Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Debiti sovrani, i rischi del declassamento da parte delle agenzie di rating

Debiti sovrani, i rischi del declassamento da parte delle agenzie di rating

di Flaminia Ripani - 24/10/2011


Si respira in questi mesi "una certa aria scolastica" dato il susseguirsi di bocciature e brutti voti sui debiti sovrani europei. Quali sono però i rischi del declassamento? La cronaca di questi tempi è volta a comprendere l’affidabilità e la liceità con cui le Agenzie di Rating emettono i propri giudizi.


declassamento rating
"In questi mesi si respira proprio una certa aria scolastica dato il susseguirsi di bocciature e brutti voti che toccano ai debiti sovrani Europei"

In questi mesi ci si potrebbe sentire come tornati tra i banchi di scuola. A scuola la bocciatura, i brutti voti e i'debiti scolastici' vengono il più delle volte vissuti come una punizione per non aver fatto abbastanza, per non aver 'capito' ed è raro che si spieghi, a chi viene bocciato, cosa non abbia compreso, o perché si sia sbagliato nel suo modo di capirlo, e quindi il perché della punizione.

D’altronde non c’è insegnante che sia pronto a mettere in discussione le sue stesse capacità e la qualità delle sue lezioni: si viene bocciati perché non si ha capito e non si ha capito perché non si è studiato abbastanza; questo è tutto ciò che c’è da sapere. Il bocciato o il rimandato avrà allora due strade davanti a sé: rimanere sul sentiero della mediocrità scolastica, coltivando in sé l’idea - nata dall’assenza di motivazione personale che ha radici in insegnamenti di cui non comprende il senso - che in fondo sono gli insegnanti a non capire molto poiché ciò che insegnano non è di nessuna importanza o, alternativamente, metterà tutte le proprie forze a servizio del pagamento del debito al sistema.

E tuttavia, nella vita appare vero il contrario: i debiti non bisogna pagarli distruggendosi né tanto meno bisogna abbandonarsi al fallimento poiché bocciature e debiti aprono la possibilità di una scoperta di qualità che fino ad allora erano rimaste latenti.

agenzie rating
Standard and Poor's ha declassato il debito sovrano a breve e a lungo termine dell'Italia portandolo da A a A-1

In questi mesi si respira proprio una certa aria scolastica dato il susseguirsi di bocciature e brutti voti che toccano ai debiti sovrani Europei: Standard and Poor's ha infatti declassato il debito sovrano a breve e a lungo termine dell'Italia portandolo da A a A-1, mentre la più gentile Moody'sha concesso un A2. La stessa agenzia Moody's ha precedentemente declassato il rating sulla solvibilità del debito sovrano Spagnolo da Aa2 ad A1, mentre il Portogallo è stato valutato Ba2. Il voto dato alla Grecia è stato B1, l’Irlanda si aggiudica un bel Ba1, e a rischio di declassamento ora sono esposte anche le banche francesi.

Date le conseguenze economiche che seguono la sentenza pronunciata dalle Agenzie di Rating, la cronaca di questi tempi è volta a comprendere l’affidabilità e la liceità con cui queste ultime emettono i propri giudizi. Invero, si cerca di comprendere se sia il caso che 'proprio' in tempi di crisi esse, affondando ulteriormente il coltello nella ferita, danneggino ulteriormente la fiducia degli investitori.

Innanzitutto, ci si potrebbe chiedere che senso abbia declassare un debito che è sempre fatto per essere pagato. Ma date le dimensioni che non conoscono più misura di 'alcuni' debiti sovrani (Stati Uniti in primis), ci si potrebbe chiedere se il debito pubblico non si costituisca invero per non essere mai ripagato, e quindi per aumentare sempre, a patto che si riesca a garantire il suo finanziamento nel lungo periodo mantenendo alta la fiducia nel ripianamento del debito stesso. Ciò che viene ad essere declassata è invero la capacità e la speranza che questo debito venga ad essere onorato; speranza che oggi prende forma nella capacità di ripresa economica dei singoli paesi Europei. Si boccia chi non rende e tanto meno si reputa renderà in futuro se continua su questa strada.

europa
A rischio di declassamento ora sono esposte anche le banche francesi

Come dicevamo i declassamenti massicci da parte delle Agenzie di Rating sono arrivati ora, in corrispondenza di una crisi economica generale a peggiorarla, e tuttavia che cosa peggiorano nella crisi precisamente? Non potrebbe essere che i 'cattivi voti' siano proprio un tentativo di trovare i capri espiatori , ovvero quei paesi che non avendo rispettato le regole del pareggio di bilancio, sono ora causa del rallentamento della ripresa economica? Se si ammette quest’ipotesi, resta da chiedersi: perché bisogna trovare un capro espiatorio?

Il declassamento implica l’ordine esecutivo dato agli stati di fare di più ora e subito, o almeno promettere di farlo. Se prima ogni debito era buono perché i mercati potevano sostenere ogni debito in prospettive di crescita, ora ogni debito è cattivo date le prospettive di decrescita. In breve, quando il mercato nonfunziona allora sono gli stati a dover funzionare.

Ma funzionare per cosa? Certo non per promuovere l’occupazione, 'il lavoro', né tanto meno per finanziare la ricerca e l’arte in quanto le politiche adottate per ripianare il debito vanno in senso opposto: ovvero includono tagli alla spesa pubblica e politiche economiche di contenimento. Una domanda sorge allora immediata: in che senso e perché gli stati devono iniziare afunzionare propriamente in carenza di mercati finanziariefficienti?

Molto probabilmente si spera che declassando i debiti sovrani Europei la fiducia che non si ha nella ripresa dei mercati si sposti sugli Stati. In fin dei conti, prima che lo studente venga ad essere bocciato non si ha molta fiducia nelle sue capacità di recupero, ed è solo dopo la bocciatura che tutti sperano che lo studente 'avendo imparato la lezione' si impegnerà un pochino di più.

passato futuro
"In fondo il dilemma è questo: scegliere se salvare il passato o se dare fiducia al futuro"

La punizione porta con sé la fiducia in un miglioramento, poiché rende visibile la direzione di unmiglioramento entro i limiti di ciò che già si conosce, mentre la bocciatura in sé rivela la falla di un sistema che non riesce a comprendere ciò che le è estraneo. Parallelamente segue che la bocciatura dei debiti sovrani non è in fondo che un meccanismo volto a mantenere solido un sistema di funzionamento, comprimendo le economie reali, al fine di sostenere la credenza che ci sia qualche meccanismo che è da aggiustarsi da qualche parte. Ormai forse non si sa più neanche dove. Al minimo si può dire che tali manovre sono volte a salvare il passato e il meccanismo che lo tiene in piedi.

Difatti distruggendo ciò che già c’è nascerà la fiducia data dalla necessità di ricostruire e impauriti si tornerà a fare ciò che si faceva prima, in un modo migliore. Tagliare la spesa pubblica predicando la necessità di sacrificarsi per il futuro potrebbe promuovere la fiducia in una ricostruzione che deve farsi, e invero una guerra potrebbe garantire gli stessi risultati con più efficacia. E tuttavia, cosa bisogna ricostruire, dove bisogna tornare? Sembrerebbe che la risposta attualmente in voga sia: sul sentiero dove eravamo, prima che la macchina si inceppasse.

Il cuore del dilemma è proprio qui: esiste un età dorata a cui si deve tornare, l’era pre-crisi finanziaria? Oppure la stessa crisi non mostra una mancanza che va colmata, e quindi una situazione che non necessita di una distruzione che stimoli la fiducia, bensì di una previa fiducia che porti a costruire il nuovo lasciando andare ciò che è passato? In fondo il dilemma è questo: scegliere se salvare il passato o se dare fiducia al futuro.

Il dilemma è tra scegliere di punire bocciando chi non ha raggiunto gli obiettivi richiesti dal sistema scolastico rafforzando così solo 'l’istituzione scolastica', oppure scegliere di vedere nel presente fallimento l’indizio per comprendere ciò che non si era saputo vedere prima, lasciandosi alle spalle un sistema per scegliere l’individuo.