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Ma chi è veramente il sultano del Brunei?

di Valerio Zecchini - 02/01/2012



Il Brunei e’ uno degli stati piu’ antichi del mondo; e’ una talassocrazia, ossia uno stato che ha sempre basato la propria ricchezza sul controllo del commercio (specialmente attraverso le tasse sul traffico marittimo e fluviale) piuttosto che sul possesso e lo sfruttamento della terra.
Le origini del sultanato si perdono nella notte dei tempi, e le prime notizie documentate – a parte la citazione nel “Milione” di Marco Polo -  risalgono all’epoca del leggendario sultano Bolkiah (omonimo del sultano attuale), che regno’ dal 1485 al 1524. Si  sa comunque che l’Islam divento’ religione ufficiale dello stato nel 1371, dopo essere stata diffusa dai mercanti arabi e predicata dai mercanti che li seguirono. L’epoca del sultano Bolkiah e’ conosciuta come “l’eta’ d’oro” del Brunei; questo sovrano enigmatico, che fu grande navigatore, guerriero e artista, espanse il dominio del Brunei su tutto il Borneo e parte delle Filippine (successivamente conquistate dagli spagnoli). Inoltre nel 1511 i portoghesi riuscirono ad annettersi Malacca nella penisola malese e quindi i mercanti arabi furono costretti a servirsi di altri porti commerciali, in particolare appunto quello della capitale del Brunei, il cui ruolo divenne centrale nell’arcipelago del sud-est asiatico.
I primi europei invece vi arrivarono nel 1521 con la spedizione di Magellano e Antonio Pigafetta, lo scrivano del bastimento, descrisse una citta’ meravigliosa. Gli europei visitarono il sultano a cavallo di elefanti bardati di tessuti in seta,e a palazzo trovarono un ambiente di ricchezza incomparabile, in cui abbondavano oro, perle, porcellane e pietre preziose. Il sultano Bolkiah mori’ in mare, e il bellissimo mausoleo a lui dedicato con l’annesso giardino e’ oggi uno dei monumenti da non perdere per chi visita il Brunei. Da Bolkiah in poi, i sultani hanno sempre fatto credere ai loro sudditi di essere dotati di un’intensissima “semangat” (potenza spirituale), con i conseguenti poteri magici.
Nel XVIII secolo inizio’ una lunga decadenza, soprattutto a causa delle faide interne alla corte, che culmino’ nel 1819 con l’apertura del porto di Singapore da parte di Sir Stamford Raffles: fu un successo immediato, che rese il Brunei una meta secondaria nelle rotte commerciali. Nella seconda meta’ dell’ottocento, la politica espansionista della dinastia dei Brooke del Sarawak ridusse il Brunei alle modeste dimensioni attuali – e pensare che l’avventuriero James Brooke era stato nominato rajah proprio dal sultano dell’epoca! Nel 1888 il Brunei diventa un protettorato britannico, ma nel 1941 i giapponesi lo conquistano senza sparare un solo colpo. Dopo la guerra diventa colonia inglese a tutti gli effetti (anche se il sultano mantenne una certa autonomia in politica interna), fino all’indipendenza definitiva ottenuta nel 1984.
La vera svolta nella storia del Brunei avvenne pero’ nel 1929, con la scoperta del petrolio.Gli inglesi avevano il personale specializzato per lo sfruttamento di questa nuova ricchezza, e ovviamente l’indipendenza fu poi concessa in cambio di forniture di petrolio a prezzi di favore. Non solo l’esportazione di petrolio, ma anche di gas, hanno trasformato il Brunei in uno degli stati asiatici col piu’ alto tenore di vita, paragonabile a quello dell’altra citta’-stato dell’area, Singapore (il valore del dollaro del Brunei e’ infatti equiparato a quello del dollaro di Singapore).
Noto in Italia per le sue splendide vacanze in Sardegna e per la sua costante presenza nella classifica dei dieci uomini piu’ ricchi del pianeta, l’attuale sultano Haji Hassanal Bolkiah e’ un sovrano assoluto del tutto peculiare, in quanto non nasconde la sua eccentricita’ dietro il paravento della morale. Egli e’ primo ministro e capo dello stato, nonche’ primo difensore della fede islamica; la costituzione sancisce la sua infallibilita’. Nel 2007 una disputa finanziaria col fratello minore (principe Jefri), giudicata da un tribunale londinese, ha rivelato che la sua fortuna personale ammonta a dieci miliardi di sterline.
Tale fortuna serve ad alimentare un edonismo apparentemente sfrenato, che il sultano pratica con grande nonchalance. Infatti, pare quasi non ci sia contrasto tra la sua carica di capo religioso, che presiede in pompa magna tutte le cerimonie e ricorrenze islamiche, e il suo stile di vita da epicureo serio, da esemplare conservatore libertino. Ma non tutti i membri della sua famiglia riescono a stare al suo livello: qualche anno fa uno dei suoi figli corteggio’ a lungo Mariah Carey, regina del pop melodico statunitense, e le regalo’ gioielli per qualche milione di dollari – la star americana ringrazio’ e poi si fece di nebbia. Un altro membro della corte e’ invece incappato in un’inchiesta giudiziaria in Inghilterra per aver tentato di violentare un paio di starlettes occidentali durante un festino hard-core a palazzo.
C’e’ poi la sua mania per le collezioni: la collezione di diamanti, la collezione di 5000 auto sportive e di lusso, l’immenso palazzo con 1788 stanze. Il fatto che il sultano abbia avuto solo due mogli (e dalla seconda ha divorziato da poco) e’ la dimostrazione pratica che la poligamia e’ difficile per tutti – c’e’ pero’ uno staff di otto concubine che ufficialmente vanno sotto il nome di  ‘direttrici delle relazioni pubbliche’. E’ generosissimo verso la sua cerchia (l’istruttore di badminton ha guadagnato un milione di dollari durante la sua residenza a palazzo), ma anche verso i sudditi e cio’ ovviamente lo rende assai popolare. Il suo principale successo politico consiste nell’aver conservata intatta la foresta pluviale, che come si sa e’ il polmone del mondo, mentre gli stati confinanti (Malesia e Indonesia) l’hanno massacrata senza pieta’ per rivenderne il legno pregiato
I bruneiani sono dei rigorosi musulmani osservanti e nel contempo dei consumisti di prim’ordine: c’e’ un invidiabile equilibrio tra la religione del nostro tempo (il consumismo) e la religione del signor Maometto, il commerciante di cammelli analfabeta nato alla Mecca nel 570 d.c., che Allah trasformo’ in infallibile profeta dotato di superpoteri tramite l’annunciazione dell’arcangelo Gabriele. Diverse moschee in Brunei sono adornate di diamanti e hanno la cupola in oro, i centri commerciali sono lussuosissimi, lo sfarzo degli hotel a cinque stelle e’impareggiabile: decisamente non e’ un ambiente che invoglia a partire per la jihad. Dispiace deludere Massimo Fini, ma il futuro dell’Islam non e’ il mullah Omar – il futuro dell’Islam e’ nel glamour pacchiano del sultano del Brunei e dell’emiro di Dubai.
VALERIO ZECCHINI