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Finmeccanica: inchiesta ad orologeria e… saccheggio dello Stato

di Enrico Galoppini - 28/11/2011

Fonte: europeanphoenix



 

Ci risiamo, come nel 1992. Erano i tempi del primo grande “sacco” del patrimonio pubblico dello Stato italiano, quando sull’onda emotiva di “mani pulite”, all’insegna della “moralizzazione” della vita politica italiana, gli sciacalli dell’usura e della speculazione ai danni del genere umano davano l’assalto alle aziende partecipate dallo Stato. E lo Stato, è bene ricordarlo, siamo tutti noi. Perciò, ogni volta che saccheggiano i beni dello Stato è come se ci mettessero le mani in tasca o ci rubassero in casa. Questo è bene ripeterlo, perché da troppi anni va avanti una viscida campagna mediatica che all’unisono recita “meno Stato e più privato”, coi risultati che sono sotto gli occhi di tutti quelli che non stanno alla “mangiatoia”, specie dei giovani, che possono facilmente operare un confronto tra le condizioni contrattuali e sociali dei loro genitori e quelle che – o bere o affogare – devono accettare se non vogliono abbandonare per sempre il sogno di farsi una famiglia seppur in mezzo ad un’incertezza costante. Invece la verità è che per la stragrande maggioranza che non appartiene all’élite del denaro senza patria, se esiste una possibilità di libertà nel vivere civile, per tutti i membri di una comunità nazionale, essa risiede nello Stato, altrimenti è il “far west”, la “legge della giungla” a beneficio dei più spregiudicati e navigati succhiasangue e di chi s’adegua a conformarsi alla loro infamia.

A distanza di vent’anni, a gettarsi di nuovo sulla preda da sbranare, l’Italia e i suoi beni pubblici, sono sempre i soliti sciacalli in giacca e cravatta, la stessa banda di “compagni di merende” del Britannia (il panfilo della regina d’Inghilterra sul quale vennero invitati nel giugno 1992 i “camerieri” che dovevano procedere alla svendita dei beni dello Stato con la scusa del “debito” da essi creato con la loro moneta-debito), che stavolta si apprestano a banchettare su quel che resta di pubblico di aziende come Eni, Enel e Finmeccanica.

Guarda un po’ che caso, alcuni giorni fa, nell’ambito di un’inchiesta su “tangenti e fondi neri”, sono riusciti a coinvolgere il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, il quale smentisce ogni addebito e giustamente non ne vuol sapere di “dimettersi” perché ciò darebbe un implicito riconoscimento all’accusa. E questo subito dopo che le azioni del colosso italiano dell’aeronautica, dell’elicotteristica, dello spazio e della difesa erano state fatte colare letteralmente a picco (per poter poi fare “shopping”)… Come le azioni delle aziende di Berlusconi, il quale, avendo capito l’antifona, s’è fatto da parte, anche se a dire il vero un uomo di ben altra tempra avrebbe preso il coraggio a due mani e, a reti unificate (se non altro quelle Mediaset, che sono sue!), avrebbe spiegato per filo e per segno cosa stava accadendo e chi comanda davvero in Italia.

C’è tuttavia da dubitare che tutti gli italiani avrebbero capito un memorabile “discorso-verità” in bocca al Cavaliere, tanto era il discredito oramai accumulatosi sulla sua immagine anche tra chi l’aveva votato, oltre all’atavico demenziale ed unilaterale odio degli antiberlusconiani doc… ma sarebbe stata senz’altro una pagina di storia memorabile, no? Comunque, vista la fine che ha fatto Gheddafi, che deve averlo effettivamente scosso, non c’è da stupirsi che Berlusconi non se la sia sentita di finire linciato da una massa inferocita appositamente scatenata (non si penserà mica che certe cose le facciano solo i “beduini”: si ricordi che Berlusconi è l’unico politico italiano di rilievo ad essersi preso una statuetta in faccia…).

Già, dove sono finiti gli “indignati”? A Roma non calano più i “black block”? Tutti felici e contenti del “governo tecnico” dei “professori”? Oramai eravamo arrivati al punto che anche un terremoto, un’alluvione, un crollo di un muro di Pompei erano sempre “colpa di Berlusconi”… Scommettiamo che Monti non verrà sottoposto ad analogo “pressing”?

Ma il Cavaliere, che ora fa trapelare per bocca di Bossi alcune gravi scomode verità, le sue colpe le ha eccome. Dopo aver tanto sbraitato contro la magistratura, non ha fatto nulla per ridimensionarne il potere illimitato, né per fare un po’ di pulizia al suo interno, nemmeno quando aveva una maggioranza schiacciante e molti italiani dalla sua. Ma che ci vogliamo fare, in una nazione che sovrana e indipendente non è da settant’anni, è logico che anche e soprattutto nella magistratura che gli antiberluscones hanno elevato a ‘deposito di moralità’ si annidino dei personaggi agli ordini con quei “poteri forti” che nei loro esclusivi “club” (Aspen, Bilderberg, Trilateral ecc.) architettano – è proprio il caso di dirlo… - come ridurci ad una condizione di prostrazione materiale e morale , sottomessi all’unica “razza padrona” dell’usura e del denaro. Insomma, per ricondurre una nazione alla “normalità”, non si può partire da un aspetto accessorio, seppur importante, qual è quello di una parte della magistratura che rema sistematicamente contro, ma si deve mirare al centro del problema, che è lo scippo della sovranità nazionale; sempre che la sovranità interessi ancora a qualcuno, perché il dubbio è che si sia fatta l’abitudine ad essere “sotto tutela”, come quei “popoli primitivi” che, secondo gli stessi che oggi ci comandano, non erano “in grado di governarsi da soli”…

Il 26 novembre, il “Financial Times”, “l’autorevole” portavoce della finanza londinese, ordina tassativamente di vendere la quota statale di Finmeccanica, dopo che da giorni sta imbastendo una campagna a senso unico ripresa dai troppi traditori insinuati in casa nostra, che sfruttando “l’autorevolezza” della testata economico-finanziaria londinese abituano “l’opinione pubblica” a digerire una soluzione scontata della vicenda: svendita ed accaparramento da parte dei soliti noti, con perdita secca per la comunità nazionale.

Ma che strano! Crollo del titolo Finmeccanica, inchiesta che ne coinvolge il presidente, e ora i “diktat” della City… Ci manca solo “il morto” e il quadro è completo!

Chissà perché, mi sento un indovino: presto vedremo un nuovo presidente di Finmeccanica che favorirà la svendita, l’ennesima ruberia ai danni della comunità nazionale, pardon la “messa sul mercato della golden share (quota statale e controllo governativo)”… E assisteremo al solito teatrino di controfigure e comparse, comprese quelle sindacali, che dovranno gestire il malcontento di chi si vedrà mandato a casa in nome del “risanamento del debito”; di un debito generato dalla moneta-debito, l’euro, prestata ad usura ai singoli Stati dell’Unione Europea.

Questa situazione, questo raggiro colossale in cui c’è stato propinato pure un “golpe bianco”, ha veramente dell’assurdo, ma è indice di quale livello di manipolazione è possibile raggiungere con una “informazione” e una “cultura” (riprodotta dai “professori”…) totalmente asservite ai signori del denaro: gli untori, quelli che diffondono coscientemente la peste, si presentano così alla gente indifesa ed impaurita ad arte coi tg e i giornali come i… “dottori”! L’esito della “cura”? La morte del paziente, la fine dello Stato italiano.