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Al-Jazeera e al-Qaida, creature della CIA e del Mossad

di Mohamed Abassa - 28/11/2011

Fonte: aurorasito


Nel corso di una sessione della Conferenza Permanente degli Operatori Audiovisivi del Mediterraneo (COPEAM, Giordania 20 e 21 aprile 2007), Mohamed Abassa, consulente in comunicazione audiovisiva, tenne una relazione ai funzionari ed esperti delle televisioni e delle radio pubbliche della regione del Mediterraneo.
L’oratore fu quasi linciato dai servizi di sicurezza giordani e dovette la sua salvezza alla protezione dei delegati europei e soprattutto francesi. I delegati arabi, tra cui i delegati del Nord Africa, non erano preparati, né abituati, a questo tipo di discorso tecnico sul pubblico televisivo arabo e, di più, sulla loro percezione da parte dell’opinione pubblica araba. Tanto più che gli argomenti e le prove presentati dal relatore, per indicare il fallimento della TV araba e nordafricana, proveniva da un sondaggio euro-mediterraneo finanziato dall’UE e dal COPEAM, e riguardava tredici grandi città, tra cui sette capitali arabe, del Mediterraneo. I delegati arabi e del Nord Africa non accettarono l’idea che stavano utilizzando la modernità tecniche del 20° secolo per instaurare e mantenere dei feudi socio-politici da Medioevo. È come se, ai loro tempi, i re pigri, Dagoberto in testa, Giovanna la Pazza, Carlo V, Luigi XIV, Maria Antonietta, Napoleone, disponessero illimitatamente della TV, delle radio e del digitale per mantenere il loro potere di autocrati. Fu a questo punto del discorso che il sonoro e le traduzioni furono tagliati. Fu a questo punto che la simpatica rappresentante della regina abbandonò frettolosamente la stanza seguita, naturalmente, dal rappresentante del re, dal ministro del suo stato. E’ vero, per la storia e gli aneddoti, che il delegato algerino, HHC, incidentalmente CEO di ENTV, accennasse una protesta, timidamente, con il broncio, ma una piccolissima protesta simbolica. La messa era stata detta, il conferenziere provocatore e irritante per la tranquillità degli arabi fu espulso. Senza appello. Anche dagli stessi delegati algerini.
La comunicazione di Mohamed Abassa, che sembrava dispiacere molto ai leader della televisione araba, tutti presenti ad Amman, fu caratterizzata da episodi insoliti e piuttosto rivelatori della mentalità delle emittenti arabe, quando influisce sulla qualità e il contenuto delle loro trasmissioni: la traduzione simultanea fu brutalmente interrotta (arabo e inglese) e il dibattito semplicemente cancellato.
Ecco alcuni stralci di questa comunicazione dedicata, tra le altre cose, ad al-Jazeera del Qatar, di cui si scoprono oggi, piuttosto tardi, gli orientamenti sionisti. Questa rete TV ha sempre militato nella difesa degli interessi strategici di Israele, del Mossad e della CIA. I fatti che indicano questa chiara direzione, sono verificabili in qualsiasi momento, in tutte le tematiche affrontate dal relatore. Molto curiosamente e assai significativamente, le qualifiche di membro del Consiglio Scientifico e del COPEAM furono tolti ad Abassa, subito dopo la conferenza. Come sempre, il Mossad, l’assassino di Mohamed Boudia, controlla la situazione. Al-Qaida, al-Jazeera, i bracci armato e mediatico del Mossad e della CIA, sono sempre in circolazione.

Dietro al-Jazeera
L’emittente televisiva privata del Qatar è stata fondata nel 1996 e finanziata dall’emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani con fondi propri, vale a dire quelli dello stato, poiché è noto che lo stato è lui e lui è lo stato.
Questa rete compie, al momento, prestazioni d’ascolto che nessuna altra televisione transnazionale araba, o altra, ha potuto raggiungere, ad oggi; più di 45 milioni di spettatori in tutto il mondo e, soprattutto, nel mondo arabo. Ma bisognerà smorzare queste prestazioni, perché uno spettatore può anche essere contato come ascoltatore da 2 a 10 volte, nei diversi tipi di pubblico, ossia un pubblico effettivo di individui che si avvicinerebbe a circa 18 milioni di persone dai 16 anni in su, per  fascia  d’audience. Questa performance è raggiunta, al di là dell’informazione e dei documentari che rimangono monopolio esclusivo di al-Jazeera.

I due pesi e le due misure di al-Jazeera 
Va notato, inoltre, che al di fuori delle comunità di lingua araba insediatesi in Europa, l’udienza della rete,  nella sua versione in arabo, è quasi zero nelle case europee nel nord del Mediterraneo.
Prima domanda. Come può essere, che questa rete dia spesso resoconto delle violazioni dei diritti umani nella maggior parte dei paesi arabi e/o musulmani, e non dica nulla, assolutamente nulla, sulle sfide a questi stessi diritti nell’emirato del Qatar, dove risiede questa TV, o negli altri emirati amici? Come è possibile che i regimi feudali e teocratici arabi e/o musulmani, amici di Sua Maestà Sheikh Hamad bin Khalifa al-Thani, detto il magnifico, non siano mai criticati da questa rete, così attenta altrove, e più ancora sul mondo arabo?
Dobbiamo ricordare che nell’emirato del Qatar, dopo Dio, c’è lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, lo stesso uomo che depose dal trono il padre per andare al potere. In questo paradiso chiamato Qatar, al quale al-Jazeera non imputa nulla. In Qatar non c’è opposizione, né partiti politici, sindacati, stampa libera, ONG, diritti umani, società, associazione, diritti per le donne. La donna ha lo status ufficiale di carne aromatizzata, autorizzata alle soli funzioni di fare bambini e del piacere.
Dobbiamo anche ricordare che l’altra rete del Qatar, Qatar TV, sorellastra di al-Jazeera, spiega tutto il giorno e tutto l’anno, la gioia infinita di vivere sotto il regno indiscutibile di Sua Grande Maestà Sheikh Hamad ibn Khalifa al-Thani, scelto da Dio a questa funzione, mentre ci ricorda la teledivinità di Sua Maestà. È anche, incidentalmente, un grande amico dell’Algeria, con ricchi legami che solo le nostre grasse oche, più che la diplomazia, sanno creare e mantenere.
Gli amici qatarioti di Bouteflika vengono regolarmente a cacciare le oche e le gazzelle algerine, a dispetto delle leggi nazionali, con l’aiuto dei Walis e della polizia algerina. I ministri algerini dell’interno e dell’ambiente non ci vedono niente di cui lamentarsi. Chi oserebbe dire al Presidente della RADP di tenersi su le mutande o all’emiro di smetterla di defecare sull’Algeria?
Alcuni stanno già pensando di frenare l’isteria catodica della rete del Qatar, negando al suo padrone, il faceto Emiro, il suo dessert di oche algerine. Piuttosto che fare una buona TV araba, proviamo con questa rappresaglia delle oche; ma mi sono contenuto, per via dei miei dubbi che questo potesse accadere. Proviamo l’oca; puntiamo alla pancia, non alla testa né al cuore; ma senza alcun risultato, non lo fanno.

Le scelte iconoclaste di al-Jazeera
Seconda domanda. Perché al-Jazeera attacca spesso solo quei paesi arabi e/o musulmani le cui posizioni sono ferme verso Israele? Perché al-Jazeera attacca regolarmente l’Algeria e in momenti specifici: quando le relazioni algerine  sono tese con il Marocco e gli Stati Uniti, quando gli islamisti sono battuti, quando l’islamismo è in declino. Chi ci guadagna nel sostenere i terroristi e a mantenere un clima permanente di violenza in Algeria? Ovviamente, sono gli Stati Uniti e Israele che si avvantaggiano da questo commercio criminale, che consiste nel cercare sempre di indebolire l’Algeria, e cercare di forzarla nel campo imperialista-sionista. La forzatura nella creazione di AFRICOM, la replica esatta di al-Qaida, per dominare tutto il Sahel, il grande sogno di Israele. Questo è l’obiettivo strategico della rete israeliana-qatariota nelle sue frequenti campagne contro l’Algeria.
Terza domanda. Essendo nullo il pubblico televisivo israeliano nel mondo in generale, e nei paesi arabi in particolare, il discorso ufficiale dello Stato di Israele trova una assai migliore audience utilizzando al-Jazeera, piuttosto che le proprie reti nel mondo. Come spiegare altrimenti queste possibilità  ricorrenti che al-Jazeera dà, ogni giorno, ai politici e ai militari israeliani, nel poter parlare direttamente agli spettatori arabi? Durante l’ultima invasione del Libano, i ministri israeliani intervenivano tutti i giorni, e in diretta, su questa rete, spesso più volte al giorno, fino a 4 volte la ministra degli affari esteri Tzipi Livni, fino a 8 volte al giorno il ministro della difesa israeliano Amir Peretz. E’ una coincidenza? E’ davvero una coincidenza? Durante questa invasione, quattro inviati speciali del Qatar sono intervenuti direttamente e liberamente in diretta da Israele. Conoscendo il controllo totale e il blocco di informazioni da parte dell’esercito israeliano in periodi di crisi, anche sui propri media, è una grande sorpresa che tale fiducia, tale libertà di parola e movimento, siano concessi spontaneamente a una rete TV nota come filo-araba e filo-islamista. L’intelligente propaganda dei laboratori statunitense-sionisti ha fatto di questo canale televisivo, una rete TV apparentemente anti-israeliana e anti-americana, popolare e credibile nelle case arabe, restando inteso che l’audience delle TV nazionali arabe è quasi zero, nella maggior parte di questi paesi.
La maggior parte degli scoop e altri artifici multimediali di grande successo, e di cui non si conosce, oggi, la vera origine, non hanno in realtà solo funzioni mediatiche, ma quello di subornare lo spettatore arabo con uno spirito di battuta seducente, far credere alle masse arabe che al-Jazeera parteggia per le cause dei popoli arabi cosa che, ovviamente, è rigorosamente falsa. Al contrario, la linea di fondo esprime essenzialmente la visione statunitense-sionista dentro una confezione e un camuffamento professionale quasi perfetti. È anche vero che l’invecchiamento e l’obsolescenza della TV araba contribuiscono in modo significativo al successo di al-Jazeera.
Quarta domanda. Sapendo anche che l’emirato ha forti relazioni con Israele in campo politico, militare, diplomatico, della sicurezza e commerciale, anche sapendo che il grande sceicco Hamad Ibn Khalifa al-Thani ha offerto il suo territorio, i suoi porti e le basi ai militari statunitensi, per commettere il più grande genocidio di questo secolo contro il popolo iracheno (800000 morti fino ad oggi), si può presumere che il canale al-Jazeera non sia altro che l’ennesimo tributo, un’altra infamia definitiva, commessa anche dai media, l’eccellenza delle relazioni israelo-qatariote. Va notato, inoltre, che la sicurezza personale dell’emiro e della sua famiglia è assicurata, in ogni momento, da agenti e ufficiali israeliani. L’ufficio di collegamento d’Israele in Qatar, è più importante di tutte le ambasciate dei paesi arabi e islamici a Doha. Sorprendente? No. Per il suo colpo, il giovane e grosso principe si è rivolto ai mercenari israeliani per impossessarsi del trono del padre.
Ricordiamoci anche la storia salace che l’emirato del Qatar riceve, per tutto l’anno, dei militari statunitensi in permesso dalle operazioni nella regione (Iraq e Afghanistan), che vengono a giocare al riposo del guerriero con cinquemila prostitute egiziane, offerte da Hosni Mubarak come contributo allo sforzo bellico egiziano nella guerra contro il terrorismo. Ciò sembra apportare più di 200 milioni di dollari alla famiglia Mubarak e soci. Ma, come sempre, sono i sauditi a pagare la fattura come contributo per innalzare il morale delle truppe alleate che proteggono il regno.
E’ anche vero che chi si lamenta di questa rete TV, piuttosto tardi però, l’aveva usata o lasciata fare, per una televisione meno pessima nei loro rispettivi paesi. Questo è il primo e solo requisito, per contenere e limitare i danni da questo rete TV, di cui si sono scoperti, oggi, solo le sfumature e i legami dimostrati, che la rete TV ha sostanzialmente col Mossad e la CIA-NED.
Quinta ed ultima domanda. Questa rete TV essendo ufficialmente privata, come fa a sopravvivere commercialmente con così tanta facilità e tanti mezzi? Chiaramente, i ricavi pubblicitari sembrano irrisori rispetto alle sue enormi spese di gestione. Chi paga la differenza o, in altre parole, chi sostiene e finanzia la rete TV? Il Mossad? La CIA? Sua maestà l’emiro in carica? Tutti e tre? Tutto porta a credere che i vincitori politici di questa rete TV dall’influenza ad alta rendita, siano degli sponsor e dei finanziatori occulti, mai dichiarati. Poiché, un professionismo di facciata, anche spinto con la più completa copertura geografica del pianeta terra, per coprire gli eventi, richiede notevoli mezzi tecnici e finanziari, che le modeste entrate commerciali della catena non coprono. Lungi dall’esserlo. Questo è il primo inganno sulla merce, che consiste nel fare credere e accrescere negli spettatori arabi, che il miracolo che si chiama al-Jazeera esista solo grazie al talento e all’audacia di una cinquantina di giornalisti geniali. Troppo grossa, troppo corta come spiegazione. Il miracolo che si chiama al-Jazeera, in sostanza ed essenzialmente esiste  grazie ai geni del male presenti nel Mossad e nella CIA, e a nient’altro. Il resto, tutto il resto è blabla di facciata e camuffato gettato sugli occhi dei poveri spettatori arabi, sballottati e combattuti tra le false seduzioni del Mossad e della CIA-NED, attraverso al-Jazeera, e gli orrori catodici delle dittature  arabe e maghrebine, che vogliono disperatamente rimanere al potere. Questo è ciò che ci ricorda ogni giorno l’ENTV e le sue gemelle siamesi delle peggiori dittature. Ci basta per indignarci? Certo che no. Dobbiamo agire.

Su al-Qaida, vi invito a leggere questo grande documento statunitense, dall’insegnamento incomparabile:

 

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora