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Wikileaks: Magdi Allam e gli altri, gli uomini dell’ambasciata americana

di Miguel Martinez - 30/09/2011

mangamagdi

Wikileaks ha pubblicato un documento classificato della “Secret Section 01” dell’ambasciata statunitense a Roma.  In questo documento,  apprendiamo che Magdi Allam, Khaled Fouad Allam e Yahya Sergio Pallavicini sono stati “accuratamente analizzati e approvati” (carefully vetted) da un ufficio, anch’esso segreto, denominato “Islamic Outreach” della stessa ambasciata.  Un ufficio definito “molto attivo”, in tutte le sedi consolari americane italiane, e coordinato direttamente dall’ambasciatore, allo scopo di “dare forza a voci musulmane moderate“.

Khaled Fouad Allam Magdi Allam Yahya Sergio Pallavicini servizi segreti USA

L’Edward R. Murrow program for Journalists, che l’ambasciata promuove, è una collaborazione tra il dipartimento di Stato, il think tank Aspen Institute e alcune scuole di giornalismo, che paga i viaggi negli Stati Uniti di “promettenti” amici, giornalisti e non, in paesi lontani tra di loro come la  Guyana e il Libano.

Un significativo esempio della mancanza di frontiere tra il governo, il mondo accademico, quello spionistico e quello mediatico, nonché i think tank legati al mondo delle imprese.

I tre Musulmani Buoni vengono definiti “voci credibili” da appoggiare:

“Ci auspichiamo che non venga fatto nulla che screditi la loro indipendenza. Ciò li metterebbe solo a rischio e ne eroderebbe l’efficacia quali ‘voci alternative’”.

Insomma, niente premiazioni pubbliche come migliore agente USA dell’anno…

Il nome del destinatario del messaggio, James Van de Velde, ci permette di aprire un’importante parentesi sull’intreccio tra potere economico, militare, accademico e politico che costituisce il nucleo del sistema statunitense. Van de Velde sembra che fosse spesso recipiente di simili messaggi: ad esempio, gli scrivono gli ambasciatori USA a Tunisi, in Macedonia, in Ghana, in Nigeria, in Bulgaria, nel Sudan, in Austria, nel Kosovo, a Singapore, in Tanzania e in Rwanda, alla ricerca di “musulmani buoni” anche laggiù.

Nel 1998, James Van de Velde emerse brevemente dall’oscurità che avvolge simili personaggi, quando la polizia di New Haven lo indicò come unico indiziato del misterioso omicidio della studentessa Suzanne Jovin, dell’Università di Yale, uccisa con diciassette coltellate senza tentativi di violenza carnale o di furto.

Van de Velde era il relatore della sua tesi, che parlava di Osama bin Laden. Contro Van de Velde, gli indizi erano piuttosto labili, il caso venne archiviato e l’università si limitò a non rinnovargli la docenza annuale in scienze politiche.

Anche se Van de Velde si lamenta di essere stato linciato dai media, fu appena l’inizio della sua carriera. Gentilmente estromesso da Yale nel giugno del 1999, nel novembre del 1999, mentre le indagini per l’omicidio erano ancora in corso, ha cominciato – come ci spiega il suo curriculum pubblico -  a lavorare per la Defense Intelligence Agency (DIA). Qui aveva il doppio compito di analista per le “armi di distruzione di massa” (la lunga preparazione dell’attacco all’Iraq) e per la ricerca di presunte armi speciali da parte di al-Qaida. Per due volte, si vanta, avrebbe diretto personalmente una squadra di interrogatori a Guantánamo. Siamo nel paese del libero mercato, e anche questo fa curriculum.

Dal 2004 al 2005, James Van de Velde è stato Assistente Speciale del Coordinatore dell’Antiterrorismo, “coordinando la produzione di tutti i prodotti scritti che entravano e uscivano dall’ufficio“.

Nel gennaio del 2006, è entrato nell’azienda privata Booz Allen Hamilton, proprietà del Carlyle Group. Il documento che l’ambasciata USA dedica a Magdi Allam, Khaled Fouad Allam e Yahya Sergio Pallavicini è del 2007, quindi l’ambasciata evidentemente trovava normale inviare documenti riservati a dipendenti di imprese private.

La Booz Allen Hamilton (BAH) si vanta di occuparsi da 97 anni di “strategy and technology consulting“, e – come tutto il military-industrial complex statunitense – deve la sua straordinaria fortuna alla Seconda guerra mondiale. E infatti, Miles Axe Copeland, Jr, uno dei fondatori della CIA, passò dopo qualche anno a lavorare per la BAH; il primo di una lunga serie di persone a passare da poltrone in cui si decide a chi dare fondi pubblici, a ben remunerate poltrone presso le aziende beneficiarie. Tra questi, ad esempio, James Woolsey, direttore della CIA; John McConnell, direttore di tutto il sistema di intelligence sotto Bush, passato subito dopo al post di Executive Vice President della BAH.

Il testo del cablogramma di Wikileaks contiene due errori: Magdi Allam ha studiato dai salesiani e non in una scuola copta al Cairo; e Yahya Sergio Pallavicini non è un convertito all’Islam, ma è nato musulmano, essendo figlio di Felicino Abdul Wahid Pallavicini, di cui abbiamo già parlato più volte. Ci dicono che i Pallavicini non sarebbero parenti dell’omonima famiglia aristocratica romana, anche se lo vorrebbero: in mancanza di sangue blu, Felicino Pallavicini si è dovuto accontentare del titolo di cavaliere di uno dei mille “ordini Templari” che sgomitano sul mercato.

Da notare, il riferimento ai “corsi di formazione della Regione Lombardia”, di cui abbiamo già parlato ampiamente descrivendo la “scuola per imam” inventata con fondi pubblici dall‘azienda Agenfor diretta da Sergio Bianchi, un signore per nulla musulmano.

Non conosciamo il significato di tutte le sigle citate nel testo. Mission Italy dovrebbe essere l’ambasciata USA a Roma.

Ecco a voi comunque la traduzione del cablogramma caduto nelle mani di Wikileaks:

 

VZCZCXRO6948

PP RUEHFL RUEHNP
DE RUEHRO #2166/01 2841456
ZNY SSSSS ZZH
P 111456Z OCT 07
FM AMEMBASSY ROME

TO RUEHC/SECSTATE WASHDC PRIORITY 9228

INFO RUEHNP/AMCONSUL NAPLES PRIORITY 2840

RUEHFL/AMCONSUL FLORENCE PRIORITY 2701

RUEHMIL/AMCONSUL MILAN PRIORITY 9028

S E C R E T SECTION 01 OF 03 ROME 002166

SIPDIS

NOFORN

SIPDIS


CTCC FOR JAMES VAN DE VELDE


E.O. 12958: DECL: 10/11/2017

TAGS: KISL KPAO PGOV PHUM PREL PTER SCUL SOCI IT


OGGETTO: IDENTICAZIONE DI VOCI CREDIBILI: RISPOSTA MISSIONE ITALIA

REF: A. SECSTATE 122288

B. SECSTATE 137091

Classificato da: Incaricato Anna Borg, motivazione 1.4 (c)

  1. (U) Questo cablo è la risposta di Mission Italy a telegrammi di riferimento
  1. (S/NF) L’Ambasciata di Roma fornisce questi nomi accuratamente controllati – individui ben conosciuti che hanno assunto posizioni pubbliche in favore della moderazione o contro l’estremismo. Gli individui nominati sotto sono note voci pro-occidentali senza legami risaputi, o noto seguito, con estremisti islamici. Trovano ascolto tra i musulmani moderati e la maggior parte degli italiani non-musulmani. Ci auspichiamo che non venga fatto nulla che screditi la loro indipendenza. Ciò li metterebbe solo a rischio e ne eroderebbe l’efficacia quali ‘voci alternative’.
  1. (SBU) Il programma Muslim Outreach di Mission Italy è molto attivo. L’intera missione è impegnata, inclusi tutti i tre consolati, sotto il coordinamento generale dell’Ambasciatore e del team PD. Nelle ultime settimane abbiamo avuto incontri con un numero ancora più ampio di elementi della Missione per individuare nuovi strumenti per avvicinarsi alla comunità islamica. Nello sforzo di rafforzare le voci islamiche moderate, intendiamo co-sovvenzionare una serie di workshop di formazione in media e comunicazione con leader selezionati della comunità; continuare ad inviare giornalisti musulmani di primo piano al programma Edward R. Murrow; e partecipare al programma Citizen Dialogue (dialogo cittadino). Inoltre, intendiamo aumentare gli sforzi nel programma Partnership for Growth (Partenariato per la Crescita – P4G) al fine di identificare gli ostacoli per la creazione di piccole imprese e lavoro lecito nella comunità musulmana e cercare i mezzi per superarli.
  1. (SBU) Yahya Sergio Pallavicini
  1. Influenza: nobile italiano convertito all’islam, Yahya Sergio Pallavicini è uno dei massimi rappresentanti della comunità musulmana in Italia a livello locale e nazionale. Attraverso corsi di formazione organizzati dalla regione Lombardia, attraverso attività culturali e pubblicazioni (ha recentemente scritto il volume L’Islam in Europa con un editore italiano) e attraverso un progetto in discussione, condiviso con Francia, Spagna, Belgio e Italia, che imporrà una formazione professionale per futuri Imam prima che assumano la funzione, Pallavicini svolge un ruolo importante nell’evoluzione della presenza islamica futura. Il suo pellegrinaggio ufficiale alla Mecca nel 1998 con la delegazione musulmana italiana e la sua recentissima visita a Bruxelles come membro del Primo Congresso Mondiale di 100 imam e rabbini per la pace (sponsorizzato dal Ministero degli esteri tedesco) testimoniano dell’importanza del suo ruolo.
  2. Biografia: Pallavicini è membro della Commissione Nazionale per l’Educazione Interculturale, membro dell’ISESCO (l’Organizzazione Islamica per Educazione Scienza e Cultura) e membro dell’EIC (Conferenza islamica europea), la prima ONG islamica riconosciuta dall’Unione Europea, per la quale tiene relazioni col Vaticano e con altri paesi stranieri. L’aspirazione professionale di Pallavicini è consolidare un ruolo in questa direzione, come interlocutore ufficiale con il Governo italiano per la comunità islamica.
  3. Regione geografica: Italia, UE, USA, Israele.
  4. Pubblico: Ardente promotore della conoscenza reciproca e del dialogo tra le tre religioni monoteiste, l’attività di Pallavicini è costantemente centrata sulla promozione della corretta conoscenza della fede e della cultura islamica in un quadro istituzionale trasparente. Yahya Pallavicini organizza numerosi incontri istituzionali di alto profilo che testimoniano il suo ruolo influente non solo con i suoi fratelli musulmani ma anche come interlocutore musulmano per numerose istituzioni pubbliche italiane, avendo un impatto su un pubblico di primaria importanza per noi: i giovani musulmani e i leader di altre fedi religiose.
  5. Forum: Il ruolo pubblico di cui Pallavicini è investito attraverso un’accresciuta visibilità mediatica, che gli ha valso l’attenzione di una larga porzione del pubblico italiano e di un largo spettro di politici italiani, lo rende una voce particolarmente importante, specialmente considerando il suo approccio moderato a tali questioni sensibili. Crediamo che negli anni a venire diventerà anche un punto di riferimento per la comunità locale moderata, in ragione del suo personale impegno nella costruzione della prima moschea di Milano. (Il sito è costruito su suolo di proprietà del COREIS, e lo spazio dovrebbe essere completato entro il 2007).
  6. Nessuna informazione negativa
  1. (SBU) Allam Khaled Fouad
  1. Influenza: Allam Khaled Fouad è stato eletto alla Camera dei Deputati con La Margherita nell’aprile 2006 e siede nel Comitato Affari Costituzionali della Camera.

Dal 2003, Allam è editorialista e opinionista su islam, migrazioni e questioni del mondo arabo per l’influente quotidiano La Repubblica, orientato a sinistra, e in precedenza scriveva per l’influente quotidiano La Stampa, di centro.

Dal 1994, insegna sociologia del mondo islamico all’Università di Trieste, è docente di Studi islamici all’università di Urbino e tiene un corso al campus di Firenze della Stanford University sugli aspetti sociologici dell’immigrazione islamica in Italia e in Europa, le sfide dell’integrazione, e la nozione di identità islamica all’estero.

E’ stato chiamato dall’Unione Europea in qualità di esperto di islam e immigrazione e dal Consiglio d’Europa di Strasburgo su questioni relative al rapporto tra nazionalità e identità religiosa.

E’ membro del comitato editoriale del MARS (Le Monde Arabe dans la Recherche Scientifique) una rivista pubblicata dall’Istituto del Mondo Arabo di Parigi e un prolifico scrittore di libri e saggi, inclusi Lettera a un Kamikaze (2004) e L’Islam globale (2002). Ha co-fondato e diretto dal 1989 al 1993 una collezione di studi arabo-islamici, la Biblioteca arabo-islamica, pubblicata da Marietti, Genova.

Dal 1999 Allam è consulente radiofonico e televisivo per la Rai. E’ consulente culturale per la Fiera del Libro di Torino e, dal 2001, consulente per la Provincia di Torino per i programmi mediterranei. Ha cooperato con l’Istituto Maghreb-Europa dell’Università di Parigi, presentato un rapporto sulla pubblica gestione dell’islam in Italia al Comitato per gli Affari Costituzionali della Camera dei Deputati nel 2001, ed è stato consulente esperto del Ministero delle politiche agricole per i rapporti col mondo arabo dal 2000 al 2001.

  1. Allam è nato il 2 settembre 1955 a Tlemcen, Algeria, vicino al confine tunisino, da madre siriana e padre marocchino. Ha studiato diritto e sociologia politica in Algeria e in Francia. E’ sposato ed è musulmano.

Residente in Italia dal 1982 e naturalizzato italiano dal 1990, nel 1999 è stato eletto con i Verdi al Parlamento europeo, dove è rimasto sino alle elezioni successive nel 2004, in qualità di co-presidente del Gruppo dei Verdi (ALE). In Italia, è stato membro dell’esecutivo nazionale dei Verdi.

  1. Regione geografica: Italia e UE.
  2. Pubblico: grande pubblico italiano e la comunità musulmana moderata, specialmente giovani, dato il suo ruolo di docente universitario.
  3. Forum: Media, università, parlamento.
  4. Nessuna informazione negativa nota.
  1. (SBU) Magdi Alllam
  1. Influenza: Magdi Allam è il più noto scrittore sull’islam in Italia. Si definisce musulmano non praticante. E’ rispettato per la sua integrità e onestà intellettuale e la sua mancanza di timore nell’esporre le contraddizioni nella sinistra italiana o nel mondo islamico. E’ uno degli attori principali del dibattito italiano sui rapporti tra Occidente ed islam. Dall’11 settembre ha sempre sostenuto la coalizione occidentale nella guerra contro il terrorismo e ha ottenuto maggiore visibilità con importanti inchieste sulle cellule terroristiche in Italia e le loro connessioni internazionali. Recentemente ha assunto posizioni più neoconservatrici in stretto rapporto con l’ex presidente del Senato Marcello Pera e altri. E’ un interlocutore efficace per la maggior parte dei cattolici ed è una voce utile per sfatare i miti sulla religione musulmana diffusi tra il grande pubblico. Ha perso molta credibilità tra i musulmani che mettono in discussione le sue credenziali ‘islamiche’ e lo criticano per essere stato cooptato dall’establishment.
  2. Biografia: Allam, 55 anni è nato al Cairo, dove ha frequentato la scuola copta elementare e secondaria. A diciannove anni si è trasferito in Italia e ha frequentato l’Università di Roma dove si è laureato in sociologia. Ha ottenuto la cittadinanza italiana nel 1987. Nell’estate 2003 è diventato vicedirettore ad personam del Corriere della Sera. Prima di questo incarico era stato caporedattore e inviato speciale per La Repubblica, il maggiore quotidiano nazionale di sinistra. Come molti giornalisti, aveva iniziato la sua carriera al quotidiano comunista Il Manifesto.

Vive sotto scorta da diversi anni. Oltre a scrivere per il Corriere della Sera ha spesso partecipato a talk show televisivi ed è uno scrittore molto prolifico. Recentemente ha scritto: Islam, Italia. Chi sono e cosa pensano i musulmani che vivono tra noi – Giugno 2000; Diario dall’Islam – Gennaio 2001; Bin Laden in Italia. Viaggio nell’Islam Radicale – Ottobre 2002; Saddam. Storia segreta di un dittatore – Febbraio 2003; Kamikaze made in Europe, 2004; Vincere la paura – 2005, Io amo l’Italia, ma gli italiani la amano? – 2006; Viva Israele – 2007, un attuale bestseller italiano. Riteniamo che nel 2007 abbia ricevuto un premio dalla Anti-Defamation League statunitense a Washington. Il 4 luglio 2007, Magdi Allam ha guidato una manifestazione a Roma per chiedere la fine delle persecuzioni contro i cristiani in Medio Oriente, che hanno costretto migliaia di persone ad abbandonare la regione. Parla poco inglese.

  1. Regione geografica: E’ molto conosciuto in tutta Italia. Non è molto noto tra i musulmani fuori dall’Italia. Le sue posizioni sono molto critiche nei confronti dell’estremismo islamico. Ad esempio, è stato il primo scrittore a denunciare i legami tra le moschee italiane e il terrorismo. Ciò lo ha reso bersaglio di gruppi come l’UCOII. Alcuni lo vedono come modello di musulmano moderato, completamente integrato nella cultura e nei valori italiani. Altri, inclusi alcuni musulmani moderati, lo considerano troppo provocatorio.

D. Forum: Accanto alle sue rubriche nel quotidiano a grande diffusione, Il Corriere della Sera (ca. 686.000 copie) e i suoi libri, Magdi Allam spesso appare in talk show televisivi e dibattiti pubblici organizzati da think tank su questioni islamiche.

  1. Nessuna informazione negativa.

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