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Norvegia, petrolio e gas

di Debora Billi - 25/07/2011


136206-a-norwegian-national-flag-is-seen-among-flowers-to-mourn-the-victims-o.jpg Sono ancora sconvolta per l'orribile strage di ragazzini che si è consumata in Norvegia. Credo che nella storia delle stragi, l'isoletta di Utoya sia seconda solo alla scuola elementare di Beslan in Russia, dove arrivai al punto di smettere di seguire le notizie perché non sopportavo più il raccapriccio.

Non mi metto certo qui a ricamare sulle motivazioni dell'assassino, o a pontificare sul terrorismo nero o islamico o semplicemente pazzoide in Europa, anche se qualche ideuccia me la sarei anche fatta. Ma si tratta di ipotesi personali che non hanno né capo né coda.

Nel mio piccolo, però, posso dare una mano offrendo qualche informazione in più sulla Norvegia, Paese produttore di petrolio e gas e quindi sicuramente di nostro interesse.

Anzitutto, è da ricordare che la Norvegia è il secondo fornitore di gas all'intera Europa, con il suo 27% subito dopo la Russia (41%), e viene abbondantemente prima dell'Algeria (17%). La produzione è pari a 103 bcm per anno, non ha ancora raggiunto il picco che l'Aspo prevede intorno al 2020. L'80% della produzione di gas norvegese viene solo da alcuni giacimenti giganti ormai maturi, e le speranze per il futuro giacciono proprio sull'esplorazione e lo sfruttamento di nuovi giacimenti artici. Nessun nuovo giacimento è stato scoperto negli ultimi 10 anni, esclusi Snohvit e Goliat nel Mare di Barents.

Per quanto riguarda il petrolio, la percentuale di produzione norvegese è pari al 50% di tutta la produzione europea, ed è un po' la nostra Arabia (se escludiamo la Russia, ovviamente). L'EROEI è ancora ottimo, pari a quello mondiale del 1990. La produzione del 2011 è intorno a 1,7 milioni di barili al giorno, con un trend discendente (picco nel 2001), la gran parte viene esportata mentre il consumo interno resta perfettamente (e saggiamente...) piatto da vent'anni. Un Export Land Model "modello".

La notizia di cui molto si parla in Rete in questi giorni è quella relativa agli accordi con la Russia. Eccone qualche dettaglio, da un articolo di World Oil del 10 Febbraio scorso, che titola "Norvegia e Russia ufficialmente si spartiscono il Mare di Barents": 

I colloqui per la spartizione del Mare di Barents hanno impiegato 40 anni per giungere a termine. 175 mila chilometri quadrati nella disputa, che si è risolta in varie fasi. (...) La regione in oggetto è stata divisa quasi equamente, con Mosca e Oslo che hanno entrambe fatto concessioni. La cosa più importante, è che i due vicini ora hanno confini chiari e segnati che delimitano le rispettive zone economiche e della piattaforma continentale. (...) Quando entrerà in vigore, l'accordo Russo-Norvegese annullerà la moratoria sulle esplorazioni dei vasti giacimenti di petrolio e gas nell'Artico, uno sviluppo importante dato che i vecchi giacimenti sono seriamente in depletion e si stanno esaurendo. (...) La linea di demarcazione non corre solo in superficie, ma anche sul fondale e in particolare sulla piattaforma continentale marcandola come la costa di uno Stato, piattaforma che è generalmente ritenuta contenere un terzo delle risorse naturali mondiali e in particolare petrolio. Russia e Norvagia hanno marcato i loro confini comuni, tolto la moratoria, e si sono accordate sul quantitativo di petrolio e gas che andrà estratto, così come le condizioni per l'estrazione.