Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Napoli: la monnezza è la punta dell'iceberg

Napoli: la monnezza è la punta dell'iceberg

di Andrea Boretti - 13/07/2011


Uno studio durato 4 anni e condotto dai medici della base militare americana US NAVY dimostra e racconta come sotto i cumuli di spazzatura il territorio del capoluogo campano sia molto più compromesso di quanto si possa pensare. Il rischio, a leggere i dati, è quello di una vera e propria emergenza sanitaria.


spazzatura napoli
La montagna di inquinanti che infestano la Campania è molto più grande e pericolosa di quanto si possa immaginare

A Napoli la monnezza è solo la punta dell’iceberg. Dopo anni di frodi ambientali e di vario genere - che comunque finiscono spesso per inquinare i terreni - poco o per nulla perseguite, la montagna di inquinanti che infestano la Campania è infatti molto più grande e pericolosa di quanto si possa immaginare. Non si tratta più solo di ripulire le strade, quella è la facciata del problema, si tratta in pratica di bonificare i terreni e le acque, come lasciano intendere i medici della base della US Navy di Napoli.

Negli ultimi quattro anni i medici americani sono andati in giro per il territorio del capoluogo partenopeo raccogliendo centinaia di campioni di acqua, suolo e aria, anche direttamente all'interno delle abitazioni degli ufficiali della marina. I risultati di questa attività di ricerca e analisi presentano una situazione al limite dell'emergenza sanitaria.

I comuni più inquinati che gli americani considerano rischiosi per la salute delle persone sono Casoria, Villa Literno, Casal di Principe e Marcianise (mappa interattiva). I livelli di inquinamento di acqua, suolo e aria in queste zone sono a livelli inaccettabili e particolarmente preoccupante è risultata essere la condizione dell'acqua per uso domestico. Lo studio dei medici americani riscontra nei campioni prelevati la presenza di batteri coliformi fecali, nitrati, tetracloroetene, piombo e arsenico in percentuali molto superiori alle soglie di sicurezza.

Tale livello di inquinamento idrico pare essere imputabile non agli acquedotti, ma bensì agli allacci abusivi che inquinerebbero l'acqua potabile con l'acqua inquinata per l'irrigazione dei campi.

acqua potabile
Secondo lo studio gli allacci abusivi inquinano l'acqua potabile con l'acqua inquinata per l'irrigazione dei campi

Fotografata in maniera così drammatica la situazione, gli americani hanno stilato un protocollo di sicurezza per i propri ufficiali ma che suggeriscono di seguire anche agli abitanti delle zone segnalate. In particolare, il consiglio più importante è quello di usare (purtroppo) l'acqua in bottiglia per bere, cucinare, lavarsi e abbeverare gli animali. Far bollire l'acqua non serve in quanto i nitrati presenti nella stessa diventano in questo modo addirittura più pericolosi e alzano la propria concentrazione.

Anche suolo e aria non se la passano bene nel napoletano. L'aria secondo gli americani ha livelli di inquinamento simili a quelli delle grandi metropoli americane quali Los Angeles o Washington, pur con un eccesso di aldeidi nei giorni in cui viene bruciata la spazzatura. Il suolo è in una situazione ancora peggiore in quanto vi si è riscontrata la presenza di agenti chimici quali idrocarburi aromatici, diossina, furani, pce ed arsenico che in alcune zone raggiunge livelli tali a indurre gli americani a cambiare abitazione e zona di residenza.

Insomma la situazione è critica, lo sapevamo, ma questa volta potrebbe anche essere peggio perché non si risolve nascondendo la spazzatura sotto il tappeto o portandola in un'altra regione o bruciandola in un inceneritore. La fonte poi è finalmente una fonte terza, indipendente, che non ha alcun interesse a nascondere o negare l'evidenza, anzi.

C'è da prendere atto che questi sono gli anni, in Campania ma nell'Italia tutta, in cui tutti i nodi politici, economici e ora anche ambientali stanno venendo al pettine. Possiamo far finta che non esistano e subirne le conseguenze più o meno silenziose o possiamo cominciare a prendercene carico e assumercene la responsabilità, a partire dal più umile dei cittadini - che può fare la sua parte con la raccolta differenziata e soprattutto nella riduzione della produzione di rifiuti - al più importante degli amministratori il cui operato può essere ovviamente più determinante.

Ancora una volta registriamo quindi il segnale della necessità di un cambiamento non più rimandabile, ascoltiamolo!