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Costruire il Nemico e altri scritti occasionali

di Michele Zecchi - 04/10/2011


Esce per Bompiani la raccolta del prof. Umberto Eco “Costruire il Nemico e altri scritti occasionali”.
Che cos’è uno scritto occasionale e quali sono le sue virtù?
Nell’introduzione il professore ci spiega che” l’autore non pensava affatto di doversi occupare di un certo argomento ma vi è stato spinto dall’invito a una serie di conversazioni o saggi a tema. Il tema ha stimolato l’autore e lo ha indotto a riflettere su qualcosa che avrebbe altrimenti trascurato…
Altra virtù dello scritto occasionale è che non impegna all’originalità a tutti i costi ma mira piuttosto a divertire sia chi parla sia chi ascolta”.
Data questa ipotesi si può affermare, senza ombra di dubbio, che le righe che state leggendo siano certamente uno scritto occasionale.
Occupati da ore in una serrata lettura di Jean Patrick Manchette e del suo ”Posizione di Tiro” che ci aveva obbligato a prendere dimora in un casolare freddo e umido nella foresta di Troncais in attesa che si compisse la vendetta di Martin Terrier, ci siamo ritrovati, potere meraviglioso della lettura, tra le pagine di questa Mirabilandia della cultura, seduti sul trenino a riflettere pigramente sul bisogno dell’ Uomo di costruirsi un nemico, perché di esso non si può fare a meno. La guerra è ineluttabile, avere dei nemici è ineluttabile, costruirseli è quanto di più ovvio si possa fare per tenere unita una nazione.
Il nemico è il diverso, l’altro, è brutto, è sporco, puzza, è nero, è rumeno, è una strega.
E a sostenere la tesi di questo saggio, il fior fiore della cultura: da Cicerone a Wagner, dall’Iliade a Cuore, da Oddone di Cluny agli atti del processo inquisitorio contro Antonia della parrocchia di Saint- Jorioz, poi Shakespeare, George Orwell, Jean Paul Sartre.
Assente non giustificato Wlliam Golding che con il suo “Signore delle Mosche” rappresenta al massimo livello la naturale attitudine dell’Uomo a produrre il male e a confliggere con i suoi simili.
Questo saggio, come gli altri che lo seguono, tratta in breve un tema e fornisce, oltre al convincimento dell’autore, gli strumenti bibliografici, per approfondire la conoscenza.
Ecco quindi la dissertazione sull’Assoluto e il relativo, le riflessioni sul fuoco dal titolo “La Fiamma è Bella”, la celebrazione del prof. Camporesi contenute in “ Delizie Fermentate”, la storia del Gruppo 63 a quarant’anni dalla sua nascita.
In ultimo le “Riflessioni su Wikileaks”.
Argomenti molto distanti e diversi tra di loro. Accomunati dalla conoscenza enciclopedica del professore.
Una conoscenza che qui, per limiti di spazio e tempo di esposizione, procede per estratti, citazioni di opere, pillole potremmo dire.
E forse questa abbondanza di fonti riportate, questa epifania del sapere rischia, in certi momenti, di farci sentire sotto il fuoco amico della conoscenza, che assume il peso di una grandinata estiva. Queste pillole di conoscenza, come le Ziguli’ della nostra infanzia, possono procurare il mal di pancia se ingerite in quantità eccessiva.
Oppure essere fraintese nel loro uso. Invece di essere un invito all’approfondimento e allo studio rischiano di bastare in sé, passando dallo status di cultura a quello di nozione.
Come certe persone che, andando a prendere l’aperitivo,a forza di inghiottire stuzzichini, si ritrovano poi sazi e saltano la cena.