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L'affondamento della penisola

di Gianni Petrosillo - 18/01/2012


 

foto-costa-concordiaItaliani popolo di santi, almeno fino alla discesa in campo di Berlusconi che rompendo la tradizione osservante  alla santi-fica tolse la parte che non serviva. Italiani popolo di navigatori, poi salì in sala comando quel guappo guaglione chiamato Schettino senza rotelle che abbandonò il timone restando a guardare la nave affondare. Italiani popolo di poeti, ma giunse, calato dall’alto, come un “deus ex cathedra”,  quel grigio burocrate morigerato che alla lirica dei rimatori preferì la lorica del mercato. Certo, noi italiani non siamo più gli stessi, la nostra decadenza  si riscontra in ogni sfera sociale e produce comportamenti altrettanto leggeri ed  irrazionali che non fanno onore alla mirabile e secolare tradizione che ci portiamo dietro. Ma quella imbarcazione da crociera rovesciata al largo dell’isola del Giglio sembra la fotografia esatta di ciò che sta accadendo alla nazione. Uno scoglio mondiale ha aperto una falla sotto la linea di galleggiamento politico ed economico del bastimento nostrano che incomincia ad affondare nel mare dei tempi presenti. In occasione del disastro della Costa Concordia si è riscontrato un unanime sdegno di stampa ed autorità verso gli ufficiali che sono scappati lasciando in balia degli eventi passeggeri ed equipaggio. Ma ciò vi ricorda qualcosa? Che dire allora dei comandanti della Penisola Discordia, bagnarola battente bandiera pilatesca, che si sono nascosti in Transatlantico, mandando avanti i tecnici di bordo e di abbordo estero, dopo la bufera dello spread e la tempesta del rating che ha fatto colare a picco il precedente governo? E quanti ammutinati hanno contribuito ad ammainare il tricolore per innalzare il drappo nero della pirateria finanziaria internazionale e quello stellestrisce dei corsari atlantici? Che ne dice di questa situazione il nostro timoniere Giorgio Napolitano? E’ convinto che riuscirà di nuovo a salire sul galeone, dopo averlo consegnato alla filibusta che sta saccheggiando a più non posso il suo carico di tesori? Con quale mappa nautica si è orientato il nostro Capitano quando, sottocoperta, ha ridefinito, insieme a tedeschi e francesi, la rotta del nuovo gabinetto della ciurmaglia professorale?  Non ha visto la trappola oppure su quel faraglione ci è finito di proposito ? E non ci vengano a raccontare che siamo tutti sulla stessa barca perché lorsignori si sono già messi in salvo, annodandosi alla marinara prebende e privilegi, mentre la popolazione annaspa con l’acqua alla gola. Con le loro promesse da marinaio ci hanno portati nell’occhio del ciclone ed ora che siamo in balia degli eventi pretendono anche sacrifici. Vorrebbero inscatolarci come tonni etichettando come necessari gli sforzi per risalire la corrente. Ma noi non siamo salmoni mentro loro sono sicuramente pesci palla e pesci pagliaccio. Questi Barcaioli dilettanti vogliono solo ridurci a garzoni di camera delle potenze mondiali. Ma i topi devono tornare nella stiva, non possono squittire nella sala macchine dove ci vogliono uomini coraggiosi che sanno affrontare i marosi. Ormai ci state sulla chiglia tutti quanti da babordo a tribordo. Il vostro posto è nella sentina dove finiscono gli scarti della Storia.