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Una nuova sovranità. Ma quale?

di Alberto Cossu - 12/12/2011

 




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Il desolante scenario attuale, per altro da noi previsto con notevole anticipo, sta producendo un’infinità di dibattiti, articoli, libercoli e interviste su temi quali la finanza mondiale ed europea, la BCE, la perdita di sovranità politica e monetaria e via discorrendo. Tutti temi a noi cari e sviscerati in tempi non sospetti sia qua che su La Voce del Ribelle. L’attuale aumento esponenziale del dibattito però rischia a parer nostro di generare anche un aumento della confusione. Di fatto la nostra posizione non dovrebbe spostarsi di un solo millimetro a seconda del vento che tira nei vari ambienti “alternativi” e “non conformi” o nelle intellighenzie riciclate.  Vediamo quindi di fare chiarezza rispetto alle nostre posizioni in rapporto ad alcune ricette sbagliate che vengono prospettate ultimamente come soluzioni.
Movimento Zero è un movimento europeista e sempre lo sarà. Noi siamo per un’“Europa unita, autarchica e armata”, un’Europa dei popoli ovviamente, come si usa dire ormai in modo anche logoro, non certo l’attuale Europa finanziaria, però ribadiamolo un’Europa realmente unita. Un’Europa composta di piccole patrie autonome federate tra loro che combacino con le reali differenze culturali, geografiche e politiche dei popoli. Piccole il tanto da poter permettere forme di democrazia diretta. Autarchica perché è necessario invertire il processo della globalizzazione, sarebbe inutile inseguire gli altri paesi nella loro folle corsa capitalistica di crescita continua: noi siamo e dobbiamo essere sempre più alfieri dell’opzione decrescitazionista. Un’Europa indipendente dalla NATO e fuori dal giogo USA che possa così recuperare la sua sovranità non solo politica ma anche militare e quindi armata non in funzione aggressiva ma difensiva perché vien da se che un’Europa del genere per sopravvivere dovrà mostrare i denti. Un’Europa capace di aprirsi anche verso il mediterraneo, senza paure xenofobe immotivate verso i popoli islamici, ma con spirito di collaborazione con tutti quei popoli che vorranno condividere il ritorno ad una vita in una comunità politica e sociale a dimensione d’uomo e non di tecnica e capitale. Un’Europa del genere sarebbe un grosso colpo per la globalizzazione e per il mondialismo e una rinascita dell’umanità che ripartirebbe proprio da quell’Occidente che sciaguratamente innescò con la modernità l’attuale stato degenerativo.
Per questi motivi non dobbiamo pensare che il problema della mancanza di sovranità politica, monetaria e militare italiana attuale debba essere risolto con la riproposizione di un nazionalismo urlato e fuori tempo storico: i singoli stati non possono, infatti, essere capaci da soli di uscire e combattere la globalizzazione, lo può fare solo un’unità politica più ampia che abbia la maggior parte delle risorse dentro i suoi confini. Solo un grosso blocco può opporsi allo strapotere della finanza mondiale, del turbocapitalismo e degli USA. Per questo motivo è velleitaria qualsiasi soluzione che miri al ritorno della vecchia sovranità dello stato nazionale ottocentesco.
Naturalmente la necessità di unità tra i popoli europei deve essere affianca alla rivalutazione dell’ambito locale, sia a livello politico che economico, in modo da tutelare tutte le differenze tra i popoli europei e la loro autonomia per le questioni che riguardano solo loro senza pelose supervisioni. In questo senso Movimento Zero dovrebbe collaborare più con movimenti localisti, bioregionalisti, indipendentisti, autonomisti, ecc., piuttosto che con chi chiede e sbandiera il ritorno a forme di nazionalismo italiano e ricette del passato (anche chiedere il ritorno alla lira è grottesco quando sarebbe ora di parlare di monete locali).
E’ fondamentale che la battaglia europeista e quelle identitarie dei popoli si leghino insieme: quel po’ di sovranità che si perde federandosi si riguadagnerebbe così nel locale, ed anzi proprio una tale Europa sarebbe davvero l’unica garanzia di libertà per i popoli europei.