prendere delle grosse cantonate, ma anche intuire brandelli di verità. L’unico dato certo, al di là della fantasia, al di là della scienza, è che gli alieni siamo noi.

E come gli alieni possiamo essere indicibilmente cattivi, o viceversa dei messaggeri di pace, o semplicemente ritrovarci smarriti su un pianeta incomprensibile, il nostro.

E Fabio Calabrese ce lo ricorda continuamente, inserendo nel tessuto delle sue costruzioni fantastiche tutte le sfumature del nostro essere, da quelle brillanti dell’amore verso noi stessi e verso la vita, alle tinte oscure della sete di potere e della distruzione.

La morale, secondo me, è che non ci sono morali: sta a noi avere il coraggio di seguire la nostra autentica natura e decidere quali colori indossare, che siano questi il bianco immacolato delle stelle, il rosso sanguigno e bellicoso del pianeta Marte, o una delle infinite tonalità che la Terra nella sua generosa tavolozza ci offre.

 

“Occhi d’argento”, di Fabio Calabrese (Perseo Libri 2005), non si trova in libreria, ma è acquistabile online su www.perseolibri.it, oppure telefonando allo 051 300575.