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Il club delle mogli obbedienti e la spietata estetica di Prada

di Valerio Zecchini - 18/07/2011

 

Alcune settimane fa e' stato fondato a Ipoh, capitale dello stato malese del Perak, il 'club delle mogli obbedienti” (obedient wives club); come prevedibile, la polemica che ha scatenato nel mondo islamico (sia in Malesia che fuori) non si e' ancora placata, e sui giornali e sui siti internet se ne continua a dibattere intensamente.

Di che cosa si tratta? Sostanzialmente il club offre 'lezioni di sesso” alle sue affiliate per aiutarle a tenersi stretto il marito. Secondo il presidente Mohamad Rohaya un marito che e' felice in camera da letto non ha ragione di estraniarsi dal matrimonio, andare alla ricerca di prostitute o indulgere in altri vizi sociali. Le lezioni aiutano le mogli a “servire i loro mariti meglio che una prostituta di prima classe”.

Una personalita' istituzionale autorevole come Zakaria Harussani, mufti del Perak, ha appoggiato l'iniziativa. Il mufti, il quale recentemente ha fatto bandire il ballo del Poco-poco nella sua giurisdizione, sostiene infatti che alle donne va costantemente ribadito il loro ruolo e la loro responsabilita' verso il marito. Devono quindi essere molto obbedienti. Secondo lui, “la generazione piu' giovane e' troppo coinvolta da culture che non gli appartengono”(ossia dall'occidentalizzazione). Ha incitato all'apertura di club di questo tipo in tutta la Malesia, pur sottolineando che secondo l'Islam la donna puo' andare contro il marito se il suo comportamento e' anti-religioso.

Varie organizzazioni di donne musulmane, in particolare le “sisters in Islam” sono insorte, definendo l'iniziativa degradante ed insultante, e sostenendo che non tutte le persone sono soggette a pulsioni sessuali. Nei vari dibattiti mediatici, la critica piu' frequente e' comunque stata questa: l'islam prevede che l'atto sessuale nel matrimonio sia finalizzato anche al piacere e non solo alla procreazione, tuttavia cio' che prima di tutto deve tenere insieme la coppia e' l'amore; inoltre, uno dei principali precetti islamici e' la moderazione, e tutta l'operazione dei club andrebbe decisamente nella direzione opposta.

Ma in realta' cio' che il Corano non spiega chiaramente, cosi' come le altre dottrine religiose, e' se l'erotismo all'interno del matrimonio rientri o no nella sfera delle attivita' spirituali – se si', perche' contenerlo o limitarlo?

Nel frattempo, venerdi' 24 giugno a Hong kong il marchio milanese Prada, uno dei nomi piu' importanti nel mercato mondiale della moda, ha fatto il suo attesissimo esordio in borsa – con la prospettiva di aprire ottanta nuovi negozi in Asia entro fine gennaio 2012. La prestazione finanziaria e' stata un po' deludente rispetto alle aspettative, ma la vera sorpresa e' stata un'altra: davanti alla sede di Prada della citta' cinese alcune centinaia di attiviste femministe hanno inscenato una virulenta manifestazione di protesta, con tanto di cartelli e slogan per i diritti delle donne e la parita' di tutti i lavoratori di fronte alla legge. Perche'? L'anno scorso una manager della sede di Prada a Tokyo (giapponese ma con marito francese) era stata licenziata con la motivazione “troppo brutta per il suo ruolo all'interno dell'azienda”; e pare che altre dipendenti fossero state messe alla porta in precedenza con motivazioni simili: “poco elegante”, “mancanza di classe”, etc.. In sostanza, si e' replicato nella vita reale cio' che si era gia' visto nel celeberrimo film con Meryl Streep “Il diavolo veste Prada” - ancora una volta la realta' ha superato l'immaginazione. Tutta la vicenda e'poi finita in tribunale, ma dal punto di vista legale l'azienda probabilmente la spuntera', dato che e' legittimo richiedere il requisito della “bella presenza” per assumere qualcuno in una ditta o in un negozio, e' anzi una pratica sempre piu' diffusa – ma dal punto di vista etico? Pur mantenendo fermo l'assunto che anche la persona piu' brutta del mondo ha il diritto di lavorare se ne ha voglia o bisogno, c'e' da dire che perfino in una societa' dai gusti omologati come quella attuale, i canoni di bellezza ed eleganza rimangono estremamente soggettivi. Basti ricordare ad esempio che tante autorevoli riviste di moda continuano da decenni a giudicare la regina d'Inghilterra come una delle donne “peggio vestite del mondo”. Ma lei sicuramente si e' sempre sentita elegantissima!

Ad ogni modo, l'enorme valenza mediatica che assumono episodi come questi senz'altro ci conferma che stiamo vivendo nell'era del piacere; l'aspetto fisico e l'attrazione sessuale sono i principali vettori del piacere, ed ogni questione ad essi connessa viene amplificata al massimo. Sesso, moda ed estetica sono sempre piu' intrecciati alla religione, alla politica e all'economia – probabilmente e' solo narcisismo esasperato che si proietta nella sfera pubblica. O forse e' il percorso obbligato verso una piu' profonda consapevolezza di se', verso un'evoluzione dell'identita' collettiva. Stiamo ottimisti.