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Il ritorno del gold standard e il mondo si scatena con gli ordinativi

di Ambrose Evans-Pritchard - 18/07/2011

   
   

Mentre i due pilastri del sistema monetario internazionale minacciano di sfracellarsi all’unisono, l’oro ha reclamato il suo antico status di àncora di stabilità. Il prezzo spot ha raggiunto a Londra un altro record con 1.594 dollari l’oncia, tirando la volata all’argento che si è apprezzato di 39 dollari.

Da un lato dell’Atlantico, la crisi del debito dell’eurozona si è diffusa a paesi che sembrano troppo grandi per essere salvati – Spagna e Italia – anche se RBS crede che un fondo di salvataggio da 3,5 trilioni di euro assicurerebbe la sopravvivenza dell’unione monetaria europea.

Dall’altro lato, la ripresa incespica e le presse per la stampa sono state oliate ancora una volta. La politica del rischio calcolato tra il Congresso e la Casa Bianca sul tetto del debito USA ha costretto Moody's ad avvisare di un "rischio piccolo ma in crescita" che la superpotenza planetaria possa andare in default entro due settimane. "L’impensabile ora è pensabile", ha detto Ross Norman, direttore di thebulliondesk.com.

Il direttore della Fed Ben Bernanke ha confessato al Congresso che la crescita non è riuscita a vincere l’inerzia: "I rischi deflazionistici potrebbe ri-emergere, implicando la necessità di un’iniziativa supplementare a supporto."

Il livello del QE3 - ancora altri acquisti di bond - è persino più basso di quanto i mercati pensassero. Il nuovo ingresso di uomini nella commissione che sono a favore del “denaro vero” non ha spostato la Fed dalla propria strada, malgrado la rabbia globale per la svalutazione avvenuta sotto il QE2.

Alimentando ancor più la fiamma, le potenze emergenti asiatiche stanno quasi tutte adottando politiche monetarie molto morbide. La maggior parte di queste hanno tassi di interessi negativi che spingono i cittadini fuori dai conti in banca, per dirigersi verso l’oro o le proprietà. La Cina è un iper-inflattore. I prezzi stanno salendo al 6,4 per cento, anche se il tasso per i depositi a un anno è del 3,5 per cento. La banca centrale dell’India non vede ancora la luce.

“È davvero spaventoso: la corsa all’oro si sta accelerando a una velocità sempre più alta", ha detto Peter Hambro, direttore del maggior listino di oro puro in Gran Bretagna, Petropavlovsk.

"Una delle grandi banche statunitensi oggi mi ha mandato un messaggio per dirmi che, nel caso in cui il QE3 venisse implementato, potremmo vedere l’oro a 5.000 dollari e l’argento a 1.000. Sono davvero dispiaciuto per tutti quelli che hanno redditi fissi legati alle monete fiat perché non saranno in grado di comprarsi niente con la moneta di carta."

Cina, Russia, Brasile, India, e le potenze petrolifere del Medio Oriente hanno diversificato i loro 7 trilioni di riserve in euro negli ultimi dieci anni per limitare l’esposizione sul dollaro. Visto che l’unione monetaria europea sta affrontando una crisi di sopravvivenza, non ci sono altre monete sicure che possano assorbire i flussi. Il franco svizzero, il dollaro canadese, quello australiano e lo won coreano sono troppo piccole.

"Non c’è penetrazione di mercato per queste altre divise, e quindi l’oro è la scelta obbligata", ha detto Neil Mellor del BNY Mellon. La banche centrali occidentali (anche se non quelle di Stati Uniti, Germania e Italia) hanno venduto gran parte del proprio oro ai minimi della fase “bear” un decennio fa. La Banca di Inghilterra vince il mongolino d’oro per aver venduto tutto quello che aveva a 254 euro l’oncia su ordine di Gordon Brown nel 1999. Ma Russia, Cina, India, gli Stati del Golfo, le Filippine e il Kazakistan hanno fatto i loro acquisti.

La Cina è restia, rivelando le compravendite con un grosso ritardo. Ha ammesso di aver raddoppiato le sue riserve d’oro fino a 1.054 tonnellate pari a 54 miliardi di dollari. Ma è solo un piccolo frammento delle sue riserve di 3,2 trilioni di dollari. La Camera di Commercio cinese ha riferito che dovrebbe essere moltiplicata per otto, portandola a 8.000 tonnellate.

Xia Bin, un consigliere della banca centrale cinese, ha detto in giugno che la strategia per le riserve del paese hanno bisogno di un’"urgente" ristrutturazione. Invece di comprare cambiali di carta da un prostrato Occidente, la Cina dovrebbe investire in beni strategici e accumulare oro per abbassare la propria esposizione.

Passo dopo passo, il mondo si sta rincamminando verso un redivivo Gold Standard mentre diventa evidente che il Giappone e l’Occidente hanno raggiunto la saturazione del debito. Il direttore della Banca Mondiale, Robert Zoellick, ha detto che è giunto il tempo di "considerare l’utilizzo dell’oro come punto di riferimento internazionale". Il parlamento svizzero deve riunirsi per parlare di un "Franco d’Oro" parallelo. Lo Utah ha dato valore legale all’oro per i pagamenti delle imposte.

Un nuovo Gold Standard probabilmente sarebbe basato su una variante del “Bancor” proposto da Keynes alla fine degli anni ’40. Era un paniere di trenta materie prime che si credeva fossero meno deflazionistiche dell’oro puro, che è stato poi incorporato nella Grande Depressione. L’idea fu resuscitata due anni fa dal direttore della banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, come modo per contenere gli eccessi “dovuti al credito".

Lo stesso Bernanke è stato pressato dal Congresso questa settimana per parlare del ruolo dell’oro. Perché la gente compra l’oro? "Come protezione contro quello che chiamiamo “rischio di coda”: esiti molto, molto nefasti", ha replicato.

Proprio vero.

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Fonte: http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/8638644/Return-of-the-Gold-Standard-as-world-order-unravels.html