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No, Allam no

di Alessio Mannino - 20/09/2011

Fonte: alessiomannino


Le persone si giudicano dal prezzo che pagano per le loro scelte. Per aver contrastato gli oligarchi della Lega vicentina, Davide Lovat ha pagato con l’espulsione dal partito-caserma in cui, a torto, credeva. Dopo aver rotto i ponti con personaggi come Dal Lago e Stefani e, su per li rami, Calderoli, Maroni e lo stesso Bossi, ora però Lovat porta in dote il suo abbozzo di movimento, la “Lega Democratica Comunitaria”, ad un altro bel soggettino come Magdi Cristiano Allam.
Personalmente, ho il massimo disprezzo umano e politico per questo ex musulmano ed ex giornalista di Repubblica folgorato dal cattolicesimo (evento che egli, modestamente, definì un «fatto storico»), passato per il Corriere come “vicedirettore ad personam” (per fare la Fallaci al maschile ma senza averne la grandiosa penna) e oggi eurodeputato uscito dall’Udc per fondare il suo minuscolo partitucolo personale, “Io amo l’Italia” (dev’essere l’Italia che non ama lui, visto che della sua esistenza si ha sentore solo perché gli lasciano scrivere ripugnanti tirate fondamentaliste sul Giornale berlusconiano). Leggendolo si prova la sgradevole sensazione che suscitano i convertiti, che devono battere in zelo e fanatismo i confratelli per dimostrare la propria fede. Per lui, già fedele di Allah, ogni moschea è un covo di terroristi, ogni islamico un potenziale kamikaze o fiancheggiatore di Al Qaeda, l’intero Islam è un nemico della civiltà cristiana. Interpreta tutti gli avvenimenti più drammatici in un’unica chiave: i musulmani ci hanno dichiarato guerra, e in nome di Gesù Cristo Nostro Signore dobbiamo bandire una nuova crociata per difendere l’Occidente, gli Usa e Israele. E’ talmente ossessionato che, nel commentare l’attentato del norvegese Breivik, una mente instabile che mescolava confusamente credo massonico, estremismo cristiano e paranoia islamofoba, ha accettato la vulgata secondo cui era un “neonazi” e l’ha equiparato ai jihadisti. Alla fine, insomma, è sempre colpa dell’invasione islamica.
E pure la questione che pone questo chierico dell’odio è seria: quale identità per l’Europa? Sono le sue risposte che non convincono, intrise come sono di una feroce ipocrisia. Anzitutto bisognerebbe disgiungere il destino europeo dal fantomatico “Occidente”, entità che di culturale non ha niente salvo essere la proiezione, nell’economia e negli stili di vita, degli Stati Uniti. E infatti Allam è un filo-americano sfegatato e, ça va sans dire, un acritico sionista che bolla come “antisemita” chiunque osi fare un minimo appunto agli Israeliani. Ma poi l’Europa è davvero cristiana? Lo è stata. Le Chiese, specie la cattolica, resistono e godono ancora di una certa influenza, ma la secolarizzazione e la commercializzazione di ogni aspetto della vita ha ridotto la religione, a livello di massa, ad un fatto epidermico, privato, opzionale, minoritario. Ed è stata proprio l’invasione della way of life della sua amata America, in settant’anni di egemonia geopolitica e culturale, ad affossare le tradizioni e la spiritualità europee. Ma di questo Allam non fa parola. E’ l’ultimo dei teocon, e per giunta in salsa apostolica romana, mentre il magistero di Roma ha sempre mantenuto un saggio profilo di distanza dall’oltranzismo dei crociati d’oltreoceano e di casa nostra. E’ un grande ipocrita, questo Allam. Per dirne un’altra: è al corrente di quell’odioso crimine sociale che è il signoraggio bancario (la moneta pubblica in realtà è privata e le banche tengono gli Stati in ostaggio lucrando sugli interessi del debito pubblico) ma non ne fa, come invece è, il problema numero uno, perché il demonio è sempre e solo la Umma musulmana. La cupola finanziaria internazionale? Sì, per carità, c’è, però questi seguaci di Maometto... Potrei anche ricordare, per pignoleria, che gravitare nell’orbita berlusconiana, essendo il berlusconismo intrinsecamente irreligioso e ateo, non è quel che si dice essere coerenti con i fiammeggianti propositi di ricristianizzazione delle genti. Ma qui si aprirebbe una diatriba troppo grande per il devoto Magdi, perché anche il Vaticano soffre di questa semi-cecità.
Dal canto mio, la penso così. L’identità promana dal passato, ma deve passare il vaglio del presente e scoprire il suo senso ancorandosi ai bisogni attuali. Il cristianesimo come unica fonte di legittimità etica è come voler resuscitare un morto. E si sa che i fantasmi sono facili da agitare per fomentare pause ed entusiasmi illusori. Ecco, un’illusione: questa è la merce spacciata dagli Allam. La nostra identità ce la siamo distrutti da soli ripudiando ogni valore ideale e sacro in cambio del dio denaro. L’Islam ci fa paura perché non ha disgregato la dimensione spirituale, lasciando che Dio fosse ucciso dalla modernità. Solo che adesso immaginare di tornare indietro, ad una religione di Stato (instrumentum regni), è vano, è un autoinganno, è un imbroglio. Lovat, coerentemente con la sua fede di cattolico, persegue la sua Verità e, cristianamente, coltiva la Speranza. Io, che sono laico ma soprattutto non sopporto le mistificazioni, a maggior ragione se in buona fede, non spero in nulla ma nemmeno dispero. Cerco di scoprire vie di salvezza con la Ragione – questo parto della culla greca e romana, non l’esiziale razionalismo moderno. Senza fobie verso nessuno. E senza prendere in giro me stesso. (a.m.)