Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Bastonata finanziaria

Bastonata finanziaria

di Marco Cedolin - 18/07/2011



E’ oltremodo difficile riuscire a trovare le parole giuste, per commentare la nuova manovra finanziaria, dettata dalla BCE  e dai “mercati”, imposta dal presidente Napolitano e redatta dal passacarte Tremonti. Non solamente perché detta manovra, raddoppiata nelle ultime ore fino a raggiungere i 79 miliardi di euro, somiglia ad un marasma di tagli ed aggravi fiscali portati alla rinfusa, senza logica né senso, ma anche perché, pur facendo appello a tutta la buona  volontà possibile, diventa davvero difficile comprendere come un cavallo stramazzato a terra per l’inedia, dopo una settimana di digiuno, possa venire “rimesso in piedi” solamente a furia di bastonate e nuove prospettive di digiuno.
A venire colpiti dalla scure dei “sacrifici” saranno gli italiani tutti, in misura inversamente proporzionale al loro reddito. Introduzione dei ticket sanitari, tagli di tutte le agevolazioni fiscali per le famiglie, incremento di oltre un punto percentuale della pressione fiscale, una tassa di 200 euro perfino sui ricorsi al giudice del lavoro per vertenze riguardo a licenziamenti e mobbing, mentre a salvarsi dalla mannaia sembrano essere stati solo gli avvocati che hanno fatto valere il proprio peso specifico.
Il tutto in un paese dove la disoccupazione, la sottoccupazione e il precariato dilagano ormai senza controllo…..


Dove questa estate riuscirà ad andare in vacanza un italiano su cinque, per un periodo che non supera la settimana, dove sempre più famiglie, un tempo dal tenore di vita medio, arrancano sotto o accanto alla soglia di povertà, dove i giovani escono dalla scuola già deprivati di qualsiasi prospettiva occupazionale, dove trentenni e quarantenni non arriveranno mai a prendere una pensione che consenta il sostentamento, dove il potere di acquisto dei salari è da almeno un decennio in caduta libera, dove le lacrime sono finite da tempo e il sangue in circolazione è ormai solo quello di “rapa”.
Ad un paese in ginocchio, quantunque inebetito e privo di reazione, questi signori in giacca e cravatta alle dipendenze di Bruxelles, vengono a chiedere sacrifici  esemplari, nel nome della coesione sociale, della salute dei mercati finanziari, della gioia delle agenzie di rating, degli equilibri bancari, della stabilità dell’euro e di un’infinita sequela di altre idiozie con le quali mi rifiuto di sporcare la pagina.
Se fosse un film di fantascienza, varrebbe la pena di vederlo, almeno per scoprire come va a finire. Trattandosi purtroppo della realtà, non si può evitare di restare allibiti e domandarsi quale possa essere il grado di sopportazione di una massa d’individui, costretta a sovvenzionare la mano che li bastona, affinché possa continuare a bastonarli sempre di più e sempre più in fretta. Sicuramente molto alto, ma quanto alto?