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La manovra sgonfiata

di Eugenio Benetazzo - 31/08/2011

Fonte: cadoinpiedi




Il governo rivede le sue scelte: niente fondo di solidarietà e nessun bagno di sangue. Una manovra che non basterà a sanare i conti italiani. Lo scenario argentino è sempre più vicino

Cambia ancora la manovra del governo. Niente più contributo di solidarietà, ma tagli alle pensioni. Servizio militare e università non potranno più essere conteggiati ai fini pensionistici. Cosa succede?

La così tanto attesa austerità anche per i conti pubblici italiani sembra si sia trasformata in un nulla di fatto ( http://borsaitaliana.it.reuters.com/article/bondsNews/idITLDE77T0FU20110830 ). Per carità, hanno abolito interamente le province e questo era uno degli obiettivi che tanti partiti politici indipendenti ( http://www.beppegrillo.it/2011/07/siamo_mica_qui/index.html ) e movimenti popolari avanzavano ormai da anni. Però il cosiddetto 'bagno di sangue' che era stato paventato circa un mese fa si è dissolto nell'etere, hanno completamente abbandonato il contributo di solidarietà che avrebbe colpito determinati livelli di reddito; poi hanno ridimensionato quelli che erano gli sgravi e soprattutto i minori introiti nei confronti degli enti locali. Il Parlamento dovrebbe essere dimezzato nelle prossime legislature. Hanno toccato profondamente i meccanismi che consentono di riscattare gli anni di laurea ( http://www.repubblica.it/economia/2011/08/30/news/manovra_web-21030091/ = e anche l'eventuale periodo di levabilità, e quindi sembra che ci siano state delle pressioni in questi ultimi giorni volte a ridimensionare, a livellare quello che era il così detto 'bagno di sangue' annunciato.
Probabilmente dal punto di vista elettorale, attraverso una serie di dati statistici, hanno tentato di intuire quelli che avrebbero potuto essere i danni nel medio e lungo termine a livello di consenso popolare. Quindi se ci ricordiamo le affermazioni che erano state fatte alcune settimane fa 'abbiamo i cuori molto forti', poi ricalcate dalla stampa internazionale, 'abbiamo il cuore che gronda di sangue' / http://video.corriere.it/berlusconi-il-nostro-cuore-gronda-sangue/9c796094-c52a-11e0-a78d-d70af0455edb ) , forse possiamo capire che sono state strutturate delle manovre di contenimento per evitare di essere considerati un governo che dal punto di vista del programma politico, ha quasi interamente disatteso la propria proposta originale.

Basterà questa manovra all'Italia?

Non basterà assolutamente, è l'ennesima manovra tampone al pari di quelle che sono state strutturate per la Grecia ( http://www.corriere.it/economia/11_luglio_21/default-selettivo-grecia_f9202e94-b388-11e0-a9a1-2447d845620b.shtml ) , abbiamo visto 18 mesi fa cos'hanno fatto per la Repubblica Ellenica: prima un determinato capitolato di spesa messo a disposizione, poi successivamente integrato, poi allargato, e così via discorrendo. La stessa cosa purtroppo sembra si stia verificando anche per l'Italia, mentre in questo momento c'è l'esigenza di presentare la medicina per il Paese. La medicina purtroppo è veramente molto amara, soprattutto per chi si trova avere un'età tra i 35 e i 45 anni, prevedendo l'abbattimento coatto di tutta una serie di spese e oneri che sino ad oggi il welfare sociale italiano ha garantito. Adesso hanno mitigato, contenuto il peso delle pensioni di vecchiaia, hanno compresso il peso, il costo, l'onere della rappresentanza popolare abbattendo le province e ridimensionando l'organico parlamentare. Questo forse potrà far gioire tanti contribuenti italiani, se non altro perché molti benefici e privilegi verranno a decadere, ma sul piano sostanziale non è che muta o migliora il clima dei conti pubblici italiani, in quanto la manovra è esigua, di contenuto tutto sommato modesto. Si deve andare ancora maggiormente in profondità andando a colpire soprattutto il sistema pensionistico che purtroppo è destinato a collassare a lungo termine. E siccome sono scelte di politica economica necessarie al Paese, ma dal punto di vista elettorale assolutamente impopolari, è chiaro che qualsiasi governo si guarda bene dal metterle a cantiere e dall'implementarle.

I trentenni non avranno più pensione. O no?

Non è che queste persone non avranno la pensione, ce l'avranno ma sarà profondamente ridimensionata in termini di contributo economico, dal punto di vista proporzionale rispetto a quelle percepite negli anni precedenti. Quindi se oggi si riesce ad andare in pensione con il 60- 65% dell'ultima contribuzione, da qui a 20- 25 anni si andrà in pensione con il 35-40% dell'ultima contribuzione; con le problematiche strutturali, socio-economiche che ha il nostro Paese, ormai il cosiddetto scenario argentino è sempre più alle porte.
Purtroppo manca in Italia una politica di sostegno alla copertura previdenziale privata ( http://it.wikipedia.org/wiki/Pensione ) e qui noi italiani, dobbiamo dirlo, siamo completamente impreparati a gestire il futuro che ci attende, perché nella maggior parte dei casi rinviamo ancora a quell'idea che lo Stato deve intervenire e salvaguardare tutto e tutti. E purtroppo chi si trova tra i 30 e i 40 anni si deve rendere conto che dovrà risparmiare, fare sacrifici, rinunce per garantirsi un futuro, non dico benestante, ma almeno decoroso, attraverso forme di previdenza private o succedanee di queste. Di certo non potrà ritrovarsi a 50 anni con l'idea di coprirsi da questo tipo di rischio di disagio.
Se poi andiamo a considerare le recenti esternazioni che sono arrivate da numerosi organi istituzionali che ormai hanno rilevato come Italia sia la capacità di risparmio, sia il gradiente di risparmio stiano costantemente decadendo ( http://denaro.it/blog/2011/07/13/intesa-sanpaolo-gli-italiani-non-risparmiano-piu/ ) , emerge una visione dell'Italia da qui a 15- 20 anni veramente drammatica in cui abbandoneremmo drasticamente quella nomea famosa di 'Bel Paese' per cui tutto e tutti erano garantiti e questo consentiva un bel vivere, una serenità e un benessere che tanti altri paese ci invidiavano.

Purtroppo quando oggi un ragazzo di 20-25 anni o quando ha finito di studiare, o quando si è laureato entra nel mondo del lavoro, nella maggior parte dei casi non ha la capacità economica per riuscire a risparmiare, e questo è il problema della generazione mille euro che più volte è stato denunciato. Una generazione che non solo non ha capacità di risparmio, ma deve addirittura andare ad attingere i risparmi creati, accantonati da altre generazioni, vedi i papà e i nonni, che attraverso aiuti periodici durante il corso della loro vita sostengono lo stile di vita delle nuove forze giovanili. Per l'Italia, al pari anche di altri paesi dell'Europa periferica, si prospetta un cambio di scenario socio-economico, per cui o sarai particolarmente benestante e avrai un tenore di vita che ti potrà consentire di vivere ancora al di sopra delle tue possibilità, oppure, assieme al resto della popolazione, sarai schiacciato verso il basso, non con una ricerca di stile di vita, ma solo con una capacità di sopravvivenza che già si percepisce oggi nelle regioni più deboli o nei distretti industriali che stanno vivendo un lento e inesorabile declino dell'industrializzazione.

Chi ha un po' di liquidità come deve posizionarsi?

Ancora ad oggi gli italiani dimostrano, nonostante quello che è accaduto in questi ultimi tre anni, di non essersi interessati dello scenario finanziario, di non comprendere le problematiche che caratterizzano tutta l'Europa occidentale, soprattutto dal punto di vista bancario e finanziario. In questi ultimi mesi continuo a ricevere e-mail e richieste di piccoli risparmiatori italiani che si chiedono 'ma questo titolo di Stato è al sicuro? Questa banca è sicura? Questo conto corrente mi dà una qualche sorta di garanzia?' e così via. Purtroppo al momento garanzie non ce ne sono, nel senso che ci sono dei livelli di presunzione di garanzia, o dei livelli di presunzione di certezza. Il mio consiglio è quello innanzitutto di iniziare a fare uno screening severo sulla banca a cui siamo appoggiati, perché non tutte le banche in Italia sono uguali, si comincia a delineare una netta separazione tra banche cosiddette 'virtuose' e banche che non lo sono. Pensiamo solamente a quello che è accaduto ai grandi gruppi bancari in questi ultimi mesi, italiani, che sono stati obbligati a processi di ripatrimonializzazione ( http://www.eurogroup.biz/web/canali-tematici/crediti-finanza/notizie/SE-LIMPRESA-ITALIANA-ENTRA-NELLERA-DEL-CREDITO-POSSIBILE_5424_6.jsp ) .
Quindi selezione attiva e serena del partner bancario, basta lasciar depositato il denaro sulla banca che è sotto casa, perché è comoda, e iniziare a cercare all'interno del proprio territorio chi si è distinto per virtuosismo patrimoniale, perché ci sono banche che sono patrimonialmente più solide di altre e quello dovrebbe confortarci nell'effettuare attività di deposito delle nostre disponibilità. In secondo luogo consiglio vivamente di evitare la cosiddetta 'massificazione del portafoglio'. Vi faccio un esempio: se oggi ho una disponibilità di 100 mila euro non vado a comprarmi un titolo di Stato o ad effettuare un singolo deposito presso un unico istituto di credito ma cerco di suddividere quell'importo in almeno quattro o cinque tranche e le delocalizzo finanziariamente in istituti di credito tra di loro concorrenti, chiaramente con caratteristiche di virtuosismo e fluidità patrimoniale, e poi, cosa ancor più importante, evito di investire magari in contenitori che possono essere profondamente a rischio in questo momento, come titoli, obbligazioni a tasso fisso, o titoli di stato governativi nell'area europea.

Io sono circa due anni che consiglio di prendere seriamente in considerazione i fondi flessibili ( http://www.soldi.it/i-fondi-flessibili-s4773553.htm ) , che sono fondi comuni di investimento in cui il gestore muove il patrimonio del conto in base all'umore del mercato e alle problematiche insite nel periodo che stiamo vivendo.