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Da cosa dipende il cambiamento climatico?

di Giulietto Chiesa - 27/09/2011

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Caro Giulietto,

un mio amico - con cui ci troviamo perfettamente d'accordo sul ritenere la versione ufficiale dell'11/9 una enorme balla contraria alla più elementare logica - sostiene da un po' di tempo che anche questo gran parlare di riscaldamento globale sia in realtà un problema gonfiato ad arte allo scopo di incentivare le fonti energetiche alternative viste come business del futuro da affiancare al tradizionale petrolio. Secondo lui il riscaldamento globale non c'è o comunque è molto meno influente e presente di quello che si sostiene comunemente e sarebbe provocato dalle macchie solari, teoria sostenuta da alcuni scienziati contrari al cosiddetto global warming, che sarebbe strumentalizzato da personaggi delle élites come Al Gore.

Io personalmente ho molti più dubbi del mio amico che sembra invece in questo campo avere delle certezze incrollabili; penso che i cambiamenti climatici negli ultimi anni siano effettivi, lo vediamo dall'estremizzazione di fenomeni temporaleschi o di siccità, ma non so dire e non saprei dire anche perché non sono uno scienziato, in che misura questi cambiamenti siano prodotti dall'inquinamento umano o siano invece il risultato di fenomeni naturali come appunto le macchie solari.

Tu cosa ne pensi?

Gradirei sapere la tua opinione visto che ti considero uno dei personaggi più credibili e degni di fiducia del panorama giornalistico italiano e non solo; in poche parole mi fido di te, trovo che quello che dici sia quasi sempre giusto e condivisibile, contrariamente ahimè a molti tuoi colleghi che sembrano preferire la coltivazione dei loro interessi personali alla divulgazione della verità

Ti saluto con stima.

Massimo Ceci




Caro Massimo,

come membro della Commissione Straordinaria sul Climat change del Parlamento Europeo, per oltre un anno e mezzo ho studiato il problema. La Commissione ha ricevuto decine di esperti di ogni parte del mondo e ha raccolto una grande mole di documenti.

La verità scientifica è sempre un problema di approssimazioni successive. In questo caso vale a mio avviso il principio del più largo consenso. La comunità scientifica mondiale è al 97% circa convinta che il riscaldamento globale sia l'effetto della ecological footprint, cioè dell'impronta ecologica indotta dalla specie umana. Esistono scienziati che adducono altri elementi, ma i grafici dell'incremento della temperatura in connessione che l'esplosione della produzione umana di anidride carbonica e della produzione indotta di metano, unita alla deforestazione (che elimina le piante, assorbenti di CO2), dicono a mio avviso inequivocabilmente che è stato lo sviluppo industriale (cioè l'impronta umana) a provocare il cambiamento.

Del resto l'ipotesi delle macchie solari e di altri fenomeni, che sfuggono totalmente all'influenza umana richiederebbe a sua volta prove solide, che non sono mai state proposte in modo argomentato. Quindi vale meno del consenso generale e dell'accumulo dei dati statistici a disposizione.

Non c'è nessun piano strategico per fare avanzare le energie alternative: c'è una corsa disperata per fare soldi, come sempre, ma è largamente superata dal delirio della crescita a tutti i costi, che domina il panorama. Le illusioni dello "sviluppo sostenibile" e della "green economy" sono le ridicole aspettative che nulla cambi in sostanza. Tutto questo sarà spazzato via nel corso dei prossimi dieci anni, se non prima.

Purtroppo le esitazioni ci fanno perdere tempo prezioso. Se si continua così saremo travolti comunque. Secondo studi recentissimi quest'anno la superficie del mar Glaciale Artico che è rimasta scoperta di ghiacci durante l'estate è stata più grande della superficie dell'India. Le conseguenze sull'effetto "albedo " stanno incrementando il riscaldamento climatico: il mare è più scuro del ghiaccio e assorbe una molto maggiore quantità di calore. Stiamo già precipitando in caduta libera.

Cari saluti,