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Crisi: a ognuno il suo

di Aldo Giannuli - 16/11/2011

Fonte: aldogiannuli


Rispondo con un brevissimo appunto (scusatemi ma sono affogato dai tempi di consegna del prossimo libro e faccio fatica a star dietro al sito) a diversi interventi (Tommaso Coen, Pierluigi, Zeno, Stefano ecc.) a proposito delle radici di questa tempesta sui titoli italiani, su cui non vorrei che si creassero equivoci.

1- la pistola fumante non c’è: e non può esserci per definizione. Cosa volete? Comunicati stampa, lettere di intenti, verbali di consigli si amministrazione? Avete mai visto uno speculatore che dichiara : “adesso faccio una speculazione per rovinare l’Europa”? E neppure ci danno accesso alle carte dei vari hedge fund. E’ naturale che questo genere di operazioni avvengano nel massimo riserbo –prima e dopo l’operazione- e spesso per confluenza spontanea, senza neanche bisogno di intese esplicite e tanto meno scritte. Dunque, l’ “ordine di servizio” di affondare l’Euro non è stato mai scritto e non lo sarà mai per nessun’altra moneta o azienda. Dunque, conviene orientarsi analizzando i fatti per quel che si manifestano, metterli in relazione con le “opinioni” e le indiscrezioni che circolano e ragionare su quale sia la tendenza in atto. In queste cose non esistono prove ma solo indizi e, in questo caso, di indizi ce ne è una valanga. Dopo di che è sempre possibile sbagliare, ma spesso ci si prende e, comunque, è l’unica strada che abbiamo a disposizione.
Ricordate l’insegnamento del Maestro: “ A pensar male si fa peccato, però si indovina”.

2- Che ci sia una operazione contro l’Euro è reso evidente anche dalla successione stringente delle manovre sul rating e dall’attacco sistematico, prima ai titoli spagnoli e portoghesi, poi italiani, ora francesi. Una successione scientifica che approfitta di ogni centimetro quadrato di fianco scoperto e che non può essere solo frutto del sentiment del mercato. Il capitalismo finanziario non è Lotta Continua e non ama lo spontaneismo.

3- Rating: che le tre principali agenzie di rating operino in unità di intenti con Wall Street e con il Potomac, direi che è cosa che non richieda dimostrazione alcuna, così come il fatto che di giorno c’è il sole e di notte la luna.
S&P ha declassato i titoli americani? Si però: 1. è rimasta sola, 2. il suo presidente è resistito al suo posto meno di due mesi 3. conti alla mano, gli Usa stanno messi peggio dell’Italia sia dal punto di vista del debito accumulato, sia da quello del disavanzo, sia da quello della bilancia commerciale. Eppure…
Però dispongono del maggiore esercito del Mondo e, soprattutto, sono i padroni di casa.
Per cui, fatemi il piacere…!

4- Berlusconi e l’affondamento dei bond italiani: detto questo (che c’è una manovra palese contro l’Euro che spara a Roma per colpire di rimbalzo a Francoforte) non vorrei che qualcuno pensasse che sia questa l’unica causa della tempesta. A questa causa prima se ne è sovrapposta un’altra: l’impresentabilità del nostro Presidente del Consiglio, che ha ridotto la credibilità del nostro paese ai minimi termini. Per di più, lo spregevole uomo di Arcore (politicamente spregevole), ha protratto la sua agonia oltre ogni limite e lo spettacolo della compravendita dei voti, dell’impotenza dell’opposizione ecc, hanno spazzato via quel residuo di considerazione di cui l’Italia poteva godere. Per cui, se dovessimo descrivere con una formula il disastro attuale, proporremmo questa: (Dda X  Se) elevato a Fb. Dove “Da” sta per “ Dimensioni del debito accumulato”,  “Se” sta per “speculazione contro l’Euro” e “Fb” per “fattore Berlusconi” che ha moltiplicato esponenzialmente la nostra debolezza.
Dunque, dire che  i fattori della crisi sono tre e non solo il fattore Berlusconi, non significa assolutamente dare una qualche attenuante all’orrendo Cavaliere.

5- Infine: ma di chi è la colpa del debito accumulato? Il peccato originale è della classe politica della Prima Repubblica: Dc in primo luogo, Psi in seconda fila. Il programma modernizzante del centro sinistra venne varato ma subito smorzato dall’esigenza di far salva la rendita e gli interessi delle corporazioni che sostenevano la Dc, dalla rendita fondiaria alle pensioni di invalidità del Mezzogiorno, dalla evasione strutturale di commercianti ed artigiani alla foresta di enti inutili tenuti su per alimentare un ceto politico ingordo, volgare e parassitario. Per cui le riforme furono fatte senza toccare gli interessi parassitari e la quadratura del cerchio fu trovata nel disavanzo sostenuto da crescenti emissioni di titoli di debito pubblico.
I socialisti si adeguarono partecipando al banchetto ed, anzi, ci misero del proprio.
Però anche Pci e sindacati dettero il loro generoso contributo: si pensi alle riforme senza copertura di spesa, alla crescita degli apparati burocratici ecc. Più di tutto si pensi al disastro delle Partecipazioni statali cui dettero tutti fiato, compresi i sindacati che pretesero di “irizzare”, “gepizzare” e così via, qualsiasi catorcio di fabbrica che andava chiusa, in nome di una improbabile lotta per l’occupazione, i cui costi pagano oggi i nostri giovani con l’assenza di futuro lavorativo che li colpisce.

Ma dopo ci sono le responsabilità del ceto politico della seconda repubblica e, ad essere onesti, la sinistra ne ha di peggiori della destra. La “seconda Repubblica è durata  197 mesi (da maggio 1994 ad oggi, dopo non sappiamo), il centro destra 97, il governo “tecnico” di Dini (sostenuto da Lega e centro sinistra) 17 e il centro sinistra è stato al governo 83 mesi,. Dunque, il 42% del tempo, in cui avrebbe potuto fare qualcosa per avviare il risanamento del debito e, proprio, non lo ha fatto. Anzi, gran parte delle privatizzazioni –che sarebbero dovute servire a colmare il buco del debito- sono state fatte più da governi di centro sinistra che di centro destra ed il debito, invece, è ancora tutto lì. Vogliamo parlare dei casi Telecom, Cirio ecc. ecc.?
Poi il centro destra di suo ci ha messo soprattutto lo scandalo di tre anni di legislatura passati esclusivamente ad occuparsi dei casi personali del Cavaliere.
Insomma, una bella gara, vi pare?