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Home / Articoli / Impariamo a goderci i frutti della vita. Dialogo su natura, amore e altre meraviglie

Impariamo a goderci i frutti della vita. Dialogo su natura, amore e altre meraviglie

di Ralph Waldo Emerson - Henry David Thoreau - 22/01/2012




Il pensiero dei due filosofi nei diari tenuti per anni
L´urlo della tempesta, il fruscio della foglia: in essi vi è un´armonia essenziale e inesplorata
Un innamorato non nomina volentieri la sua amata poiché ella è sacra
Io non preferisco una religione Amo Brahma e Buddha al pari di Dio

Emerson: È strano come il mondo, che da un punto di vista speculativo e serio noi sappiamo così insoddisfacente e oscuro, ci debba essere tanto caro. Nulla, neppure il suo massimo fulgore, quando la Natura sfoggia il suo abito più bello e l´Arte fa di tutto per dilettare – né lo stesso lucente sole e lo splendente firmamento in cui esso sta come un capo – può impedire a un uomo, in certi momenti, di dire alla sua anima: «È solo vanità». Neppure le più fantastiche ipotesi, né un elaborato ragionamento, possono sostituire questa testimonianza alla familiare verità che lo spirito umano ha origini più alte della materia, una patria più nobile della Terra; che esso è troppo grande per essere ingannato con queste inezie, e troppo eterno per amalgamarsi alla caducità mortale.
La filosofia ha scoperto che la materia luminosa si autoconsuma e, fuor di ogni metafora, ciò è vero per questo mondo splendido che continua a corrompersi ma che ancora ci attrae col suo falso splendore.
16 aprile1822 (19 anni)
Thoreau: La Natura non fa rumore. L´urlo della tempesta, il fruscio della foglia, il picchiettio della pioggia non disturbano: in essi vi è un´armonia essenziale e inesplorata.
18 novembre 1837 (20 anni)
Società
Emerson: La socialità come unione imperfetta. Non è patetico che l´azione dell´uomo sugli uomini sia così parziale? Noi ci tocchiamo solo in certi punti. È possibile che tutto quello che posso fare o essere per il mio simile è leggere il suo libro o ascoltare i suoi progetti in una conversazione? Io mi avvicino a un Carlyle con desiderio e gioia. Di mese in mese sono stato mosso dalla speranza di un qualche totale abbraccio e di una perfetta unione con una nobile mente, e alla fine apprendo che è solo un atto così debole e remoto e irrisorio come leggere uno scritto di Mirabeau o di Diderot, e di pochi altri come loro. Ecco tutto ciò che possiamo ricercare. Di più di quello non saremo l´uno per l´altro. Oh, anima ostacolata! Non che siano il mare e la povertà e la carriera a separarci. Ecco Alcott alla mia porta, eppure l´unione è forse più profonda? No, il mare, la vocazione, la povertà sono solo recinti apparenti, invece l´uomo è un´isola e non può essere toccato. Ogni uomo è un cerchio infinitamente respingente, e in quello stato mantiene la sua essenza individuale.
19 maggio 1837 (34 anni)
Thoreau: L´uomo non è nato subito nella società – a malapena nel mondo. Il mondo che egli è nasconde a un tempo il mondo che egli abita.
La massa non s´innalza mai al livello del suo esponente migliore, ma al contrario si degrada al livello di quello peggiore. Come dicono i riformatori, è un livellamento verso il basso, non verso l´alto. Di qui, società è solo un altro nome per calca. Gli abitanti della terra, riuniti in un unico luogo, costituirebbero il più grande accalcamento.
La massima vicinanza cui gli uomini pervengono tra loro ammonta sì e no a un contatto meccanico. Come quando sfregate due pietre: sebbene emettano un suono che è udibile, in realtà esse non si toccano.
In ossequio a un istinto naturale, gli uomini hanno costruito le loro capanne e piantato il grano e le patate a una distanza tale che gli consentisse di parlarsi tra loro, e in tal modo hanno dato origine a città e villaggi, ma non si sono associati, si sono solo riuniti, e la società ha significato semplicemente un raduno di persone.
Il nostro incontro sia simile a quello tra due pianeti, i quali non si precipitano a mescolare le loro sfere discordi, bensì sono avvinti assieme dall´influsso di una sottile attrazione, per presto roteare distintamente nelle loro rispettive orbite: da ciò il loro perigeo, o punto di massima vicinanza.
La società non sia l´elemento in cui nuotiamo, o in cui siamo sballottati in balìa delle onde, ma sia piuttosto una striscia di terraferma che si protende nel mare, la cui base è lambita ogni giorno dalla marea, ma la cui sommità solo la marea di primavera può raggiungere.
14 marzo 1838 (21 anni)
Amicizia
Thoreau: Ancora una volta mi presento solo a me stesso.
La conversazione, il contatto, la familiarità sono i passi che portano all´amicizia nonché i suoi strumenti, ma essa è davvero perfetta quando quelli non servono più e la distanza e il tempo non oppongono barriere.
Non ho bisogno di chiedere a qualcuno di essere mio amico, non più di quanto il sole abbia bisogno di chiedere alla terra di essere attratta da esso.
Non spetta a lui dare, né a me ricevere. Io non posso perdonare il mio nemico – che si perdoni da sé.
Normalmente noi degradiamo l´Amore e l´Amicizia col presentarli sotto l´aspetto di un banale dualismo.
Il mio amico sarà tanto migliore di me quanto la mia aspirazione è superiore alla mia prestazione.
1839 (22 anni)

Emerson: Un innamorato non nomina volentieri la sua amata – piuttosto parla di tutte le persone e di tutte le cose che la circondano – poiché ella è sacra. Al pari un amico rispetterà il nome del suo amico. Nominalo per inorgoglirtene e vedrai che già smette di appartenerti. L´amante vile e di bassa lega viene ferito nel suo orgoglio dalla naturale dignità della vergine che lo intimidisce e lo sconcerta, faccia pure quel che vuole. Egli desidera possederla, affinché possa almeno riacquistare la lingua e il proprio contegno in sua presenza. In tal modo egli ruba la vittoria, che invece doveva nobilmente guadagnarsi coll´innalzare il proprio carattere al regale livello di quello di lei. La stessa etica vale per l´amicizia. Venera le superiorità del tuo amico. Non augurargliene di meno neppure col pensiero, ma fanne un mucchio e dichiarale tutte a voce: esse sono la forza elevatrice per mezzo della quale t´innalzerai a nuovi gradi di evoluzione.
La fiducia in se stessi traslata su un´altra persona è rispetto, ossia: solo chi rispetta se stesso sarà rispettoso degli altri.
21 giugno 1840 (37 anni)
Amore
Emerson: Nel nostro mondo, la donna nasconde la sua forma agli occhi degli uomini: di essi – pensa correttamente – non ci si può fidare. In un giusto stato di cose, l´amore di una donna, che ciascun uomo recasse nel suo cuore, dovrebbe proteggere tutte le altre donne dai suoi sguardi, come avvolgendole in un impenetrabile velo di indifferenza. L´amore di una donna dovrebbe renderlo indifferente verso tutte le altre, o piuttosto il loro protettore e santo amico, proprio per il bene di lei. Ora, invece, negli occhi di tutti gli uomini vi è un certo lampo maligno, un vago desiderio che li incolla alle forme di molte donne, mentre i loro affetti si concentrano su una sola di esse. Lo sguardo del loro occhio naturale non coincide con quello del loro occhio spirituale.
28 settembre 1841 (38 anni)
Thoreau: Non è facile trovare una persona tanto coraggiosa da giocare al gioco dell´amore da sola con te, ma ha sempre bisogno di una terza persona, o del mondo, che la incoraggi. Mette gli altri di mezzo. L´amore è così delicato ed esigente, che non vedo come esso possa mai iniziare. T´aspetti forse che io ti ami, a meno che tu non ponga il mio amore in cima alla tua lista? Le tue parole mi giungono corrotte, se il pensiero del mondo si è insinuato tra te e il pensiero di me. Non sei abbastanza audace per l´amore. Esso s´avventura da solo, senza paura, nelle terre selvagge.
14 marzo 1842 (25 anni)
Lavoro
Emerson: A giudicare dalla mia personale esperienza, temo che io debba rimangiarmi tutte le belle cose che ho detto a proposito del lavoro manuale dei letterati. Questi dovrebbero essere sollevati da ogni genere di responsabilità pubblica o privata. La cavalletta è un fardello per loro. Io sorveglio i miei umori tanto ansiosamente quanto l´avaro i suoi soldi; poiché lo stare in compagnia, gli affari, le mie faccende casalinghe turbano la mia armonia e mi rendono incapace di scrivere.
4 febbraio 1841 (38 anni)
Thoreau: La maggior parte degli uomini è così presa dalle preoccupazioni e dalle grossolane pratiche della vita, da non poterne cogliere i frutti più delicati. In effetti, chi lavora duramente non riesce a godere giorno per giorno di una vera e propria integrità: non può permettersi di mantenere con gli altri i rapporti più nobili e belli. Il suo lavoro si deprezzerebbe sul mercato. Come può ricordare con chiarezza la propria ignoranza, chi deve così spesso fare ricorso alle nozioni che sa?
Agosto 1845 (28 anni)
Religione
Thoreau: Io non preferisco una religione o una filosofia rispetto a un´altra. Non ho alcuna comprensione per la bigotteria e l´ignoranza che fanno effimere, parziali e puerili distinzioni tra la fede o forma di fede di un uomo e quella di un altro – tra cristiani e pagani, ad esempio. Dio mi scampi e liberi dai pregiudizi, dalla parzialità, dall´estremismo, dalla bigotteria. Per il vero filosofo tutte le correnti, tutte le civiltà, sono uguali. Io amo Brahma, Hari, Buddha, il Grande Spirito, al pari di Dio.
Maggio 1850 (33 anni)
Emerson: In materia di religione, le persone fissano avidamente lo sguardo sulle differenze fra il loro credo e il vostro: mentre il fascino dello studio sta proprio nel trovare i punti di accordo e le identità in tutte le religioni degli uomini.
Sono i trenta milioni di americani, o sono le tue dieci o dodici unità a incoraggiare il tuo animo di giorno in giorno?
Senza data 1869 (66 anni)
L´insegnamento
Thoreau: Per quanto misera sia la tua vita, affrontala e vivila; non evitarla, e non insultarla. Essa non è cattiva come te. Più sei ricco, più povera ti sembrerà. Un brontolone troverà qualcosa che non va perfino in paradiso. Ama la tua vita, per quanto povera sia. Forse puoi trascorrere qualche ora piacevole, eccitante e meravigliosa, anche in un ospizio per i poveri. Il sole che tramonta viene riflesso con la stessa lucentezza dalle finestre dell´ospizio come dalla casa del ricco. In primavera la neve si scioglie altrettanto rapidamente sulla soglia di quest´ultimo.
Non vedo come un animo tranquillo non possa vivere felicemente anche là, all´asilo dei poveri, e dilettarsi con lieti pensieri, come in ogni altro posto; e, di fatto, i poveri del paese sembrano vivere una vita più indipendente di chiunque altro. Forse semplicemente perché sono abbastanza grandi da ricevere senza sentirsi umiliati. Coltiva la povertà come la salvia, come un´erba aromatica del tuo orto.
Non darti pena di ottenere cose nuove, siano esse abiti o amici. È distrarsi. Rivolta quelle vecchie, ritorna a loro. Le cose non cambiano – siamo noi a cambiare. Se per tutta la vita fossi confinato nell´angolo di una soffitta, come un ragno, il mondo per me sarebbe ugualmente grande finché avessi la compagnia dei miei pensieri.
31 ottobre 1850 (33 anni)
Emerson: Tieni attentamente d´occhio i tuoi pensieri. Essi giungono inaspettati, come un nuovo uccello sui tuoi alberi, e, se ti volgi alla tua occupazione abituale, spariscono: e non ritroverai mai più quella percezione; mai, dico – ma magari anni, secoli, e chissà quali eventi e quali mondi potrebbero frapporsi tra te e il suo ritorno!
Nel romanzo, l´eroe incontra una persona che lo sbalordisce dimostrandogli di conoscere perfettamente la sua storia e il suo carattere, e da lui si fa promettere che, in qualunque momento e in qualunque luogo lei lo dovesse rincontrare, il giovane dovrà immediatamente seguirla e obbedirle. Altrettanto vale per te e il nuovo pensiero.
21 ottobre 1871 (68 anni)