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La vogliamo finire con gli indugi?

di Gianfranco La Grassa - 21/07/2011


 

 

E’ da quasi vent’anni che ci raccontano balle a non finire; non nel senso che tutto quanto viene detto è pura menzogna, ma si deviano gli obiettivi, si cerca di nascondere quali sono quelli reali. Nel ’92, gli Usa (quelli di Clinton) attaccarono in pieno il regime Dc-Psi in Italia, coadiuvati dalla Confindustria agnelliana, i “poteri forti” sempre in auge, quelli che – tenendo conto che dalla prima rivoluzione industriale siamo passati alla terza ed è trascorso un secolo e mezzo – corrispondono ai cotonieri del sud degli Usa, il cui “seppellimento” (in senso spesso letterale) è stato il vero atto di nascita della potenza Usa. Noi non abbiamo la pretesa di divenire quello che sono diventati gli “oltreatlantici”, ma un bel “seppellimento” di tali “poteri forti” – con i loro corifei pseudo-politici – sarebbe l’autentico toccasana per questo paese.

Invece no, si fanno manovre antipopolari (anti-ceto medio e medio-basso soprattutto). Ci si racconta della speculazione dei cattivi finanzieri, ci si scatena contro la Casta. Quest’ultima va aggredita non tanto nei suoi privilegi, ma nei settori che più sono manutengoli dei poteri forti e degli Usa (quelli di Obama, eredi di quelli di Clinton). Anche vent’anni fa ci si disse (sia chiaro, era in parte vero, non voglio difenderli) che i politici erano tutti ladroni. Si salvarono però i rinnegati, quelli che avevano già negli anni ’70 (anche attraverso opportuni “viaggi”) tradito il loro “campo d’origine”, ma che poterono manifestare apertamente il loro voltafaccia solo al crollo del socialismo e dell’Urss, in casuale ma opportuna coincidenza con l’ascesa degli ambienti statunitensi rappresentati da Clinton.

I rinnegati erano ladroni come gli altri, ma una magistratura addomesticata li salvò (qualche ingenuo, che credé di poterli perseguire, ricevette l’opportuna “lezione”). La magistratura era però strumento d’oltreoceano e dei “poteri forti”, i nostri “cotonieri” che non ricevono mai la lezione definitiva impartita ai “confederati” nel 1861-65. Nei primi anni ’90, il crollo repentino del campo socialista implicò la fretta del “colpo di Stato” mascherato da giustizia e l’altrettanto frettoloso passaggio di campo dei rinnegati (che l’avevano compiuto già da anni, ma si erano tenuti nascosti come fanno tutti i furfanti di bassa tacca). Si presentò questo “naso di Cleopatra”, cioè questo “accidente storico” che fu Berlusconi, e il piano originario fallì. Allora apriti cielo! Vent’anni di inganni e prese in giro. Ogni secondo momento vi era l’ascesa del “fascismo” (berlusconiano), dall’altra parte agivano ancora “comunisti” e “toghe rosse”.

Un rimbecillimento totale, che oggi si ripete con l’attacco alla Casta, fonte di tutti i mali. Nessuna difesa di quest’ultima. Sarei felice se venisse un gruppo politico capace di spazzarla via e di portare i “bivacchi” in Parlamento; non è però questo il reale obiettivo finale. Bisogna spazzare via i nostri cotonieri, bisogna tagliare le unghie ai burattini degli Usa di Obama che, eredi di quelli di Clinton, vogliono ora concludere l’operazione non riuscita allora. Difficile sapere i mezzi adottati per appiattire completamente il nostro premier attuale (non credo per molto tempo ancora), che è ormai ridotto a dire: “non volevo fare questo o quello”, “l’avevo detto che ci si imbarcava male” e cose consimili. Ormai non conta nulla; è tenuto in piedi dalla Casta (in cima alla quale c’è chi non si può nemmeno nominare a dimostrazione di quale democrazia esista oggi in Italia) perché così vuole il “bell’abbronzato”, tenuto conto che non c’è alcun repentino crollo di un (ormai inesistente) polo avverso; di conseguenza, nessuna fretta di approfittare della situazione. Si può procedere con calma, con qualche mese di tempo (o forse qualche settimana o forse molti mesi). Impossibile fare previsioni esatte; l’importante è stavolta preparare bene il “poppolo” a prenderla in c…. senza che arrivino altri “accidenti storici” e si becchino i voti dei “moderati”.

Tanti sono i conniventi: alcuni consapevoli in quanto autentici sicari degli Usa di Obama e dei nostri finanzieri e industriali del piffero, parassiti che bisognerebbe disinfestare come il nord fece con i cotonieri del sud negli Usa ottocenteschi; altri invece sciocchi nel loro opportunismo, tipo i leghisti, pronti a reimboccare la strada giustizialista di vent’anni fa, che non porterà loro nulla di buono. Solo qualche loro personaggio, fattosi fama alla guisa di Erostrato, passerà alla fine con i vincitori (sapete già i nomi di alcuni di questi bei tomi, no?). Perché un altro degli inganni, utili a fregare questo “poppolo” di rincoglioniti, è quello del dissidio nord-sud. Adesso si è trovato il pomo della discordia nella “monnezza”, ma si rinfocolerà sempre l’astio; i “nordici” stufi di certi indubbi comportamenti odiosi dei meridionali, questi ultimi che, altrettanto giustificatamente, avversano gli atteggiamenti di superiorità dei primi. Alla fine, chi metterà tutti d’accordo sarà l’Inno di Mameli, la ritrovata (nella retorica degli affossatori del paese) Unità d’Italia, la Costituzione, che ormai hanno fatto diventare odiosa perché chi la difende è odioso, è ipocrita, ci sta svendendo agli Usa di Obama (e ai “cotonieri” italiani).

Occorre uno sforzo per ripercorrere gli ultimi vent’anni, cercando di riportare alla luce l’attività dei rinnegati e liquidatori del paese, quelli che dovrebbero essere processati per alto tradimento. Occorre riandare agli anni cruciali del dopoguerra, soprattutto al decennio ’70 (perché qui si annida il “serpe” che continua ad avvelenarci). Purtroppo hanno celato tutto dietro spesse cortine fumogene. Cominciamo a lanciare altre ipotesi rispetto a quelle della schiera dei traditori, che in quegli anni prepararono le svolte da cui si è originata l’infezione degli ultimi vent’anni e l’attuale cancrena; azione favorita da un laido ceto intellettuale di “estrema sinistra”, fonte della purulenza che ci avvolge e che trasuda dalla stampa, dall’editoria, dai mass media.  Lanciamo sempre il nostro appello favorito : vogliamo infine il Grande Chirurgo, che operi e amputi il paese di tutto il marciume politico e intellettuale. Noi siamo però “piccini”. Cominciamo quindi dal poco, dal mettere ordine in certi eventi.

Smettiamola, se possibile, con questa diffidenza che sta bloccando utili rapporti. Abbiamo provenienze (politiche, ideologiche, ecc.) diverse, ma non sono pochi quelli che avvertono il malanno che ci ha colpiti. E poi, detto esplicitamente: perfino tra coloro, che in fondo si sentono ancora vicini agli Usa, ci sono individui per nulla d’accordo con i farabutti, nostri seviziatori. Abbiamo per troppo tempo agito in modo un po’ manicheo, con mentalità da computer, o sì o no; non è così, siamo entrati in un’epoca di grandi sfumature e di colori cangianti a seconda del tempo “meteorologico” e dell’angolo di incidenza della luce.