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Qui Kabul: missione fallita, ci ritiriamo

di Ferdinando Calda - 11/10/2011

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Missione fallita, ci ritiriamo. Potrebbe suonare così un ipotetico messaggio di un qualsiasi contingente Nato prima di lasciare definitivamente l’Afghanistan entro la fine del 2014 (gli Stati Uniti rimarranno con alcune basi permanenti per almeno un altro decennio). Dopo 10 anni di sanguinosa e costosa guerra, una grossa parte del territorio afgano è ancora sotto il controllo dei talibani, le truppe della coalizione internazionale non hanno raggiunto neanche la metà degli obiettivi che si erano prefissate, il governo di Kabul è debole e corrotto, le forze di sicurezza afgane scarse e inefficienti, la violenza in aumento e la popolazione sempre più sfiduciata.
A tracciare questo sconfortante quadro sono alcuni dei protagonisti del conflitto, a partire dal presidente afgano Hamid Karzai, passando per i rapporti delle agenzie di intelligence Usa, fino al generale statunitense Stanley McChrystal, ex comandante in capo delle truppe Nato in Afghanistan.
Quest’ultimo, parlando ieri al Council on Foreign Relations di New York, ha sottolineato come i vertici statunitensi abbiano iniziato la guerra con una scarsissima conoscenza del Paese. “Non sapevamo abbastanza e ancora non sappiamo abbastanza”, ha spiegato il generale, che fu costretto a lasciare il suo incarico dopo che, in un’intervista alla rivista Rolling Stones, criticò duramente il comportamento di alcuni membri dell’amministrazione del presidente Barack Obama. “Molti di noi, compreso me, avevamo una comprensione superficiale della situazione e della storia – ha aggiunto – e avevamo una visione semplicistica in modo inquietante della sua recente storia, quella degli ultimi 50 anni”. A complicare ulteriormente la situazione contribuì la decisione dell’amministrazione Bush di invadere l’Iraq appena due anni dopo l’inizio dell’attacco contro il governo talibano. Questo peggiorò l’opinione del mondo arabo sull’operato degli Stati Uniti e, inoltre, allontanò la maggior parte delle risorse militari dall’Afghanistan.
Il risultato, afferma McChrystal,  è che adesso gli Usa e i suoi alleati della Nato si trovano “poco più che a metà strada” per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi militari, e ancora più lontani dal creare un governo legittimo che abbia la necessaria credibilità presso la popolazione e possa bilanciare l’influenza dei talibani.
A conferma dell’inadeguatezza del governo di Kabul e delle sue forze di sicurezza, è arrivato un rapporto della Casa Bianca secondo cui sono sempre di più gli afgani che hanno perso ogni fiducia nella capacità delle istituzioni di proteggerli, di far fronte all’insorgenza, di mettere fine alla corruzione.
Preparato raccogliendo informazioni di intelligence dalle agenzie Usa presenti in Afghanistan e in Pakistan, il documento descrive i talibani come una forza “elastica” in grado di resistere alle offensive della Nato e solleva seri dubbi sulla capacità di Kabul di gestire da sé la sicurezza dopo il ritiro delle forze Usa nel 2014. Secondo i dati raccolti, nel 2011 solo il 33% della popolazione si sente al sicuro (un anno prima era il 50%), mentre solo il 25% ritiene che le forze di sicurezza nazionali abbiano qualche speranza di sconfiggere gli insorti.
“Non siamo riusciti in nessun modo a offrire sicurezza alla popolazione afgana, e questo è il maggior fallimento del nostro governo e dei nostri partner internazionali”, ha riconosciuto amaramente il presidente Karzai in un’intervista alla Bbc.