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Georges Soros. La carriera di un mecenate

di Ugo Gaudenzi - 11/10/2011

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E’ una novità: c’è qualcuno che si preoccupa per noi...
No, no, non parliamo né del Cavaliere, né di Bersani, né di Bossi, né di Di Pietro: loro, al massimo, si preoccupano delle loro ristrette corti.
Scesi nell’agone pubblico dai loro antri oscuri e riservati, oggi ci dicono che “l’Italia cresce poco per le difficoltà di lavoro che incontrano i giovani” (Draghi) e che “il mondo sta affrontando la peggiore crisi della storia”, che i segnali di una depressione peggiore di quella degli Anni Trenta si accumulano, che ormai “l’economia mondiale rallenta, l’America rallenta, la Cina rallenta e, naturalmente, l’Europa rallenta”, che tutto sta cambiando e non c’è guida politica a reggere dritto il timone.
Stupenda analisi, soprattutto originale. Pensate che è frutto anche del pensiero di Sir Merving Allister King, il governatore della potente Banca d’Inghilterra.
Certo, un po’ più scarna rispetto alla stessa analisi da qualche tempo conclamata dallo speculatore-filantropo Georges Soros, che ha invece anche indicato nella “globalizzazione” l’origine del crack in atto di tutte le economie liberal-liberiste.
Chissà se Sir King, che è membro-timoniere della più grande confraternita di finanzieri del mondo, il “Gruppo dei Trenta”, ha deciso di uscire allo scoperto per giustificare la necessità di “salvare il mondo” salvando, intanto, subito, le banche? Sospettiamo di sì. Basta scorrere la lista dei Trenta. Ministri presenti e passati dei Paesi più avanzati, governatori della Federal Reserve, della Bce e delle Banche centrali, presidenti delle maggiori finanziarie e piloti del Fmi, della Bm, delle maggiori banche commerciali e d’affari, Lazard & Co, Citicorp, Morgan Stanley, Bnp, Deutsche Bank, Chase, e similari enti benefici planetari.
Toh, sono “preoccupati” tutti i cantori della “globalizzazione”, del “mercato unico”, delle “liberalizzazioni” e “privatizzazioni”. E cioè i responsabili del girone infernale di profitto e usura che sta affamando i popoli di mezzo mondo. Loro si preoccupano per i futuri mancati guadagni.
Noi li vorremmo vedere tutti impegnati a dissodare campi e costruire strade e case, detenuti in moderni campi di lavoro.